La Cannabis terapeutica aumenta l’uso voluttuario?

UNO STUDIO AMERICANO FORNISCE LA RISPOSTA.

del dottor Giorgio Rossi

imagesAll’inizio del mese di giugno le prime piantine di cannabis sono state presentate dallo stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze a cui era stato dato l’incarico dai Ministeri della Salute e della Difesa della coltivazione e della fabbricazione, a scopo terapeutico, della sostanza attiva a base di marijuana. Questa, va ricordato, è rappresentata dalle inflorescenze essiccate della pianta di Cannabis appartenente al genotipo della Canapa Indiana . La pianta contiene diverse sostanze psicoattive e stupefacenti tra le quali le principali sono il Tetraidrocannabinolo (THC) e il Cannabidiolo (CBD). Lo stabilimento fiorentino curerà anche il confezionamento della stessa in imballi da distribuire su richiesta delle Regioni e Provincie Autonome alle farmacie territoriali e ospedaliere, le quali a loro volta allestiranno le preparazioni magistrali da dispensare dietro presentazione di ricetta medica. Lo stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, nato nel 1853, è stato scelto per le capacità delle forze armate sviluppate nel tempo e per la sicurezza della sorveglianza militare; inoltre sarà in grado di garantire il fabbisogno nazionale e anche l’eventuale esportazione; il fabbisogno di sostanza attiva è di circa 80-100 chilogrammi l’anno. Non è prevista la produzione del principio attivo della cannabis da parte di aziende farmaceutiche. Viene stimato che il farmaco così prodotto costerà meno della metà di quanto ora si spende per importarl Gli effetti terapeutici della marijuana, come quelli stupefacenti, sono in relazione alla presenza di recettori su alcune aree del sistema nervoso centrale : gangli della base ( controllo dei movimenti), cervelletto ( coordinamento dei movimenti del corpo), corteccia cerebrale ( funzioni cognitive), ippocampo ( sensazione di sazietà), amigdala ( emozioni, paure) midollo spinale ( dolore); tra i principali e maggiormente sfruttati in medicina cono : analgesia, rilassamento muscolare, aumento dell’appetito, rilassamento muscolare , euforia, sonnolenza. Le indicazioni approvate dalle autorità sanitarie di vari Paesi tra cui l’Italia dal 2013 riguardano il controllo della spasticità e del dolore nella SLA ( sindrome laterale amiotrofica), il controllo del dolore da cancro, il controllo della nausea e del vomito indotti da chemioterapia oncologica, l’anoressia e la cachessia neoplastica, sindrome di Tourette una malattia che esordisce nell’infanzia caratterizzata da tic motori e fonatori che possono risultare fortemente invalidanti. Sono in corso ricerche per verificare la sua efficacia nel glaucoma per abbassare la pressione oculare, nel Parkinson nel ridurre il tremore intenzionale e nell’Alzheimer nel ridurre il disorientamento cognitivo.   Come ogni sostanza dotata di attività farmacologica, anche la cannabis ha degli effetti collaterali che tanto più si possono presentare quanto più è prolungato l’uso e riguardano soprattutto il suo uso voluttuario come droga. Nonostante numerosi studi che evidenziano dati contrastanti tra chi sostiene che la cannabis sia innocua e chi invece dice che, anche se considerata droga leggera, possa avere effetti nocivi, attualmente una certa uniformità di vedute è stata raggiunta sul fatto che tali effetti nocivi possono manifestarsi con l’uso cronico e con un inizio precoce nella preadolescenza-adolescenza tra 11 e 14 anni. Gli effetti indesiderati più frequenti e tutto sommato meno importanti sono la tachicardia e un possibile aumento della pressione arteriosa. Più importante la possibilità di ridurre la capacità riproduttiva sia nell’uomo, con riduzione dei livelli di testosterone, del numero di spermatozoi e della loro motilità, sia nelle donne con la riduzione dell’ovulazione. L’esposizione prenatale provoca effetti sul bambino che si manifestano in età scolare con deficit dell’apprendimento, turbe comportamentali e di socializzazione. Negli adulti con uso cronico, frequente è la comparsa della sindrome amotivazionale caratterizzata da mancanza di interesse ed apatia. Più gravi gli effetti sulla salute mentale : ormai la maggioranza dei ricercatori concordano nel sostenere che, in persone predisposte, la cannabis, specie se iniziata in giovane età, può provocare, anche a distanza di parecchi anni, psicosi e schizofrenia. Al fine di scongiurarne l’uso in queste persone, il Psychiatric’s Institute of London sta sviluppando un test che dia la possibilità di individuare tali soggetti e quindi prevenire il possibile danno. Per quanto riguarda invece i consumatori occasionali il principale pericolo è rappresentato dalla distorsione della percezione dello spazio e del tempo : alla guida di un autoveicolo sotto effetto acuto di cannabis si può non essere più in grado di fermarsi ad un semaforo rosso, in quanto l’elaborazione dell’azione visione del rosso in un incrocio – fermata del veicolo non è più funzionante. Per quanti sono preoccupati che la legalizzazione dell’impiego terapeutico della maijuana possa avere un effetto a cascata, favorendo anche l’uso voluttuario della sostanza, arriva uno studio pubblicato proprio in questi giorni su Lancet Psychiatry che chiarisce questo aspetto. Lo studio è stato realizzato alla Columbia University Medical Center di New York e uno dei ricercatori ha sintetizzato : “ i nostri risultati forniscono la prova più forte fino ad oggi che l’uso di marijuana da parte di adolescenti non aumenta dopo che uno Stato legalizza la marijuana medica”. Negli Usa, dal 1996 a oggi, 23 Stati hanno legalizzato la marijuna medica. Il team ha studiato quello che è successo nella diffusione della droga prima e dopo l’intervento legislativo. Per farlo ha preso in considerazione più di un milione di ragazzi, di età compresa tra 13 e 18 anni in 48 stati americani.

Ebbene, non è emersa nessuna differenza significativa nel consumo di cannabis prima e dopo la legalizzazione della marijuna a scopo terapeutico.

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