Il Primo Maggio tra storia e tradizioni

TRADIZIONI CURIOSE IN ITALIA E ALL’ESTERO

di Eleonora Dottori

Il 1 maggio è la festa dei lavoratori, un evento che viene festeggiato in tutto il mondo.

In Abruzzo, tra le montagne di Cocullo, migliaia di pellegrini e curiosi circondano la statua di San Domenico Abate avvolta da un centinaio di bisce catturate intorno al paese dai “serpari”, uomini giovani e meno giovani che hanno imparato questo “mestiere” dai nonni. La statua, attorniata da serpenti viene portata in processione per le strade di Cocullo davanti alle porte delle case viene lanciata della terra benedetta, un gesto che vuole significare la protezione dai pericoli della natura. La festa, a causa del terremoto che colpì L’Aquila, non venne celebrata nel 2009 e nel 2010. A Volterra i più anziani dalle 9 del mattino mangiano un piatto di trippa per onorare la tradizione dei lavoratori delle cave di alabastro. A Baccagni, provincia di Grosseto, si celebra il Raduno dei maggesi una questua legata al culto degli alberi e dei rituali della vita di campagna. Maestoso e della durata di quattro giorni il Pellegrinaggio di Sant’Efisio: l’origine della festa risale al 1657 quando carri tradizionali e manifestanti con costumi d’epoca sfilano in processione per le strade di Cagliari e i comuni vicini come voto per la cessazione di una pestilenza. A Fossato, Campobasso, il Primo Maggio viene celebrato con l’antichissima tradizione della Pag liara Maje Maje. Un uomo che indossa la Pagliara, un cono di rami, erbe e fiori con una croce in cima, gira per il paese annunciando l’arrivo della primavera accolto da getti d’acqua che vengono lanciati da balconi e dalle porte mentre si chiede al mese di maggio di regalare abbondanza. Simbolo del Primo Maggio a Forlì è il cedro: la leggenda narra che San Pellegrino usasse le proprietà del cedro per curare i malati. Gli agrumi vengono benedetti nella chiesa di Santa Maria dei Servi e quel giorno nelle tavole delle famiglia non manca di certo.

In Russia viene chiamata la Festa dei lavoratori e della Primavera, e con il freddo che fa fino alla metà di aprile non c’è da stupirsi che venga celebrata la bella stagione. In Finlandia il Primo Maggio è la celebrazione non religiosa più sentita: adulti e piccini fanno festa per 48 ore di fila, tra i partecipanti migliaia di studenti (non a caso si celebra anche la Festa degli Studenti) che con l’inizio di maggio finiscono le lezioni. Anche in questo caso il clima gioca un ruolo importante, le giornate godono di più ore di sole e le temperature si riscaldano per questo in ogni grande città il parco pubblico viene preso d’assalto per il più grande pic-nic del mondo. Non mancano cibo, maschere e alcol a fiumi (le temperature sono più miti ma qualcosa per riscaldarsi ci vuole sempre).

Il Primo Maggio viene festeggiato da quando la parola d’ordine “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire” prende piede tra i movimenti sindacali. La proposta divenne concreta in occasione del congresso dell’Associazione internazionale dei lavoratori – la Prima Internazionale – riunito a Ginevra nel settembre 1866. nel 1886 a Chicago diecimila operai manifestarono chiedendo più diritti per i lavoratori. La manifestazione fu repressa nel sangue. In America una protesta di quelle dimensioni non si era mai vista. Nel mese di ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions indica nel 1 Maggio 1886 la data limite: oltre quel giorno gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare per più di otto ore al giorno. Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. La prima ricorrenza cadeva di sabato, molte fabbriche all’epoca lavoravano ma nonostante ciò 400mila lavoratori di 12mila stabilimenti negli Stati Uniti incrociarono le braccia. 80mila di quei lavoratori erano di Chicago dove le proteste continuarono nei giorni successivi e la polizia usò la forza. Morti, feriti, arresti: otto anarchici vennero arrestati senza motivo, vennero condannati all’ergastolo. Uno fu trovato morto in cella gli altri furono impiccati. I martiri di Chicago sono un simbolo del Primo Maggio.

In Italia il governo di Francesco Crispi vietò manifestazioni pubbliche per il 1 maggio ma a Voghera successe qualcosa di sensazionale: gli operai costretti al lavoro ci andarono vestiti a festa. Con la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento il Primo Maggio diventa tradizione.

Nel nostro Paese nel 1898 la festa coincide con i moti per il pane e con le proteste contro l’ingresso nella prima guerra mondiale. Durante il Ventennio fascista Mussolini sposta le celebrazioni al 21 aprile, il cosiddetto Natale di Roma. Il risultato è che oltre al fervore per i diritti dei lavoratori la festa diventa anche un moto per esprimere contrarietà al regime. Il primo maggio 1945 l’aria di Liberazione fa della festa dei Lavoratori una giornata unica. Due anni dopo però la data viene segnata dalla Strage di Portella della Ginestra: nella zona di Piana degli Albanesi, provincia di Palermo, gli uomini del bandito Salvatore Giuliano sparato colpi di mitra contro i lavoratori che stavano partecipando a un comizio. Undici persone rimasero uccise, una ventina i feriti ma molti morirono per le ferite riportate. Ancora oggi sono molte le ombre sulla strage che sembra avere radici mafiose. Solo nel 1970 i lavoratori, indipendentemente dall’appartenenza politica (le piazze avrebbero provocato la scissione dei sindacati), tornano in piazza per festeggiare uniti. Da allora i tempi sono cambiati, oggi il momento di aggregazione più bello è sicuramente il concerto del Primo Maggio a Roma. Oggi la riflessione va oltre: per festeggiare ci vuole un lavoro che di questi tempi è cosa rara.

 

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