Il gioco d’azzardo e la peste manzoniana di Milano

NEGARE UN PROBLEMA È IL MODO MIGLIORE PER INGIGANTIRNE LE CONSEGUENZE

di Avv. Osvaldo Asteriti ****

alessandro_manzoni_1Racconta il Manzoni nei Promessi Sposi che la peste del 1630, che flagellò l’intera Europa, e ridusse la popolazione di Milano, particolarmente colpita, da più di 240.000 anime a poco più di 64.000, fu all’inizio negata dalle autorità in tutte le maniere e alla fine ammessa, ma addebitata all’azione degli “untori”.

In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche di proferire il vocabolo. Poi, febbri pestilenziali: l’idea si ammette per isbieco in un aggettivo. Poi, non vera peste; vale a dire peste sì, ma in un certo senso; non peste proprio, ma una cosa alla quale non si sa trovare un altro nome: Finalmente, peste senza dubbio, e senza contrasto: ma già ci si attacca un’altra idea, l’idea del venefizio e del malefizio, la quale altera e confonde l’idea espressa dalla parola che non si può più mandare indietro.”

 

E’ evidente che il gioco d’azzardo di oggi non è la peste bubbonica del diciassettesimo secolo, ma proviamo a costruire un parallelismo tra i due fenomeni, elusivamente per cogliere eventuali identità di approccio metodologico tra le due situazioni.

 

Vedremo allora che l’atteggiamento tenuto oggi verso il gioco d’azzardo da parte di chi dovrebbe prevenirne la diffusione e curarne le conseguenze, soprattutto la sua più temibile, il GAP, è molto simile a quello delle autorità di allora nei confronti della peste.

 

Il gioco d’azzardo patologico è stato prima negato, poi ammesso, ma con un altro nome, ludopatia, genericamente malattia dovuta al gioco, a tutti i giochi, senza alcun espresso riferimento all’azzardo, alla fine malattia, ma “poco poco”, numericamente irrilevante, che interessa poche persone deboli e predisposte, incapaci di “giocare senza esagerare”, come suggeriscono i monopoli..

 

In fondo, le cifre ufficiali sono “rassicuranti”, confortano la tesi minimalista. Secondo i dati forniti da Federserd (Federazione Servizi pubblici per le dipendenze) nel 2015 si sono rivolti a strutture specializzate 9.000 persone.

 

Certo colpiscono due circostanze: la mancanza ad oggi di uno studio epidemiologico del Ministero della Salute sul GAP e il numero dei comuni in Italia, 8.000.

 

Secondo questi dati, insomma in Italia ci sarebbero in media 1,1 malato di Gap in ogni Comune

 

Sembra difficile da credere, per non dire che si tratta di una vera e propria mistificazione, anche se secondo Baretta i Monopoli “Tutelano la salute e garantiscono la legalità”, senza ovviamente spiegare come.

 

Ma forse lo sappiamo, ad esempio attraverso una offerta di gioco legale così massiccia, così ossessiva che dovrebbe essere in grado di “ammazzare” l’offerta di gioco d’azzardo illegale, l’unico che secondo i monopoli fa ammalare, anche se sappiamo tutti, come ha recentemente ricordato l’inchiesta della commissione nazionale antimafia, che il gioco d’azzardo legale rappresenta il migliore terreno di coltura, il volano più efficace del gioco d’azzardo illegale.

 

Insomma, una riedizione della “Storia della colonna infame”.

“Dagli all’untore”.

 

***Il contributo dell’avv. Osvaldo Asteriti è tratto- su espresso consenso dello stesso- dal suo blog “WIN FOR LIFE, GRATTA & VINCI ED ALTRI INGANNI”

Il contenuto dell’articolo è espressamente verificato dal suo autore che ne è interamente responsabile, sollevando Fatto&Diritto da ogni responsabilità.

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