Il diabete,conoscerlo per sapere e curare

NOVITÀ IN OCCASIONE DELLA

GIORNATA MONDIALE DEL DIABETEdel dottor Giorgio Rossi

  Il 14 novembre si è celebrato il World Diabete Day ( Giornata Mondiale del Diabete), istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In Italia è organizzata dal 2002 da Diabete Italia per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sul diabete, sulla sua prevenzione e gestione. Diabete Italia ONLUS è un consorzio che raccoglie le Associazioni italiane fra persone con diabete e fra genitori di persone con diabete e le Società Scientifiche che operano nel campo della Diabetologia.

Il diabete ( o diabete mellito) è una malattia caratterizzata da un eccesso di zuccheri nel sangue ( iperglicemia). La forma più frequente è il diabete di tipo 2 che si manifesta dopo i quarantanni, soprattutto in persone sovrappeso o obese. La sua evoluzione è lenta e inizialmente priva di sintomi; gradatamente la persone perde la capacità di controllare l’equilibrio della sua glicemia. E’ comunemente noto come diabete alimentare.

 

L’altra forma è il diabete di tipo 1, dovuto a una reazione autoimmunitaria che distrugge le cellule beta del pancreas dove viene prodotta l’insulina, ormone necessario a far entrare il glucosio nelle cellule. La persona con diabete di tipo 1 deve assumere l’insulina artificialmente dall’esterno e fare in modo di averne sempre la giusta quantità nel sangue.

 

Il diabete di tipo 1 insorge spesso in età pediatrica. Circa 100 mila bambini e ragazzi in Italia hanno il diabete di tipo 1 e sono seguiti da una rete di Servizi di Diabetologia ove trovano le migliori cure, ed anche le migliori indicazioni per educare le famiglie e i ragazzi a una corretta gestione del diabete.

La persona con diabete di tipo 1, infatti, sia nell’infanzia , sia nell’adolescenza, sia nella vita adulta, può svolgere una vita normale. Nessuna attività o obiettivo gli è precluso. Esistono scienziati, fotomodelle, artisti e grandi campioni dello sport con diabete di tipo 1. Fondamentale è mantenere la glicemia il più possibile vicino alla norma. Evitando iperglicemie, che a lungo andare creano complicanze, ma anche ipoglicemie.

 

Altro tipo di diabete è il diabete gestazionale che caratterizza una percentuale non trascurabile delle gravidanze. E’ una forma temporanea di diabete che si manifesta dal secondo trimestre di gravidanza e generalmente scompare dopo il parto. Non comporta danni al nascituro se non un aumento del peso alla nascita.

 

Il numero di persone con diabete di tipo 2 è in veloce crescita sia nei Paesi avanzati, sia nei Paesi che hanno da poco iniziato il loro sviluppo economico dovuto essenzialmente al cambiamento dello stile di vita, delle abitudini alimentari ( si mangia di più e peggio), all’aumento della sedentarietà, condizioni che favoriscono il sovrappeso o l’obesità.

 

In Italia oggi si stima :

− 3 milioni di persone con diabete tipo 2 diagnosticate e seguite;

− 1 milione con diabete di tipo 2 ma non ancora diagnosticato;

− 2,6 milioni di persone con difficoltà a mantenere la glicemia entro i limiti della normalità e pertanto candidate a sviluppare un diabete di tipo 2.

 

Per quanto riguarda il diabete di tipo 1 si stima che in Italia oggi circa 250 mila persone siano affette da questa malattia che colpisce ogni anno 84 persone su un milione. In tutto il mondo si è registrata una crescente tendenza del diabete di tipo 1 e al momento può essere considerata la più frequente delle malattie rare.

Il diabete, se non tenuto sotto controllo con un adeguato trattamento, favorisce il processo di ostruzione delle arterie e può diventare la causa di importanti complicanze :

 

− retinopatia diabetica ( i capillari della retina si deteriorano provocando una riduzione della capacità visiva);

− nefropatia diabetica ( i filtri a livello del rene perdono gradatamente la loro funzionalità);

− neuropatia diabetica periferica;

− arteriopatia periferica fino al cosiddetto “piede diabetico”;

− arteriopatia centrale con aumentato rischio di ictus e infarti

 

Accanto a queste che sono da considerare complicanze ad andamento cronico, esistono complicanze acute :

 

− iperosmolarità, una condizione caratterizzata da glicemia molto elevata che possono condurre a sonnolenza e stupore;

− chetoacidosi, dovuta ad una non adeguata assunzione di insulina e caratterizzata da forte sete, frequente stimolo a urinare, stanchezza e veloce dimagramento;

− ipoglicemia, condizione che si verifica quando l’assunzione di farmaci avviene in quantità superiore ai livelli di glicemia nel sangue e si manifesta con tremori, sudorazione fino a confusione.

Tutte queste condizioni possono portare a manifestazioni neurologiche serie, fino al coma, quasi sempre reversibili.

 

La terapia del diabete si basa sull’uso dell’insulina (unico trattamento per il diabete di tipo1) e sugli antidiabetici orali recentemente arricchiti di nuove molecole, le incretine, più pratiche e con meno effetti collaterali

 

Ma la Giornata Mondiale del Diabete di quest’anno sarà ricordata per le incoraggianti notizie che provengono dal fronte delle cellule staminali.

Nel 2014 è stata pubblicata, sulla prestigiosa rivista scientifica Cell, il risultato della ricerca condotta presso Harvad Department of Stem Cell e Regenerative Biology (Harvad University USA) in cui veniva riportata la possibilità di differenziare in vitro cellule mature secernenti insulina a partire da cellule staminali pluripotenti umane embrionali. Le cellule così ottenute e impiantate in modelli murini risultavano del tutto simili alle cellule beta del pancreas in grado di secernere insulina umana in risposta ai livelli di glucosio nel sangue.  

 

Successivamente la Food and Drugs Administration ( l’Agenzia del Farmaco statunitense) per la prima volta ha approvato l’utilizzo delle cellule staminali per la terapia del diabete tipo 1.

Allora si iniziava uno studio di fase 1 su un numero molto limitato di pazienti in cui le cellule staminali sono state impiantate nel sottocute della schiena. Seguirà uno studio di fase 2 comprendente un numero maggiore di pazienti ( previsti 28) sempre per dimostrare la sicurezza della tecnica.

Il progetto è stato approvato anche in Europa e appena verranno definiti gli aspetti regolatori, si potrà partire con la sperimentazione su una decina di pazienti.

 

Anche se la prudenza è d’obbligo nel campo della scienza, la strada è considerata dagli esperti di enorme interesse.

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