“Il casino di campagna”, una piacevole lettura

ROMANZO D’ESORDIO DI VINCENZO LUZI 

ANCONA – di Chiara Napoli – Tra realtà e fantasia, tra presente e passato. Un racconto ispirato ad un quadro riemerso dai ricordi di infanzia dell’autore; un’indagine che inizia da un’opera d’arte e che cela una storia d’amore proibita e a cui se ne affaccia un’altra in parallelo. La narrazione inizia a Roma, con l’incontro fortunato tra un uomo e una donna, i quali decidono di passare qualche giorno delle vacanze estive nel piccolo e tranquillo borgo di Strada, vicino a Camerino (MC), dove la famiglia di lui possiede da diverse generazione un piccolo casino in campagna. Una volta che lei giunge a destinazione esplorano insieme le stanze dell’abitazione, l’ambiente è rimasto intatto: il grande pendolo a carica manuale, il torchio con l’incisione “1775”, i documenti della proprietà archiviati nello studio…. Giunti nella piccola cappella lei si accorge di uno strano dipinto e domanda dell’uomo e della donna che vi sono raffigurati tra le fiamme. Presi dalla curiosità la coppia iniziano ad indagare sull’identità delle due figure e dopo qualche ricerca, spinta anche da una piccola dose di fortuna e da un pizzico di fantasia, attribuisce dei nomi a quelli che immaginano essere due amanti: Margherita Boccapadule e Alessandro Verri. Da lì iniziano, quasi fosse un gioco, una ricostruzione delle vicessitudini che hanno interessato i due amanti, la casa, il piccolo borgo e, vista l’estrazione sociale dei personaggi, della storia dell’Italia illuminista tra Roma e Milano; a cui ovviamente si affiancano le descrizioni delle giornate estive che i due protagonisti trascorrono insieme. 
Il libro si sviluppa leggero, di carattere le numerose citazioni storico-letterarie che si sposano perfettamente con l’intera vicenda narrata nel testo. L’autore, Vincenzo Luzi, non riesce a non svelare un po’ di sé nel racconto. Lui quei luoghi li conosce bene, tanto da definirli “luoghi dell’anima”. Nato a Camerino, ha lasciato da giovane le Marche per motivi lavorativi; recentemente, tornato in regione, ha intrapreso il suo primo e riuscitissimo esperimento letterario con il “Casino di Campagna”: un dono alla terra e alle persone che la abitano. Lo stesso Luzi non nasconde il forte sentimento che lo lega alla casa di famiglia e ai ricordi di gioventù di cui si menziona ampiamente nel libro. 

Tra le righe traspare la grande sensibilità di Luzi, il quale denota grande bravura nel far emergere le caratteristiche e peculiarità dei personaggi tramite i divertenti dialoghi. Un romanzo consigliato anche per l’efficacia nell’affrontare argomenti storici in modo piacevole, spiritoso e creativo. Edito da Italic Pequod, è disponibile al costo di 16 euro.

(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

 

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