Fusione nucleare tra la frenesia della novità e il cauto ottimismo

della Dottoressa Laura Franceschi (Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio, Università degli Studi Milano Bicocca)
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Secondo tre persone a conoscenza dei risultati preliminari di un recente esperimento, gli scienziati del governo degli Stati Uniti hanno fatto un passo avanti nella ricerca di un’energia illimitata a zero emissioni di carbonio ottenendo per la prima volta un guadagno netto di energia in una reazione di fusione

Queste sono le parole diffuse nel weekend dal Financial Times che hanno acceso l’entusiasmo attorno alla nuova “speranza energetica”. Le indiscrezioni sono poi state confermate nella giornata di ieri (13 Dicembre 2022) quando il Dipartimento Usa dell’Energia ha ufficializzato il successo dell’esperimento di fusione nucleare condotto dai ricercatori del Lawrence Livermore National Laboratory in California.

Il nucleare che produce energia
Le reazioni nucleari che permettono la produzione di energia possono essere di due tipi: la fissione e la fusione. La fissione nucleare è un particolare processo di disintegrazione durante il quale nuclei pesanti, come quelli dell’uranio o del torio, opportunamente bombardati con neutroni, si dividono in due frammenti, entrambi di carica positiva, che si respingono con violenza allontanandosi con elevata energia cinetica.

Invece, la fusione prevede l’unione di due nuclei di elementi leggeri, quali deuterio e trizio, a temperature e pressioni elevate che, fondendo, formano nuclei di elementi più pesanti come l’elio con emissione di grandi quantità di energia. (Fonte definizioni: Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica).

Il primo meccanismo è orami da tempo sfruttato dall’uomo e tra i vari impieghi che se ne sono fatti vi è anche la produzione di energia. È del tutto nuova invece la possibilità di ottenerne attraverso il secondo metodo ed è quello che è appena accaduto nei laboratori californiani dove, concentrando 2,05 MJ di luce laser su una minuscola capsula di combustibile per fusione, sono riusciti a produrre 3,15 MJ di energia. Il successo americano rappresenta la prima volta in cui, da reazioni come queste, si è riusciti a ottenere un bilancio energetico positivo.

Energia pulita? Forse sì ma solo tra qualche decennio.
La notizia del successo della fusione nucleare è stata accolta con grande entusiasmo da tutto il panorama internazionale soprattutto perché questo meccanismo potrebbe rappresentare la svolta in ambito della produzione di energia pulita. Infatti, tra i tanti pro della fusione nucleare possiamo elencare, oltre all’elevata efficienza, l’assenza di produzione di anidride carbonica e di scorie.

Tuttavia, crediamo che l’ottimismo diffusosi con questa novità andrebbe moderatamente rimodulato Del resto, gli stessi ricercatori hanno ammesso che saranno necessari decenni per rendere questa tecnologia accessibile. In particolare, Kim Budil, direttrice del Lawrence Livermore National Laboratory, dove è stato condotto il test, ha dichiarato “Questa è stata l’accensione, una volta, di una capsula ma per ottenere l’energia commerciale da fusione c’è bisogno di molte cose. Bisogna essere in grado di produrre molti eventi di accensione per fusione per minuto e bisogna avere un robusto sistema di elementi di trasmissione per realizzarli“.

Non vorremmo fare la fine del grillo di Pinocchio, ma ci si permette di rilevare che l’Europa, che si è posta come obiettivo l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050, non può aspettare l’implementazione di questa tecnologia e deve continuare a lavorare duramente per continuare la lotta al cambiamento climatico.

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