Fuori di testa per McDonald’s, esilarante reportage

L’UNICO POSTO DOVE I CLIENTI HANNO SEMPRE RAGIONE?

di Alex Gasparini e Mattia Morbidoni

F&D vignetta mcdonaldsAncona, 07 luglio 2013- Siete alle solite? Vi si prospetta una serata noiosa? E il portafoglio è mezzo vuoto? Perché non godersi un po’ di alimentazione al risparmio e una boccata di felicità al McDonald’s di Ancona in zona Baraccola? A soli 5 euro e 70 centesimi ecco un menù comprensivo di hamburger, patatine e bibita ghiacciata. Già, ma come la mettiamo con le riviste sul nutrizionismo e la sana alimentazione, coi commenti sui siti Internet che da anni hanno condannato all’inferno culinario i cibi serviti al McDonald’s?
“De gustibus non disputandum est”, insegnavano gli antichi romani, che di gloriose abbuffate a base di vere prelibatezze e leccornie se ne intendevano eccome. Certo, 2000 anni fa il McDonald’s era fantascienza. Ma anche oggi “i gusti non sono discutibili”. L’importante è la risposta del palato. Ognuno ha il suo. E sono una miriade i palati che il Mc lo promuovono decisamente in paradiso. Provate a chiederlo alle varie persone che abbiamo incontrato nel corso di alcune incursioni sul posto. Per la verità, prima di iniziare (perdonateci il pregiudizio), ci sentivamo un po’ come degli zoologi che si accingevano a fotografare dei caimani nella foresta amazzonica. E invece…
Ecco tre giocatrici di pallavolo! In una fresca serata della scorsa primavera, dopo aver disputato una partita pomeridiana, si presentano con nonchalance al Mc anconetano, desiderose di addentare un pasto a loro avviso succulento, sano e nutriente, per tenersi sempre in forma. Ecco un’arzilla vecchietta ma arzilla, dai capelli bianchi, che la stessa sera, seduta accanto ai suoi nipotini, sorseggia beata una Coca Cola come se fosse il tè delle 5. Magari era convinta che fosse quello il metodo più opportuno per darsi la giusta carica in vista del torneo di briscola del dopocena.

Una tappa-ghiottoneria, quella da McDonald’s? Della stessa opinione sarà sicuramente quel ragazzo, sui 25anni, che mesi fa abbiamo intercettato mentre arrivava a bordo di una dorata Mercedes, vestito con giacca e pantaloni eleganti. Si è avviato con fare spavaldo verso il bancone, ha ordinato per cena un menù grande, incurante del costo “esorbitante” di ben 6 euro! C’è poi quel nostro amico, Alessio. Una volta abbiamo marinato la scuola insieme, eravamo al terzo anno delle superiori. Si è inflitto la tortura di una fila di dimensioni epocali all’ora di pranzo. Con lo sguardo sempre perso verso l’orizzonte. Come se stesse aspettando di ricevere l’ostia dal prete. Una volta arrivato in cassa, ha chiesto con fare deciso un semplice toast. Quasi mezz’ora di fila per un toast! Forse non l’avrebbe fatta neanche per accedere a un pranzo di gala al Ristorante Passetto…
Probabilmente, di opinione diversa, sebbene un po’ confusa, la mamma che abbiamo incontrato a gennaio. L’abbiamo vista varcare la soglia del McDonald’s, anche lei all’ora di pranzo di un giorno feriale. Trascinava per mano un pargoletto particolarmente paffuto, saltellante, gioioso per la certa prospettiva di far lievitare ulteriormente la sua pancia. Ma tant’è. L’allegria dell’aspirante baby-obeso si è spenta d’improvviso, quando la “mammina”, avvolta in un lugubre impermeabile marroncino sbiadito, gli ha servito una oscura intimazione-raccomandazione: “Ordina qualcosa di sano!” E’ andata a finire che il pargolo-cavia ha rimediato un intruglio verde dove facevano capolino alcuni pezzi di variopinti “oggettini pseudo commestibili non identificati”; una sbobba spacciata per “mix salad”. Della serie: vai in un quartiere popolare di Napoli, è invece di sbafarti una ricca e tradizionale pizza, sei costretto a ingurgitare una fetta di un improbabile strudel austriaco.

Il sabato sera il fenomeno McDonald’s assume caratteristiche febbrili. Un fenomeno che ha qualcosa di patologico, ancora molto da studiare. Sembra che possa portare ad una vera e propria dipendenza. Che negli hamburger ci sia qualche ingrediente segreto dagli effetti un po’ “stupefacenti”? Tali da determinare perfino crisi di astinenza? Mentre sediamo al nostro tavolino, fa irruzione nel locale un gruppo di teen-ager. Tutti tirati a ludico, divise d’ordinanza buone per il successivo ballo-sballo in discoteca. Sono già su di giri. Appena agguantano le patatine iniziano a tirarsele. Ad ogni centro, ululati bestiali e frenetiche risate. E la birra scorre a fiumi. Non sono certo i soli ragazzi che fanno un gran casino. C’è un’altra giovanissima comitiva iper-rumorista che festeggia un compleanno. Da questa atmosfera, satura di decibel e olezzo di fritto, riesce incredibilmente ad isolarsi un signore di mezza età. Solo come uno spinoso cactus nel deserto. Seduto davanti alla caffetteria, impiega un paio d’ore a deglutire il suo burger. Lo sguardo affoga nel bicchiere di birra. Ogni tanto lo notiamo con la testa fra le mani. Ci si stringe il cuore. Cosa lo affligge? Un caso da psicologo? Una volta digerito il Big Mc, beneficerà di “good vibrations” terapeutiche. Non lo sapremo mai. Poco lontano, c’è un altro signore che ha superato gli “anta”. Visibilmente annoiato, stressato. Assediato dalla moglie e dai due figlioletti maschi, che mangiano e stra-chiacchierano con fare adrenalinico. Il padre di famiglia assaggia appena qualcosa. Ha l’aria di chi sta scontando una condanna. E trova il modo di alienarsi. Continua ad armeggiare col cellulare. C’è l’anticipo del campionato di calcio. Forse, tra i vari sms che invia, c’è quello con cui chiede a un amico più fortunato di lui il risultato della partita della squadra del cuore.
Un paragrafo a parte del nostro Mc-reportage, merita il caso dei manifestanti in cui siamo incappati circa due anni fa, stavolta all’ora di cena. Se ne stavano davanti alle porte d’ingresso, con cartelli che illustravano i feroci maltrattamenti che a loro dire subiscono gli animali allevati per essere poi trasformati nei ricercatissimi hamburger. Per nulla turbati da quella inquietante presenza contestataria, i tantissimi clienti. I quali, nel risto-spazio sempre esterno, restavano comodamente e seraficamente seduti ai tavoli a consumare il pasto senza alcun indugio.
Il nostro ansioso pensiero va anche alle tante coppie di fidanzatini che il sabato sera si rinchiudono tra le mura del locale per mangiare insieme. L’uno davanti l’altra, calcolando il totale delle calorie immagazzinate, riportate sul fondo dei contenitori dei cibi. Che romantici! Speriamo che abbiano fatto bene i calcoli. Perché la matematica non è un’opinione. Il McDonald’s forse sì.

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