Rock & Diritto: Enjoy the silence, quando il silenzio diventa una cura

“Words like violence

Break the silence

Come crashing in

Into my little world

Painful to me

Pierce right through me

Can’t you understand

Oh my little girl

 

All I ever wanted

All I ever needed

Is here in my arms

Words are very unnecessary

They can only do harm

Vows are spoken

To be broken

Feelings are intense

Words are trivial

Pleasures remain

So does the pain

Word are meaningless

And forgettable

All I ever wanted

All I ever needed

Is here in my arms

Words are very unnecessary

They can only do harm”

Parole come violenza
Rompono il silenzio
Arrivano schiantandosi
Nel mio piccolo mondo
Sono dolorose per me
Mi penetrano direttamente
Non puoi capire
Ragazzina

Tutto ciò che ho sempre voluto
Tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno
È qui nelle mie braccia
Le parole sono davvero superflue
Possono solo fare male

Le promesse sono fatte
Per essere spezzate
Le emozioni sono intense
La parola è banale
I piaceri rimangono
Così fa la paura
La parola è insignificante
E obliabile

Tutto ciò che ho sempre voluto
Tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno
È qui nelle mie braccia
Le parole sono davvero superflue
Possono solo fare male”

Meraviglioso brano dei Depeche Mode, Enjoy the Silence (Goditi il silenzio) viene  composto da Martin Lee Gore e  registrato nel 1989.
Nella prima settimana il brano estratto dall’album Violator vende più di un milione di copie; un successo mondiale per il gruppo britannico che si conferma a livello internazionale.

L’idea originaria di Martin Lee Gore è quella di una dolce ballata in do minore tanto che la versione demo, cantata dallo sesso Gore, è suonata soltanto con l’harmonium, strumento musicale azionato con una tastiera e che spesso viene usato per la musica sacra essendo dotato di pochi registri. Alan Wilder crea però  una nuova versione del brano arricchita anche dalla voce di David Gahan ed il  pezzo rimane talmente affascinante da essere  ripreso nel tempo da altre band, ma anche dallo stesso gruppo di Dave Gahan che ne registra più versioni dopo la prima.
Un sorta di  inno alla pace e serenità il cui video originale (diretto dal fotografo e regista olandese Anton Corbijin)  è davvero un capolavoro: ci mostra proprio Gahan che, vestito da re e con in mano una sdraio da mare, si avventura per il mondo attraversando vari luoghi fermandosi di tanto in tanto ad ammirare i posti in cui si trova fino ad arrivare ad ammirare  lo  spettacolo delle Alpi. L’immagine di questo re sembra evocare quella del Piccolo Principe di Antoine de Saint Exupery, chi non la ricorda. Una sorta di ricerca di pace per un re forse stanco di parole e potere e bisognoso solo di silenzio. Quel silenzio che si può “ammirare” solo stando bene con se stessi,  solo con quell’equilibrio che permette di vivere, di godere e non subìre la mancanza di parole e suoni.
In realtà il gruppo non trovò geniale l’idea originale del video per questo nel 1990 ne girarono un altro sul tetto di una delle torri gemelle del World Trade Center.Solo successivamente fu ripreso anche questo video.

Nel 2004 i Depeche Mode creano anche un’altra versione della canzone, più dance il cui video rappresenta la misteriosa invasione vegetale di un grattacielo moderno e si conclude con l’immagine animata di una rosa ( la stessa rosa che si trova sulla copertina di Violator, album che in origine conteneva il singolo e che compare anche nel primo video) che si staglia sul tetto del palazzo mentre dai computer nelle stanze vengono trasmessi filmati della band live.
Un riff di chitarra e l’accompagnamento lieve di percussioni sembrano prenderci per mano ed accompagnarci in un’atmosfera calda, poetica,  che trasmette serenità come a volte può fare il suono del silenzio….

VALENTINA COPPARONI

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