Decibel, 7 vite come i gatti nonostante la burocrazia

LOCALE CHIUSO, MA I DJS AVVIANO IL PROGETTO HOMELESS

Fed logo homeles decibel– ANCONA – di Lucia Principi – Note stonate per la musica “giovane e alternativa” anconetana: ha chiuso i battenti il più frequentato circolo del capoluogo regionale. Il Decibel Social Club non ha riaperto dopo la pausa estiva, ha dovuto rinunciare alla sua sede alla Baraccola, in via Conti, dicendo addio – almeno per ora in modo stanziale – a un progetto artistico-culturale di alto livello, che aveva attirato una nutritissima ed eterogenea fetta  del “popolo della generation”. Si è sperato fino all’ultimo, nulla da fare: norme di sicurezza non rispettate, arredi da cambiare, pavimento e solaio da rifare. “Abbiamo passato un’intera estate a far calcoli e chiedere preventivi: pensavo ce la potessimo fare coi soldi necessari per non avere più noie – spiega Mario Pagetta, del direttivo dell’associazione Decibel – Abbiamo presentato le soluzioni alle istituzioni, hanno trovato altre magagne: insomma, secondo loro il locale non era adeguato per il tipo di attività che volevamo proporre”.

Nato nell’autunno del 2011 da un’idea di Luciano Zullo e Patrizio Piombetti, il Decibel negli ultimi due anni ha dovuto fare i conti con controlli di vario tipo. Da lì la brutta scoperta:  in base all’intricatissima burocrazia e normativa del settore esistevano numerosi deficit strutturali. E ad un difetto, una pecca, se ne aggiungevano altri. Un crescendo alla lunga rivelatosi fatale. Un crescendo di sopralluoghi (effettuati al di fuori dell’orario di apertura) di vigili del fuoco e personale Asur, i quali hanno rilasciato verbali con le riscontrate irregolarità (questione ancora aperta, i giovani del Decibel sperano di evitare sanzioni).

I ragazzi del Decibel sono per lo più djs,  poco ferrati in merito a certe regolamentazioni. Certo, qualcuno aveva già gestito altri locali, ma “le norme cambiano in continuazione”, precisa Mario. E aggiunge: “In sostanza, alla fine, abbiamo capito che il Decibel, per risultare perfettamente in regola, avrebbe dovuto avere i requisiti e rispettare i parametri di classica discoteca commerciale”.

 Lo stabile (proprietà di un privato) è in una zona periferica, ai confini col quartiere di Brecce Bianche. Mai segnalati episodi o problemi legati all’ordine pubblico, né sono giunte lamentele da chicchessia. “La verità? – confessa Mario – Locali del genere non sono per tutte le aree d’Italia. Forse è proprio Ancona il problema. In altre città esistono posti fotocopia del Decibel che funzionano senza grossi grattacapi”. Non possono nascondere l’amarezza e il dispiacere i ragazzi del Decibel: accanto a Luciano e Patrizio, fanno parte del direttivo Mario Pagetta, Massimo Canzi e Matteo Montanari. Il loro progetto si è concretizzato quattro anni fa in un circolo Arci. E grazie ad une serie di proposte socio ricreative e culturali variegate, intriganti e in continuo crescendo, ha portato linfa vitale ad Ancona, riscontrando fin da subito un enorme successo di pubblico. Tra le iniziative: aperitivi a tema, reading letterari, spettacoli teatrali, rassegne fotografiche e mostre di vario genere; ma i piatti forti sono stati le feste universitarie, le serate con dj set di musica elettronica, dance hall (reagge, dancehall, raggamuffin) rock, anni ’80 e ’90, “vintage 50’-60’, e, soprattutto, i concerti dal vivo. Live per band emergenti della provincia, spettacoli anche di alto livello, che hanno attirato gente anche da fuori provincia, perfino da altre regioni. Negli ultimi mesi di attività, tra gli altri, si sono esibiti Diaframma, Giorgio Canali, Cristiano Godano e Giancarlo Onorato. Memorabili i concerti di Statuto, Offlaga Disco Pax, Giardini di Mirò. Ora, per assistere a un bel concerto, gli anconetani devono necessariamente prendere l’auto e spostarsi fuori città. “Uno pensa di far passare il bello, fa le cose per passione, affiancandole al proprio lavoro, ci mette l’anima, ma alla fine non basta – conclude Mario – Bisognerebbe essere veri e scafatissimi imprenditori per gestire certe dinamiche e per portare avanti un locale di questo tipo, non è sufficiente la buona volontà. Allora forse funzionerebbe… ma sarebbe lo stesso senza il cuore?”.

Resta inoltre irrisolto un piccolo giallo. Dal 2005 al 2010, prima dell’esperienza Decibel, la stessa sede di via Conti, aveva brillantemente funzionato come Hangar. Gestito dalla compagnia Vicolo Corto come vero e proprio spazio-laboratorio di teatro, cabaret e danza; ma non solo, anche per proiezioni di film e cortometraggi e talvolta per feste musicali. Senza avere problemi con le autorità competenti, né subire contestazioni di eventuali lacune nella messa a norma.

In ogni caso, colpita sì, ma non affondata, la premiata “Banda del Decibel”, alla quale auguriamo di avere sette vite come i gatti:  sebbene ancora in cerca di aiuti (la speranza che il Comune si faccia avanti per agevolarli nella ricerca di un’ altro locale idoneo e a prezzi contenuti è l’ultima a  morire), continua ad agire e farsi piacevolmente sentire con il progetto “Homeless”, organizzando serate di dj set al Silos, al Naif, al Santa Monica e in altri locali anconetani; nel frattempo continua la ricerca di una nuova sede dalla quale ripartire, si spera, il prossimo anno.

(articolo tratto da Urlo mensile di resistenza giovanile)

 

 

 

 

 

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