CULTURA E SPETTACOLI- ‘ Come saltano i pesci’, un film interamente marchigiano

DAL REGISTA VALORI, UNA DELIZIOSA METAFORA SUL SENSO DELLA VITA

di Alessandro Faralla (Responsabile Cultura e Spettacoli F&D)

CSIP_Locandina No Credits Come saltano i pesci è un film intimo quanto universale. Il terzo film di Alessandro Valori è un racconto sulla famiglia, sui sogni, le paure e l’imprevedibilità dell’esistenza.

Produzione indipendente, girato interamente nelle Marche, sia Valori che il protagonista Simone Riccioni (anche autore del film) sono infatti marchigiani.

La vita non è una strada sempre dritta e luminosa, per tanto tempo Matteo (Simone Riccioni) ha pensato fosse proprio così: la complicità con i genitori (che hanno il volto di Giorgio Colangeli e Maria Amelia Monti), una sorellina, Giulia (Maria Paola Rosini), che lo venera e un sogno da conquistare. Tutto cambia dopo un tragico evento e Matteo scopre che le sue certezze, la sua giovane vita è stata un inganno, un’illusione. Spiazzato e ferito partirà alla ricerca delle risposte in un viaggio dove l’incontro sarà un fattore determinante. Altre le anime e le vite che Matteo incrocierà lungo il cammino.

Attraverso il suo dramma come in una caccia al tesoro, tortuosa e malinconica, si rischiara l’orizzonte e insieme la verità; così vediamo un ragazzo non più isolato nel comprendere ciò che gli è stato nascosto ma complice e spettatore del vissuto degli altri. Seppur il registro sia drammatico ed intenso Valori lo rende meno aspro con momenti leggiadri che addolciscono la densità della vicenda.

Convincente nel ruolo di un uomo perso, svuotato e perdente un inedito Biagio Izzo. Completano il cerchio di questo simbolico quadro identitario altri due giovani, il Luca di Brenno Placido, ragazzo che sembra non aver un approdo, consumato dal rancore e Angela (Marianna di Martino), una ragazza la cui arte e profondità faticano ad emergere.

Come saltano i pesci e il cuore della sua storia sono una bella metafora sul percorso della vita: non possiamo restare fermi sulla banchina, dobbiamo partire e scoprire, lasciarci coinvolgere e guardare avanti perché non ci sono certezze, c’è la meraviglia dell’imprevedibilità e qualche volta bisogna saltare.

Un stile coinvolgente e gradevole che ha fatto presa tra gli spettatori perchè capace di parlare di genitorialità, identità e apparenze in maniera onesta ed intelligente.

Il film distribuito da Multivideo e Mariposa è presente in meno di 40 copie (dal 31 marzo) e sta avendo un riscontro più che positivo da parte del pubblico: nel primo di giorno di programmazione ha fatto registrare la miglior media per sala, un ulteriore segno che quando un’idea è buona il cinema ha sempre qualcosa da dire al di là delle risorse produttive.

 

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