“Conchiglia verde” disco-dancing amarcord

RICORDO DI UNA MITICA OASI MUSICALE

– SIROLO (AN) – di Teresa Po –

festa conchigliaProvate a chiedere ai vostri genitori e nonni, cos’era la Conchiglia Verde. Ve ne parleranno come di un famoso locale, immerso nel bosco sopra la bella spiaggia Urbani di Sirolo. La Conchiglia, dai più conosciuta come discoteca, nasce subito dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, sulle ceneri di un campeggio per i Balilla (i ragazzini iscritti all’omonima Opera nazionale fascista), per mano del costruttore edile sirolese Enzo Sturba. Nel corso della sua storia lunghissima, ha ospitato molte attività, persino un casinò.

All’inizio si ballavano swing e boogie woogie, arrivarono i primi artisti, fra tutti quei pazzerelloni dei Brutos, inventori del rock demenziale italiano. Il periodo di gloria e maggior fama?

Soprattutto quello a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘70. Nulla da invidiare a locali musicali popolarissimi a livello nazionale come il “Piper” di Roma o “La Capannina” di Forte dei Marmi.

Schermata 2016-05-09 a 10.38.40Vi si esibirono star di gran calibro, come Patty Pravo, Mina, Ornella Vanoni, Gianni Morandi, Lucio Dalla, solo per fare alcuni esempi. E poi il fenomeno dei “complessi beat”, a cominciare da Equipe 84, Camaleonti, Corvi. Musica pop nei formidabili “sixties”, in cui emergeva per la prima volta dal punto di vista sociale, in modo caratterizzatissimo e un po’ ribelle, una vera generazione giovanile. Ma non solo. Sul palco anche sonorità “colte”, con le esibizioni del tenore Beniamino Gigli, i concerti dell’orchestra del direttore anconetano Pio Boccone. E spazio ai concorsi di bellezza: fu Mike Bongiorno a presentare “Miss Conchiglia Verde”. Col passare degli anni il locale acquisì sempre più le caratteristiche di un vero e proprio dancing club prima e di una discoteca poi. Moltissimi giovani di quei bei tempi, provenienti anche da fuori provincia, andavano a divertirsi alla Conchiglia Verde, dove le feste in musica iniziavano il pomeriggio e finivano anche in tarda serata. E i djs in consolle, negli anni ’70, sparavano l’allora a modo suo rivoluzionaria disco music, un po’ più tardi spesso alternata a memorabili raduni di afro. La pista interna e quella esterna, il giardino da sogno con le sue panchine circondate dalle siepi, le luci stroboscopiche, la “caccia” alle turiste straniere, il più delle volte ben contente di trasformarsi loro stesse in cacciatrici di flirt dal sapore di mare: tutto era speciale in quell’oasi.

Schermata 2016-05-09 a 10.39.13Enzo Sturba, con l’appoggio della moglie e dei figli, fu il pioniere del turismo sirolese e di tutta la Riviera del Conero. Sirolo riscoprì la sua identità di “Perla dell’Adriatico” grazie anche e soprattutto all’attività della Conchiglia, dopo aver vissuto anni oscurata dall’ombra della vicina Numana. Un vero peccato che i formidabili anni iniziati col boom economico e proseguiti su quell’onda di voglia di nuovo divertimento liberatorio e un po’ trasgressivo in pista siano finiti per la Conchiglia. Non prima di un ritorno di fiamma, durato un bel pezzo, luminoso negli anni ’80 anche con rock party, poi con l’arrivo dell’house music, della tecno, le serate a tema organizzate dalla nuova generazione di djs, legati spesso in team capaci di calamitare un grande ed eterogeneo pubblico.

Nel 2013, purtroppo, il locale ha chiuso i battenti a seguito di una serie di problemi amministrativi e giudiziari. Peripezie burocratico-legali, alimentate da esposti e denunce, che a metà anni ’90 hanno finito per ossessionare i figli di Sturba, che dal padre avevano preso il testimone dell’attività. Dapprima una chiusura a seguito di un controllo dei carabinieri che rilevarono delle incongruenze relative alle norme antincendio, in particolare l’uscita di sicurezza sembrava non essere abbastanza larga. Nei primi del 2000, un’altra chiusura imposta dopo una denuncia partita da una raccolta di firme di alcuni residenti della via poco sopra la Conchiglia. Intolleranti nei confronti del rumore e della musica a loro giudizio troppo elevati, situazione tale – secondo le autorità competenti – da configurare un inquinamento acustico ambientale. Nonostante le denunce, la Conchiglia è però sempre riuscita a riaprire, merito dei vari ricorsi legali vincenti degli Sturba.

Schermata 2016-05-09 a 10.40.19Ma allora perché da anni quella mitica porta resta chiusa? “Erano necessari troppi lavori di manutenzione. – spiega Fernanda Sturba che coi suoi fratelli è ancora la titolare del dancing – Via via negli anni sono cambiate molte norme di sicurezza. Oggi per riaprire il locale dovremmo investire in una riqualificazione che comporterebbe un grande dispendio economico, un dispendio che abbiamo già sopportato dopo tutti gli attacchi che subiti per difenderci legalmente”. Insomma, i proprietari sono stati scoraggiati da tutti “quei bastoni tra le ruote”. Perciò hanno deciso di chiudere la famosa Conchiglia Verde, che è destinata a restare off limits. Il Comune di Sirolo non può farci molto. L’ormai ex disco-dancing si erge su terreno municipale, ma la proprietà è dei fratelli Sturba, che di vendere non ne vogliono sentir parlare. Lo conferma Fernanda: “Per noi la Conchiglia ha un valore affettivo, finché ci siamo ce la teniamo come ricordo”. Situazione di stallo, quindi. Ma i ricordi, quelli “non restano in stallo”. Sono vivi e frizzanti. Certo, la speranza è l’unica a morire: chissà, magari verrà il giorno in cui i giovani di oggi, quelli che le magia della Conchiglia Verde non l’hanno mai vissuta, avranno la possibilità di innamorarsi sprofondati nei suoi divani interni, o ”perduti” nei suoi spazi aperti e verdi. Com’è stato per i loro nonni o i loro genitori.

(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

 

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