Cancro ai polmoni, ‘big killer’ anche tra le donne per colpa del fumo

IL RISULTATO DI UNO STUDIO DENOTA UN PREOCCUPANTE AUMENTO

del dottor Giorgio Rossi (Oncologo)

imagesIn uno studio italo-svizzero pubblicato proprio in questi giorni sulla rivista scientifica Annals of Oncology si afferma che nel 2015 per la prima volta i tassi di mortalità del tumore del polmone nelle donne europee supereranno quelli del tumore al seno. Lo studio è stato condotto dal Dipartimento di Epidemiologia dell’Istituto Scientifico “Mario Negri” di Milano in collaborazione con l’Università di Losanna ed ha utilizzato come fonte primaria dei dati il database dell’Organizzazione Mondiale della Sanità aggiornato al 2014 e riguardante 28 paesi dell’UE.

Dal 2009 ad oggi il tasso di mortalità femminile per cancro del polmone è cresciuto del 9%, arrivando a 14,24 decessi per 100.000 donne, quello per cancro al seno ha raggiunto il 14,22 per 100.000, ridotto del 10.2% sempre dal 2009.

Accanto a questa allarmante notizia, ce n’è una buona : è stato confermato il trend in diminuzione della mortalità per tutti i tumori, eccetto proprio il cancro al polmone tra le donne e quello al pancreas per entrambi i sessi.

Quanto al numero complessivo di decessi nel 2015, si stima ve ne saranno in tutto 1.359.100 nei 28 stati UE (766.200 maschi e 592.900 femmine)corrispondenti a tassi di 138.4 per 100.000 uomini e 83.9 per 100.000 donne e a una riduzione rispettivamente del 7,5% e 6% dei decessi dal 2009, nonché a una riduzione del 26% e 21% rispettivamente dell’anno del picco di mortalità, il 1988. Previsti oltre 325.000 morti in meno nel 2015 rispetto al 1988.

Gli esperti dicono che un tale incremento del tasso di mortalità per cancro al polmone della donna era atteso e viene messo in stretta dipendenza all’abitudine tabagica che è iniziata più tardi che tra gli uomini. La mortalità maggiore (21 per 100.000) è stata evidenziata in Gran Bretagna dove la donna ha iniziato a fumare già durante la seconda guerra mondiale.

Il sorpasso non si è avuto in Italia ove il tasso di mortalità femminile per cancro al polmone si attesta ancora su10.4/100.000, dovuto al fatto che le italiane hanno iniziato a fumare nel ’68 e comunque meno delle coetanee europee. Per Francia e Spagna, che pure nel 2015 non avranno il sorpasso sul cancro al seno, i tassi di mortalità per tumore polmonare sono in rapida ascesa, diversamente da quel che si vede nel nostro Paese dove probabilmente tale sorpasso non si verificherà mai.

Inoltre le previsioni dicono che il tasso di mortalità per cancro del polmone nelle donne non raggiungerà mai quello degli uomini e tra le europee si attesterà intorno a 20 per 100.000, sensibilmente inferiore a quelle delle americane che ha già raggiunto un tasso di 30 su 100.000. Per quanto riguarda l’inizio della tendenza alla discesa del tasso di mortalità, per le donne europee bisognerà aspettare, probabilmente, il 2020 ; viceversa per le donne americane l’inversione è già iniziata.

Nonostante il 90% dei fumatori sia a conoscenza delle gravi conseguenze sulla salute dell’abitudine tabagica, il fumo rimane ancora la principale causa di morte per cancro in Europa; infatti sono da ricondurre al fumo l’80 – 90% di tutti i casi di tumore al polmone e non solo, ma anche il 15-20% dei tumori del pancreas e il fumo è coinvolto anche in altre neoplasia come il tumore della vescica, del laringe, del faringe e cavo orale, inoltre in gravi malattie non tumorali come quelle cardiovascolari.

Per concludere va ricordato che proprio in questi giorni compie 10 anni la Legge Sirchia, l’allora Ministro della Salute, con la quale si vietava di fumare nei luoghi pubblici; legge che ha portato dei sicuri benefici: un profondo cambiamento nelle abitudini dei fumatori a protezione dei non fumatori, una riduzione del numero dei fumatori del 6,5% e del consumo di tabacco del 12,5. E sono in progettazione, da parte dell’attuale Ministro della Salute, ulteriori restrizioni riguardanti soprattutto il divieto di fumare in auto ove a bordo vi siano dei bambini con l’obiettivo di ridurre ulteriormente i danni derivanti dal fumo passivo specie nell’età infantile.

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