Calcioscommesse: nuovo capitolo, stesso copione

MATTARELLA: “CALCIOSCOMMESSE? UNA METASTASI DA ESTIRPARE”
di Barbara Fuggiano

  Nel 23esimo anno dalla strage di Capaci che tolse la vita a Giovanni Falcone, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato il valore dell’antimafia e della legalità, riservando parole durissime nei confronti dell’ennesimo recente scandalo di calcioscommesse clandestino: “Non possiamo accettare che la bellezza dello sport, la crescita dei giovani e un divertimento degli italiani vengano così stravolti e sporcati. Le istituzioni dello sport non devono commettere alcun errore di sottovalutazione […] Una vergogna, una metastasi da estirpare”.

Questa volta il copione non cambia molto: partite comprate, scommesse clandestine, mediatori tra presidenti e allenatori, calcatori coinvolti per truccare le partite, criminalità organizzata sullo sfondo. Squadre italiane che si distinguono nelle coppe europee sta a calcioscommesse come la pappa sta al pomodoro, insomma.

A Catanzaro, le indagini hanno reso noto che un clan della ‘ndrangheta (il potente clan Iannazzo di Catanzaro) e almeno due distinte associazioni calcistiche avrebbero truccato le partite di Lega Pro e Serie D (probabilmente anche alcune partite di Serie B): oltre 70 gli indagati, 50 i fermi di qualche giorno fa e 27 le perquisizioni domiciliari in corso. Sembrerebbe addirittura che le contestazioni per alcuni indagati si spingano sino al sequestro di persona a scopo di estorsione, oltre alla detenzione abusiva di armi.

Gli agenti della squadra mobile di Catanzato stanno indagando in circa 20 province italiane tra Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana, Liguria, Veneto e Lombardia.

I magistrati di Catanzaro sono in attesa di ricevere i provvedimenti e le indagini delegate nelle altre regioni, mentre, pur in presenza di alcune ordinanze di applicazione degli arresti domiciliari, il ridimensionamento dell’inchiesta sembra comunque prendere il sopravvento: alcuni Gip, ritenuta insussistente l’accusa più grave (l’assiciazione a delinquere), non hanno convalidato il fermo, dichiarandosi, di conseguenza, territorialmente incompetenti.

Il giro di scommesse avrebbe distratto e investito denaro sia in Italia che all’esterno e, ovviamente, la Federcalcio già ha dichiarato di ritenersi parte lesa e voler partecipare al prossimo processo. Queste le parole del presidente Tavecchio: “Quando le scommesse sono state allargate alla serie D io dissi, pur non essendo consultato, che era un gravissimo errore e oggi i risultati li vedono tutti. Deluso da certi fatti? Guardate che l’uomo, la civiltà è sempre portata ad usare certi mezzi per delinquere. E questo è uno dei mezzi. […] Cinque-sei anni fa la scommessa era un reato. Il giorno in cui si è entrati nell’ottica che la scommessa non è reato porta a far sì che ognuno si debba prendere le proprie responsabilità”.

Il forte legame tra la criminalità organizzata e le scommesse calcistiche è tutt’altro che nuovo. Quello che ha sorpreso è, piuttosto, il fatto che l’ondata di “Dirty Soccer” si sia concentrata sulla Lega Pro e sulla Lega Nazionale Dilettanti, ma c’è chi non è affatto rimasto sorpreso neanche da questo. Le serie minori, infatti, sono quelle che maggiormente hanno risentito della crisi nell’incasso dei botteghini, con la scarsa visibilità delle partite e la diffusione del calcio nelle paytv. Non può, quindi, sconcertare che l’intenzione di far soldi si sia spostata sulle scommesse clandestine, tant’è che i fili dell’organizzazioni erano nelle mani dei piani alti (presidenti e dirigenti).

Il calcioscommesse è una forma di gioco d’azzardo nel quale il denaro viene puntato sull’esito degli eventi di carattere calcistico, al pari di quel che accade, ad esempio, nell’ippica. Nulla di sconvolgente, sempre che venga regolarmente gestito dallo Stato. E invece no, da decenni all’ombra del giro legale di scommesse si è diffuso un giro d’affari illegale, gestito direttamente dalla criminalità organizzata.

Le notizie degli ultimi giorni portano alla memoria, infatti, gli scandali del Totonero (1980), del Totonero bis (1986) e della Scommessopoli (2011-2012). Si tratta di un’escalation: nel 1980, rimasero coinvolte solo le serie A e B; nel 1986, le serie A,B, e C; nel 2011-2012 le serie A e B, la Lega Pro e la Lega Nazionale Dilettanti. Risuonano allora le parole di Tavecchio, che aveva criticato l’allargamento anche alle serie minori delle scommesse, perché il calcioscommesse legale porta con sé anche quello illegale.

Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e il Procuratore Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, hanno infatti proposto di proibire le scommesse sulle leghe minori. Occorre valutare se questa soluzione, a questo punto, possa essere risolutiva oppure no. Nel breve periodo, probabilmente qualche risultato potrà registrarsi, ma nel lungo periodo il flusso di denaro delle scommesse oggi “lecite” sicuramente verrà spostato nel “dirty soccer”, rendendone impossibile un controllo capillare.

Ecco che, infatti, diversi appassionati del calcio tornano a invocare una maggiore penalizzazione sportiva nonché una estrema trasparenza delle società calcistiche, dei loro bilanci, governance e acquisti. Ma si tratta di qualcosa di realizzabile, in un modo in cui gli interessi in gioco pesano più dell’etica e dei mezzi di repressione (e prevenzione)?

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