Boldrini: la Procura indaga per diffamazione aggravata

ROMA, 7 MAGGIO ’13 – È quello del giornalista Antonio Mattia il primo nome ad essere stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma nell’inchiesta guidata dal pm Luca Palamara. I fatti riguardano le immagini fatte girare sul web in cui è ritratta la neoeletta Presidente della Camera, Laura Boldrini, in fotomontaggi osè ed una serie di messaggi minacciosi postati in rete. Il giornalista sembra essere stato il primo ad aver pubblicato l’immagine falsa della presidente Boldrini nuda, in una posa osè, e per questo oggi risulta indagato per diffamazione aggravata. La procura ha ritenuto quelle foto lesive dell’immagine della neopresidente ed infatti ne ha subito disposto la rimozione dalla rete insieme alla cancellazione delle frasi minacciose. Il reato di diffamazione è posto a tutela di un bene soggettivo quale l’onore, inteso sia come autopercezione che come reputazione di cui ognuno gode all’interno di un gruppo sociale. Tale reato si configura quindi come una lesione all’altrui immagine realizzata in assenza del destinatario mediante comunicazione dell’offesa, con qualsiasi mezzo, a due o più persone. Attualmente molte di queste condotte sono realizzate mediante l’uso di internet, il quale ormai è stato assimilato al mezzo stampa per la sua indeterminata capacità diffusiva, ragione per cui il legislatore vi ravvisa una circostanza aggravante. Uno dei profili più recentemente discussi in questo ambito riguarda l’individuazione del confine entro cui ricomprendere le condotte delittuose e sanzionabili. Da un lato infatti si pone il cd diritto di cronaca giornalistica, esimente invocabile nei limiti però della pertinenza e veridicità dei fatti riferiti. Dall’altro il cd diritto di critica politica, sicuramente non dotato della stessa obiettività propria del diritto di cronaca, ma che presuppone comunque la veridicità dei fatti e che non puoi mai sfociare in gratuite aggressioni alla sfera morale di una persona. 

ALESSIA RONDELLI

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