Allarme vaccinazioni:netto calo in Italia 

PREOCCUPAZIONE SOPRATTUTTO PRR I BAMBINI

del dottor Giorgio Rossi

  Nella settimana appena conclusa, i vari sistemi d’informazione hanno dato, giustamente, molto risalto alla preoccupante notizia diffusa dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dal Ministero della Salute riguardante il sensibile calo delle vaccinazioni nel nostro Paese.  

Il presidente dell’ISS ha infatti dichiarato che la copertura vaccinale nel nostro Paese è al limite della soglia di sicurezza e tende ad un ulteriore calo. Ciò comporta il rischio di avere gravi conseguenze sia sul piano individuale che collettivo poiché scendere sotto le soglie minime significa perdere via via la protezione della popolazione nel suo complesso e aumentare contemporaneamente il rischio che bambini non vaccinati si ammalino, che si verifichino epidemie importanti, che malattie per anni cancellate grazie alla protezione dei vaccini riappaiono senza essere riconosciute e trattate in tempo.

 

I vaccini hanno cambiato la storia della medicina e si sono affermati come strumento fondamentale per la riduzione della mortalità e morbilità, modificando profondamente l’epidemiologia delle malattie infettive. L’impiego dello strumento vaccinale ha portato a risultati spesso clamorosi come la scomparsa del vaiolo – dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) eradicato nel maggio 1980 – e della poliomielite – dichiarata dall’OMS eliminata nella Regione Europea dal giugno 2002.

 

Scendono sotto il 95% le vaccinazioni per poliomielite, tetano, difterite ed epatite B; ancora peggio vanno quelle contro morbillo, parotite e rosolia; quest’ultima, addirittura, non va oltre l’86%, diminuendo di oltre 4 punti percentuali rispetto ai valori minimi indicati dall’ultimo Piano vaccinale nazionale.

 

Sulla stessa linea la Società Italiana di Pediatria (SIP) che esprime grande preoccupazione per questo pericoloso fenomeno che sta provocando danni alla salute dei bambini con il ritorno di malattie che sembravano debellate. Un esempio tra tutti, la recrudescenza della pertosse nei primi mesi di vita- particolarmente pericolosa in questa fascia di età- proprio dovuta al calo della copertura vaccinale.  

E per contribuire a contrastare questo fenomeno la SIP ha deciso di dedicare la Giornata Mondiale del bambino e dell’adolescente che si terrà il prossimo 19 novembre, proprio al tema delle vaccinazioni con iniziative di comunicazione rivolte agli studenti finalizzate a promuovere un messaggio positivo sui vaccini tra le giovani generazioni.

 

Vaccinarsi non soltanto “una cosa da bambini”, come ricordano l’Associazione Italia Longeva ( geriatri) e la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) (medici di famiglia) affermando che l’influenza colpisce ogni anno 4 milioni di persone e ne uccide 8 mila; e 8 su 10 delle sue vittime sono pazienti anziani. Il vaccino più diffuso tra gli ultrasessantacinquenni è quello influenzale,ma ci si può utilmente vaccinare anche contro l’herpes zoster( il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio), e

contro la polmonite originata dallo pneumococco, che solo in Italia ogni anno causa 9 mila morti.

 

Anche l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) scende in campo ricordando che i vaccini salvano circa 2,5 milioni di vite l’anno e se oggi è possibile avanzare dubbi sull’opportunità di una campagna vaccinale è perché probabilmente si è persa la memoria storica delle epidemie e della mortalità infantile che prima che fossero scoperti vaccini ed antibiotici falcidiavano letteralmente intere generazioni e che,ancora oggi, una malattia come il morbillo può risultare mortale.

Di fronte ai dubbi dei cittadini, è necessario far loro comprendere che la mancata vaccinazione crea un rischio enormemente più alto rispetto a quello temuto di eventuali effetti collaterali.

 

In effetti, come per qualsiasi presidio terapeutico “vero”, esistono alcune situazioni che possono controindicare la vaccinazione. Si trattano o di controindicazioni temporanee come malattie acute con febbre di grado elevato, terapie in corso con farmaci che agiscono sul sistema immunitario come cortisonici, vaccinazioni con virus viventi se nei 30 giorni precedenti è stato somministrato un altro vaccino a virus viventi; oppure si trattano di controindicazioni definitive come quando il bambino ha manifestato gravi reazioni a precedenti vaccinazioni, è affetto da malattie neurologiche in evoluzione, è affetto da malattie congenite del sistema immunitario, è allergico alle proteine dell’uovo ( se il vaccino li contiene).

 

Chi ha una forte responsabilità nel calo della fiducia nelle vaccinazioni è il web ove, infatti, è presente una galassia di movimenti anti-vaccini ben organizzati che diffondono atteggiamenti negazionistici legati anche a minoranze religiose o a particolari stili di vita che tendono a fare proseliti, mentre tutti quelli che considerano le vaccinazioni per quello che sono, ovvero la più potente arma di prevenzione contro le infezioni, non usano il web per informare.

 

La vaccinazione rappresenta anzitutto un concetto culturale e la comunicazione trasparente e continua sulla sicurezza dei vaccini rappresenta dunque una sfida quotidiana ed è di fondamentale importanza per continuare a infondere fiducia.

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