Adolescenti e comportamenti a rischio: come e perché?

Un collage di immagini tratte dal film "Christine F.-Noi i ragazzi dello zoo di Berlino)
Un collage di immagini tratte dal film “Christine F.-Noi i ragazzi dello zoo di Berlino)

 ANALISI DEI RISCHI E DEI FATTORI DI PROTEZIONE

di Dott.ssa Gloria Trapanese (Psicologa Clinica in Ancona)

Perché gli adolescenti tendono spesso a mettere in atto comportamenti a rischio?

Quali sono le funzioni di tali comportamenti?

Con il termine Comportamenti a rischio, si intendono comportamenti quali ad esempio , guida sotto l’effetto di sostanze, rapporti sessuali non protetti, utilizzo di sostanze psicoattive, comportamenti devianti, che molto spesso vengono messi in atto da adolescenti.

La domanda che spesso ci si pone è : perché alcuni adolescenti mettono in atto determinati comportamenti a rischio mentre altri no? Che cosa spinge questi ad agire tali comportamenti?

Gli adolescenti agiscono, non in modo casuale ma al fine di raggiungere degli scopi personalmente significativi, che sono in relazione con compiti di sviluppo di una certa cultura, quella di appartenenza.

Le azioni messe in atto dagli adolescenti, siano esse a rischio o non a rischio, svolgono quindi, per quest’ultimi precise funzioni, in quanto servono a raggiungere obiettivi di crescita. Ad esempio quindi l’obiettivo di realizzare la propria autonomia dagli adulti può essere raggiunto sia attraverso comportamenti a rischio, quali il fumo, sia attraverso comportamenti socialmente più competenti, quali ad esempio esprimere la propria opinione.

Uno dei compiti principali dell’adolescenza è proprio quello di costruire in modo autonomo la propria identità e i comportamenti a rischio, così come quelli salutari, possono svolgere le medesime funzioni nel processo di costruzione dell’identità.

Alcuni adolescenti scelgono comportamenti NON a rischio per raggiungere gli obiettivi di crescita, mentre per altri, i compiti di sviluppo caratteristici per quest’età ,vengono assolti con comportamenti che presentano diversi gradi di pericolosità sia fisica che sociale.

Tuttavia, può risultare utile considerare in modo analitico alcune funzioni che possono rivestire i comportamenti a rischio:

Adultità: si tratta dell’assunzione anticipata dei comportamenti che nell’adulto sono considerati normali (fumo di sigaretta, assunzione alcolici, comportamento sessuale).

La condizione adolescenziale nella nostra società infatti è caratterizzata da una sospensione sociale e da un ritardato ingresso nel mondo adulto (tempi scolastici molto prolungati) . Tale condizione tuttavia può essere fonte di disagio e portare alcuni adolescenti a voler assumere in anticipo comportamenti ritenuti significativi dello status sociale adulto. L’attuazione quindi di alcuni comportamenti a rischio, permette così di sentirsi adulti facendo ciò che gli adulti fanno.

 

Trasgressione e superamento dei limiti: consiste nell’andare contro le regole e le norme sociali del mondo adulto. Per affermare in forma marcata, la propria autonomia, la propria indipendenza e capacità di decisione.

 

Rito di legame e di passaggio: Molti dei comportamenti a rischio messi in atto con i pari hanno lo scopo di fondare il legame sociale con i coetanei. Allo stesso tempo alcuni comportamenti a rischio si configurano anche come dei rituali di passaggio; segnano la transizione dall’infanzia al gruppo dei “grandi”

 

Emulazione e superamento: l’adolescente spesso all’interno del gruppo di coetanei non avverte soltanto l’esigenza di agire in conformità agli altri imitandoli ma avverte anche la necessità di affermare se stesso impegnandosi in una gara, più o meno dichiarata, nella quale ogni individuo cerca di emulare o superare l’altro.

 

Esplorazione delle reazioni e dei limiti: Molto spesso l’adolescente mette in atto comportamenti finalizzati a saggiare le reazioni degli adulti. Molti comportamenti trasgressivi sono infatti spesso messi in atto per osservare in che modo l’adulto reagisce, per comprendere quanto quest’ultimo stia attento o sia interessato al comportamento del ragazzo, per sondare i limiti posti dal mondo adulto e per sondare se i divieti sono reali.

 

Alla luce di quanto esposto sino ad ora, sorgono quindi molto spesso spontanee alcune domande da parte, in particolare di adulti, che si trovano spesso a contatto con gli adolescenti : che cosa fare per contrastare o ancor più prevenire tali comportamenti?

È bene spostare l’attenzione in questo caso sui fattori di protezione.

Con tale termine ci si riferisce a tutte quelle caratteristiche o situazioni che diminuiscono la probabilità di coinvolgimento in comportamenti devianti.

Grazie ai fattori di protezione infatti, anche adolescenti che vivono in contesti sfavorevoli, possono riuscire a costruirsi un percorso di sviluppo positivo e a limitare il coinvolgimento in comportamenti a rischio..

I fattori di protezione possono riguardare sia l’individuo che il contesto con particolare riferimento alla Famiglia, la Scuola e la Comunità che risultano essere fattori protettivi NON specifici per un singolo comportamento, ma nei confronti di tutti i comportamenti a rischio.

 

 

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