“Lezioni di storia”, a cura di Sergio Sparapani

FRESCHI DI STAMPA, L’ULTIMO SAGGIO EDITO DA IL LAVORO EDITORIALE

– di Giampaolo Milzi

lezionidistoriaCi fu anche una fabrianese, colta e molto piacente, nel “carnet” amoroso di Benito Mussolini, forte di circa sessanta relazioni certificate. Nel 1518 i turchi assaltarono la chiesetta di Santa Maria di Portonovo, e l’intera Sirolo, nel 1533, fu saccheggiata dagli Uscocchi. E’ come un film-documentario, animato da racconti iper-realistici e da tante curiosità, il saggio “Lezioni di Storia”. Dove la Storia merita davvero la “S” maiuscola. Perché, riprendendo vita, coglie l’attenzione del lettore, lo intriga, regalandogli, pagina dopo pagina, una sorta di visione cerebrale e intellettuale dei fatti riportati. Curato da un giornalista molto appassionato della “magistrae vitae”, l’anconetano Sergio Sparapani, il volume recentemente dato alle stampe da Il Lavoro Editoriale riesce a funzionare efficacemente come una specialissima macchina del tempo. Centra in pieno l’obiettivo di attualizzare e rendere popolari tanti capitoli del passato collettivo delle Marche, in particolare della provincia dorica, mettendoli a fuoco in un costante rapporto fra la dimensione locale e quella globale. Ottimo, del resto, l’artifizio che ha generato quest’opera. Riproduce infatti fedelmente 10 delle 21 conferenze del fortunatissimo omonimo ciclo (4 edizioni, 50 relatori) organizzato dall’ente Provincia di Ancona fra il 2008 e il 2011. Dieci conferenze registrare e riproposte in una forma scritta di alta valenza narrativa e comunicativa, ulteriormente vivacizzata da molte immagini, per lo più foto d’epoca. Un mix ancora più accattivante per la sua capacità di essere idealmente servito vicino ai luoghi dove si verificarono gli eventi. Il viaggio a ritroso, seguendo il calendario dai secoli più lontani, inizia nel capoluogo marchigiano. Dove, nel 1556, nel campo della Mostra (l’attuale piazza Malatesta) 25 ebrei di origine portoghese finiscono arsi vivi: acceso, quel “Rogo dei Marrani”, dai provvedimenti repressivi antigiudaici emanati da papa Paolo IV Carafa. Particolarmente emozionante la parte dedicata alle violente scorrerie di corsari e pirati, cristiani e musulmani, che per circa un millennio, a partirte dal IX secolo, infestarono il mare Adriatico attuando violentissime scorrerie lungo tutta la costa marchigiana. Mentre i templari prima, i carbonari e i massoni poi, confidano i loro misteri alle Grotte di Camerano. Il viaggio, di lezione in lezione, approda a Senigallia, città natale di quel Giovanni Mastai Ferretti (1792 – 1878) che sarà ricordato come ultimo “Papa re”. Grande risalto al lungo “secolo breve”. Nel 1918 un commando austriaco fallisce il suo temerario attacco ai Mas ancorati nel porto dorico vicino alla Mole Vanvitelliana. La seconda guerra mondiale riesplode nei bombardamenti aerei degli alleati che nell’autunno 1943 distrussero il 70% del centro storico di Ancona. Così come nella battaglia di Filottrano, che tra il 2 e il 9 luglio dell’anno successivo vide i paracadutisti italiani della Nembo battersi vittoriosamente contro i granatieri tedeschi. Tinte di rosa le pagine de “Le donne del Duce”, con la bella Alice De Fonseca Pallottelli, fabrianese di adozione, che assume addirittura il ruolo di rivale di Claretta Petacci e fa propaganda fascista negli Stati Uniti. “L’esodo e il Trattato di Osimo” è un capitolo-tributo alla dolorosissima emigrazione che vide a partire dal 1944 protagonisti decine e decine di migliaia di dalmati e istriani esiliati nelle Marche. Dalla violenza degli uomini alla violenza della natura, ecco la catastrofe subita da Ancona durante tutto il 1972, quando tre quarti dei cittadini vengono sfollati a causa delle scosse di quell terremoto che, quasi per esorcizzarlo, chiamano familiarmente “Terry”.

In definitiva, giunti all’ultima di copertina, capiamo che grazie alle lezioni di questo saggio la Storia a noi più vicina si scrolla di dosso la troppa polvere che ha assorbito (e purtroppo spesso ancora assorbe) da biblioteche, cattedre accademiche e scolastiche. Esce dagli archivi per parlare in modo schiettamente divulgativo, diretto, credibile e accattivante ai cittadini di oggi.

(tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

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