Il caso Shalabayeva: nebbia kazaka e imbarazzo italiano

LA RICOSTRUZIONE DELL’INTRIGO, MENTRE IL GOVERNO LETTA RISCHIA LA CRISI

di Alessia Rondelli

 images-Roma, 21 luglio 2013- La vicenda è piuttosto complessa: la notte del 28 maggio scorso le autorità di polizia italiana irrompono nella villa di Casal Palocco su input dell’ambasciatore kazako Yelemessov alla ricerca di un pericoloso latitante Ablyazov Mukhtar. In realtà durante il blitz vengono trovati nell’abitazione un uomo, una donna e una bimba di sei anni, che solo poco dopo si scopriranno essere suo cognato, sua moglie e sua figlia, immediatamente prelevati e controllati. Alma Shalabayeva viene interrogata ed infine arrestata con l’accusa di possedere un passaporto falso, e, a distanza di pochi giorni, rimpatriata in Kazakistan con un volo privato da Ciampino-direzione Astana. Il caso diplomatico scatta allorquando emerge che tale pericoloso criminale in realtà risulta essere, oltre che un mero truffatore, un dissidente-oppositore politico del governo kazako e quindi probabile oggetto di ritorsioni, e per di più viene confermato che il passaporto della donna non era falso. Da qui prende avvio un’intricata inchiesta interna, che vede coinvolte le varie autorità che avevano preso parte alle operazioni, per cercare di dare adeguate motivazioni sul come sia stato possibile che nessuno abbia effettuato controlli più approfonditi. Al di là della correttezza puramente formale delle operazioni che sarà oggetto di verifica, il problema riguarda la superficialità e l’assenza di comunicazione dimostrate tra i vari uffici, che hanno fatto emergere una crepa nel governo Letta, principalmente tra il Ministro dell’Interno e la sua compagine organizzativa interna. Il Ministro Alfano infatti, riferendo in Parlamento, ha ammesso di non essere stato informato della vicenda e come lui nessuno del Governo ed è proprio questo il nodo cruciale che ha fatto scoppiare lo scandalo. La “prima testa a saltare” è stata quella del capo di Gabinetto Procaccini che ha presentato le dimissioni, seguito subito dalla sostituzione anche del responsabile della segreteria del dipartimento di pubblica sicurezza Valeri. Questa vicenda rischia di mettere in crisi il Governo tanto che il Movimento 5 Stelle e Sel hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti di Alfano per negligenza nella gestione. L’esito negativo della votazione, con 226 voti contrari, era stato anticipato dai membri del Pd, che avevano comunque già deciso di adottare la linea comune di sostegno al Ministro. In realtà però la vicenda sembra essere ben più contorta di quello che appare, con tanti elementi nascosti, oscurità sulla documentazione, ma soprattutto sullo svolgimento delle operazioni, ordinate con insistenza e invasività dall’ambasciata kazaka, non ben gestite dalle autorità italiane. Ora la preoccupazione maggiore è quella di far tornare in Italia la donna, attualmente con obbligo di residenza ad Almaty, la quale potrebbe essere in reale pericolo, oltre che quella di fare estrema chiarezza in questo intreccio di eventi insabbiati per mesi e che hanno determinato l’esposizione dell’Italia ad una luce negativa, dalla quale è necessario uscire prima e meglio possibile.

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