Gaudì, l’ “architetto” di Dio

 GENIO, FEDE E CUORE NELL’ARTE DEL GRANDE ARCHITETTO SPAGNOLO

 –di Valentina Copparoni

gaudiIl 25 giugno 1852 nasce a Reus, vicino a Tarragona (Catalogna)  Antoni Placid et Guillem Gaudi i Cornet,  conosciuto ai più come Antoni Gaudi, considerato oggi uno degli architetti più originali ed innovatori del Novecento. Joan Mirò lo ha definito “il primo fra i geni”.

Gaudì è stato per tutta la sua vita un uomo profondamente religioso e devoto tanto da essere soprannominato  “l’architetto di Dio”. Per questo a fine anni ‘90 è nata l’iniziativa  da parte di un comitato di 30 tra ecclesiastici, accademici, designer ed architetti, di proporlo per la beatificazione e la canonizzazione; l’arcivescovo di Barcellona Ricardo María Carles Gordó  ha avviato nel 1998  il processo di canonizzazione definendo Gaudì “un laico mistico” e nel 2003 tutta la documentazione è stata inviata alla Santa Sede.
Discende da una famiglia di modeste origini sociali, da generazioni tutti artigiani costruttori di caldaie e manufatti in rame, ferro o lamiera mentre lui  decise di frequentare  la scuola degli Scolapi di Reus e poi la Scuola di Architettura di Barcellona.
Per comprendere la sua arte fino in fondo non si può non considerare  la terra in cui è nato e vissuto e che ha sempre avuto nel cuore e nell’anima, ma anche  il tempo trascorso nelle officine della propria famiglia dove il giovane Gaudi vedeva davanti ai pronti occhi, incuriositi ed avidi di conoscenza, la trasformazione delle materie più fredde e cupe  in qualcosa di “vivo”.
La sua infanzia è stata segnata da una malattia, da lui definita “reumatismo articolare”, che anche nel corso della vita lo portò a dedicarsi a lunghe passeggiate immerso nella natura con gli occhi spesso rivolti al mare che amava particolarmente. “Le mie caratteristiche greche sono dovute al Mediterraneo, la cui vista è per me indispensabile”. In molti lo descrivono di umore mutevole, a volte brusco, amante della vita povera e in disparte.
La sua terra di origine assolata e calda, sempre accarezzata dal sole ed  il luogo di lavoro della famiglia plasmarono  il suo spirito e l’arte del futuro architetto. A questi ingredienti se ne aggiunse un altro fondamentale: la fede.

Il 2002 è stato dichiarato Anno Internazionale Gaudì, uomo ed architetto che è sicuramente stato una della figure più importanti del movimento Art Nouveau in Spagna; servendosi del colore e del movimento in modi del tutto innovativi e forse fino in quel momento inesplorati, ha caratterizzato con le sue opere la città di Barcellona: pensiamo a il Palau Guëll, il Parco Guëll, la Casa Batlló e la famosissima Sagrada Familia.

La sua prima costruzione risale al 1878, è la casa Vincens a Barcellona, in cui già si possono apprezzare il suo innamoramento  per le architetture gotiche ma anche  il suo amore per le decorazioni, ancor più evidenti nel  palazzo Guëll a Barcellona.
Forse la sua costruzione che maggiormente affascina e che caratterizza la città di Barcellona è la chiesa della Sagrada Familia iniziata nel 1892 e tuttora incompiuta. Un’opera cui Gaudì ha dedicato tutta la sua ultima fase della vita e che , pur essendo rimasta incompleta, da decenni  affascina e ci fa porre tante domande. La costruzione si staglia dal suolo con linee ondulate, morbide, leggere,  come plasmate ed accarezzate dal vento.

Gaudì, animato da una forte fede, era convinto  di realizzare un preciso compito assegnatogli dal cielo: “Nella Sagrada Familia tutto è frutto della Provvidenza, inclusa la mia partecipazione come architetto”.
Sapeva di non poter completare l’opera nell’arco della sua vita per questo ripeteva sempre che  “E’ la Provvidenza che, secondo i suoi disegni, porta a termine i lavori”.
Per molti anni è stata visibile solo la facciata della chiesa : “Abbiamo realizzato una facciata completa della chiesa perché la sua importanza renda impossibile abbandonare l’impresa”.
In realtà, però, già nei primi anni del secolo scorso il rischio di abbandono dell’impresa per insufficienza di soldi era molto vicino, ma a tutti coloro che  gli domandavano quando sarebbero terminati i lavori della Sagrada Familia rispondeva  “Il mio cliente non ha alcuna fretta. Dio ha tutto il tempo del mondo.”

sagradafamiliaGaudi amava alla follia il progetto della Sagrada Familia, era la sua costruzione, la sua missione sulla terra per volontà della Provvidenza per questo , quando nel 1914 non c’erano più soldi per proseguire nei lavori, decideva  anche di improvvisarsi (senza molto successo) come mendicante per alcuni mesi.
Pochi anni prima dell’incidente che gli costò la vita nel 1926 disse ai suoi allievi: “Sono soddisfatto dell’ultimo modellino delle navate; mi contraria il fatto di non poterlo realizzare. Mi lamento come Leonardo da Vinci: che belle cose farei se ne avessi i mezzi!”.
Anche la sua “attività” di mendicante  non servì a far riprendere l’opera e  dopo la sua morte furono  anche incendiate la cripta e l’abside. Intanto intorno alla realizzazione della chiesa cresceva anche l’opposizione di una parte della cultura ufficiale fortemente critica nei confronti di un’opera ritenuta troppo costosa; nel 1965, dopo la visita e la benedizione del Papa Paolo VI,  numerosi  artisti e personaggi di rilievo firmarono un manifesto contro il completamento del tempio.
Anche Giovanni Paolo II visitò il cantiere nel 1982 e definì l’opera “Tempio universale della famiglia”.
Gaudì viveva la religione in molto molte forte e mistico, alcuni lo consideravano un folle ma in realtà era animato da una forte fede che lo portava nei momenti critici anche a sottoporsi a penitenze come digiuni. Diceva: “L’artista deve essere un monaco”, “l’uomo senza religione è un mutilato”.

Barcellona è un museo a cielo aperto delle sue opere.
Per il conte Gùell realizzò l’omonimo Palazzo a Barcellona la cui inferriata del portone principale (uno splendido groviglio di rettili in ferro battuto) potrebbe essere considerata l’atto di nascita dell’Art Nouveau, secondo l’architetto e saggista italiano Paolo Portoghesi. E così sempre a spasso per Barcellona possiamo ammirare il Parc Gùell sulla Montana Pelada e la Casa Mila. Per quest’ultima Gaudi si ispira  alle forme delle pietre e degli alberi per disegnare una scultura carica di allegorie, subito battezzata popolarmente “La pedrera”.

 Gaudi era molto critico nei confronti degli altri architetti oltre che verso se stesso, si considerava un vero e proprio artigiano per questo era costantemente sui cantieri di lavoro delle sue opere. Diceva di sè: “sono geometra, cioè sintetico”, “calcolo tutto” o “la geometria non complica anzi semplifica la costruzione”.
Sicuramente un artista ed un  uomo molto particolare che si imponeva ordine, disciplina, metodo. La sua personalità estrosa e allo stesso tempo molto rigida trova nella Sagrada Familia la massima espressione: ben presto molti studenti di architettura si recavano ogni giorno al cantiere per vederlo ed apprendere.

Oggi la Sagrada Família è completa per il 55%. La costruzione è finanziata dalle donazioni dei fedeli e i lavori procedono lentamente, anche a causa delle difficoltà del progetto. Si prevede che al suo completamento sarà  la più grande basilica del mondo; attualmente sono in costruzione le navate centrali e il transetto, compreso il coro e il rosone. Con il completamento di queste parti, si procederà alla costruzione della cupola centrale.
Nel 1926, uscendo dal cantiere per andare alla chiesa di San Filippo Neri, Gaudì venne investito da un tram e morì poco tempo dopo in ospedale. Si racconta che sul momento nessuno in strada si accorse che si trattava del famoso architetto Gaudi perché i suoi  vestiti erano quelli di solito indossati degli artigiani sui cantieri.

Era un vero artigiano capace di prendere la materia e di plasmarla dandole vita, partendo dalla piccolezza delle cose per arrivare alla grandezza, quella grandezza che spesso è soltanto racchiusa pronta ad avere vita.

“Vergine Maria, non ti sembri male essere piccola, lo sono anche i fiori e le stelle”

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