11 Settembre: The Falling Man, l’ultimo volo immortale verso l’eternità.

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11 SETTEMBRE ’12 – Icaro in volo verso la morte nel giorno in cui il cuore di New York è esploso sotto l’odio del terrorismo.
La morte di un uomo che diventerà simbolo della tragedia del mondo. E lo sguardo di colui che la renderà eterna. Un incontro fugace, durato appena dieci secondi e 15 fotogrammi, catturato da un obiettivo da 200 mm. Sono le 9,41 dell’11 settembre 2001. L’occhio di Richard Drew, fotografo dell’Associated Press incontra il salto nel vuoto di un uomo che, per sfuggire al crollo della Torre Nord del World Trade Center in quel terribile attentato che sconvolgerà il mondo, si getta dalla finestra. E si schianterà a terra, perdendosi tra le rovine delle torri, a una velocità di 240 chilometri l’ora. La foto dell’uomo che cade (“The Falling man”) pubblicata sull’Observer, ha fatto il giro del mondo, diventando simbolo della tragedia dell’11 settembre. Un frammento di storia incastonato nella memoria e negli occhi di tutti, che torna a farci riflettere e commuovere oggi, nell’undicesimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York.
L’impressionante sequenza di 15 fotogrammi scattati in appena 10 secondi dal fotografo dell’AP Richard Drew racconta la disperazione vissuta quell’11 settembre 2001 da oltre 1200 vittime. Le due torri gemelle, simbolo della potenza e dell’orgoglio della Grande Mela, stanno crollando piegate dall’odio e dalla follia, ma lui – quell’uomo giovane, con i capelli rasati a zero, le braccia incollate ai fianchi e la postura da chi si tuffa da un trampolino olimpico – non ha voluto morire nelle fiamme, ha scelto di lanciarsi nel vuoto. Icaro in volo verso la morte che ha scelto per sè. Resterà per sempre sconosciuto, senza nome, anche se reso immortale da quell’ultimo scatto. Il suo volto piegato verso la fine, mentre precipita da oltre il 90esimo piano della Torre nord, è il volto dell’America dell’11 Settembre. Richard Drew ha cercato inutilmente di dare un nome, un’identità a quel corpo che si lanciava nel vuoto. Ha cercato il suo volto tra le foto dei dispersi, delle vittime, ai funerali. Inutilmente.
Una caccia disperata, che purtroppo è rimasta affogata nel silenzio di quella tragedia. E che a 11 anni di distanza, ancora commuove e stringe il cuore di un mondo profondamente cambiato da quel colpo al cuore.
Richard Drew.
Fotografo dell’Associated Press, Richard Drew sembra esser condannato nella sua professione di fotoreporter, a fermare la storia. Non solo con The Picture, la foto The Falling Man, ma anche con lo scatto che lo rese celebre: l’ultimo respiro di Robert Kennedy. Aveva solo 21 anni Drew, quando i suoi occhi furono testimoni dell’assassinio di Bob Kennedy. Erano le 12,15 del 5 giugno 1968. Conserva ancora nel suo armadio la giacca macchiata di sangue. Riuscì a scattare la foto degli occhi prima aperti e poi socchiusi del senatore, ucciso dal revolver di Sirhan Sirhan.
TALITA FREZZI

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