LE CAUSE CONTRO I MEDICI PER PRESUNTI ERRORI DURANTE LE OPERAZIONI SONO IN AUMENTO E, TRA GIOVANI CHE ABBANDONANO E PROFESSIONISTI CHE HANNO PAURA DI OPERARE, LA SITUAZIONE RICHIEDE UN INTERVENTO FORTE
di Mosè Tinti
Da alcuni giorni è presente in rete il video della “Campagna informativa del Collegio italiano dei chirurghi”, nel quale con immagini e parole si vuole lanciare il sincero messaggio secondo cui i chirurghi ed i medici tutti sono ragazzi, ragazze, uomini e donne, che dedicano la loro vita agli altri, alla salute dei loro pazienti, professionisti che operano in condizioni difficili, dove a volte le decisioni vanno prese con velocità ed urgenza, ma sempre e solo al fine di migliorare le condizioni dei loro assistiti. Il video poi mette in evidenza le innumerevoli richieste di risarcimento danno e denunce penali, spesso infondate, che i dottori subiscono e come questo incida sulle aspirazioni di giovani che preferiscono abbandonare la strada chirurgica o andare all’estero (ma sarebbe ipocrita limitare i motivi della fuga di giovani medici o aspiranti tali all’estero al rischio di denuncia) e professionisti maturi che sempre più spesso si rifiutano di operare.
La domanda a conclusione del video è eloquente: “Dovevamo arrivare a questo?”
I medici si sentono vessati e la spada di Damocle della responsabilità civile e penale è così pendente che si sta profilando l’ipotesi di uno sciopero generale dei chirurghi i quali, a data ancora da definire, sospenderanno le operazioni non urgenti. Ad annunciarlo è stato Nicola Surico, presidente del Collegio Italiano dei Chirurghi, intervenuto durante la conferenza stampa di ginecologi ed ostetriche sullo stato di agitazione delle loro categorie.
Il presidente denuncia l’abuso della medicina difensiva, ovvero di quelle pratiche mediche che non incidono sulla salute del paziente, ma sono poste in essere solo per avere un minimo di garanzia che non venga sporta una denuncia e non venga tirata in ballo la responsabilità del medico. Si tratta, ad esempio, di interventi cautelari preventivi non necessari, come analisi, visite, trattamenti che non incidono in alcun modo sul paziente, ma che costano allo Stato ed ai contribuenti: “costi inutili che si aggirano intorno ai 13-15 miliardi“, secondo Surico. A questo deve aggiungersi il fenomeno contrario, vale a dire la medicina astensiva, quando “il medico si rifiuta di eseguire operazioni giudicate troppo rischiose. Siamo pronti con gli anestesisti a una serrata delle sale operatorie di almeno un giorno, in cui garantiremo solo le procedure urgenti“.
Il comportamento dei medici si collega ai numeri altissimi di citazioni e querele: 13.000 richieste di risarcimento ogni anno ed il 10% dei medici viene denunciato almeno una volta nella sua carriera.
A quanto pare, l’ Italia sembra l’unico paese in cui i medici sono sottoposti ad un processo penale, che per il 98,5 % dei casi termina con un’assoluzione o con l’archiviazione. Proposte di legge o di modifica della legge vigente sono pendenti in Parlamento, ma di concreto non si riesce a fare nulla: delle sette proposte, nessuna è stata ancora calendarizzata. Emblematiche sono le parole del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin: “ Stiamo predisponendo nuove misure che presenteremo entro maggio per affrontare il problema della colpa medica, fondamentali per sconfiggere la medicina difensiva. Non è che sulla colpa medica non sia stato fatto nulla fino ad ora ma ho trovato un tavolo deserto, a partire dalle assicurazioni“.
E tutto questo si aggiunge ai tanti altri motivi(orari impossibili, paghe da miseria, etc…) che hanno i giovani medici per abbandonare il nostro Stivale e recarsi all’ estero. Il video di cui si parla all’inizio dell’articolo è stato realizzato in risposta alle molte campagne opposte, che spingono a denunciare gli errori dei medici, per mostrare il lato buono della sanità.
“Vogliamo solo operare in serenità , invece ormai ci sono chirurghi che entrano in sala operatoria con il panico di poter essere denunciati”. Surico delinea una situazione drammatica in cui ciò che viene messo maggiormente a rischio è la salute del cittadino, che avrebbe diritto alla migliore sanità, dalla quale non può prescindere la serenità di chi ha la missione di dover salvare vite umane.