Stop agli esami inutili:scandalo o rimedio contro la medicina difensiva ?

PROVVEDIMENTO DEL MINISTRO CONTRO GLI SPRECHI NELLA SANITÁ

Del dottor Giorgio Rossi
 

  Nei giorni scorsi il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha presentato il provvedimento che dovrebbe diventare presto decreto con il quale punta a razionalizzare le prescrizioni mediche al fine di eliminare quella quota di esami che viene giudicata inutile al fine di una corretta diagnosi per il paziente.

A motivo di ciò, il ministro riferisce che ben tredici miliardi vengono spesi inutilmente ogni anno per esami e visite inappropriate per un totale di oltre duecento milioni di prestazioni l’anno che vengono erogate dalle strutture pubbliche e private del tutto a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

 

La riorganizzazione della macchina sanità, che prevede la soppressione di 208 esami, garantirebbe il risparmio di 2,3 miliardi di euro già nel 2015 che arriverebbero a 10 miliardi in cinque anni.

 

Il giro di vite riguarderà soprattutto esami costosi come TAC e Risonanza Magnetica troppo spesso prescritti con eccessiva facilità e che dovranno invece essere preceduti da esami più semplici e più economici come radiografie e/o ecografie per arrivare, solo se strettamente necessario, all’esame più complesso .

 

Altro esempio è l’esame del sangue per il dosaggio del colesterolo, estremamente diffuso, che resterà sempre come esame di base dopo una certa età, ma, se nella norma, verrà ripetuto non prima di cinque anni.

 

E ancora le prestazioni odontoiatriche nelle strutture pubbliche saranno riservate solo a persone particolarmente vulnerabili sia per condizioni di salute sia per condizione economica.

 

Mentre per gli screening di malattie allergiche come asma, dermatite atopica, orticaria ecc., verranno effettuati solo dopo le indicazioni dello specialista.

 

Insomma, a detta del Ministro, sarà una razionalizzazione contro la spesa improduttiva per salvare la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale e per aumentare la qualità dei servizi.

 

Come era prevedibile, le categorie interessate , medici di medicina generale , medici ospedalieri, chirurghi ospedalieri ed anche le Associazioni per i Diritti del Malati, sono vivacemente insorte nel timore che il medico perda la sua libertà professionale e che,a danno del cittadino, si vada verso una medicina sempre più privata con costi a proprio carico.

 

A guardar bene, però, bisogna anche dire che da tempo gli addetti ai lavori discutono del problema della razionalizzazione delle prescrizioni degli esami proprio per contenere la spesa sanitaria, come è accaduto in passato per la spesa farmaceutica, riguardo alla quale oggi c’è molta più consapevolezza e cultura sia da parte degli operatori sia dei fruitori. Sono, infatti, finiti i tempi delle generose scorte negli armadietti dei medicinali presenti in molte case degli italiani!!!

Le stesse società scientifiche da anni ormai elaborano le cosiddette linee guida ove vengono indicati gli accertamenti e le cure più adeguati per affrontare una determinata malattia.

 

E poi non è forse vero che da anni ormai molti medici hanno un po’ perso l’abitudine di visitare il paziente alla accurata ricerca del sintomo o del segno che lo indirizza verso la diagnosi, preferendo invece di starsene seduti dietro le proprie scrivanie a prescrivere batterie di esami a largo spettro, a volte su indicazione del paziente stesso ???

Inoltre il grande problema della medicina difensiva che ha fatto sì che , per timore di incorrere in contenziosi legali, il medico abbonda in prescrizioni di esami di ogni tipo. Al riguardo il governo ha espresso l’intenzione di inserire alcune misure a tutela del medico, alla luce del fatto che nel 97% dei casi tali denunce finiscono in nulla di fatto.

 

Previste anche delle sanzioni amministrative sul salario accessorio che scatteranno solo dopo un eccesso reiterato di prescrizioni inappropriate e solo dopo un contraddittorio con il medico che dovrà giustificare scientificamente le sue scelte.

 

Certo, è da aspettarselo, le proteste delle categorie interessate saranno vivaci, ma è anche probabile che possa essere la volta buona che, ad esempio, riducendo gli esami non strettamente necessari, si possano finalmente ridurre le liste d’attesa e si possano migliorare i servizi per i cittadini.

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