ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI PEPPINO IMPASTATO: UNA VITA CONTRO LA MAFIA. UNA MORTE PER MANO DALLA MAFIA?
di Avv. Valentina Copparoni (Studio Legale Associato Rossi- Papa-Copparoni di Ancona)
Il 5 gennaio 1948 nasceva a Cinisi Peppino Impastato, giornalista, attivista antimafioso e militante di Democrazia Proletaria che ha trovato la morte il 9 maggio 1978, appena trentenne, vittima di un attentato.
Fatto & Diritto Magazine vuole ricordarlo in maniera un pò diversa.
Partiamo da una canzone “I cento passi” dei Modena City Remblers dedicata proprio a Peppino, alla sua vita, alla sua lotta contro la mafia nella sua terra -la Sicilia- ed al suo credo per cui ha vissuto ma per cui è anche morto. La canzone si intreccia, però, anche con un toccante film del 2000 “I cento passi” di Marco Tullio Giordana.
“Sei andato a scuola? Sai contare?””Come contare?””Come contare?1,2,3,4,sai contare?””Si,so contare””Sai camminare?””So camminare””E contare e camminare insieme lo sai fare?””Si!Penso di si!””Allora forza!Conta e cammina!dai… 1,2,3,4,5,6,7,8…””Dove stiamo andando?””Forza! Conta e cammina!9… 90,91,92,93,94,95,96,97,98,99 e 100!Lo sai chi ci abita qua?A?U zù Tanu ci abita qua!!””Cento passi ci sono da casa nostra,cento passi!” (Tratto dal film ““I cento passi di Marco Tullio Giordana”)
E’ nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio..
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di Giustizia che lo portò a lottare..
Aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell’ambiente da lui poco onorato..
Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un’ideale ti porterà dolore..
“Ma la tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare, gridando forte senza aver paura contando cento passi lungo la tua strada”..
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!
“Noi ci dobbiamo ribellare” (dal film)
Poteva come tanti scegliere e partire, invece lui decise di restare..
Gli amici, la politica, la lotta del partito.. alle elezioni si era candidato..
Diceva da vicino li avrebbe controllati, ma poi non ebbe tempo perchè venne ammazzato..
Il nome di suo padre nella notte non è servito, gli amici disperati non l’hanno più trovato..
“Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare la storia di Peppino e degli amici siciliani”
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!
Era la notte buia dello Stato Italiano, quella del nove maggio settantotto..
La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l’alba dei funerali di uno stato..
“Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare la storia di Peppino e degli amici siciliani”..
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!
“E’ solo un mafioso, uno dei tanti”
“E’ nostro padre” “Mio padre! La mia famiglia! Il mio paese!Io voglio fottermene!Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare!” (dal film)
“Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!” ( Peppino lo Cascio interpretato nel film da Luigi Lo Cascio)
Nel settembre 2012 l’Avv. Sabrina Salmeri aveva portato per mano i lettori di Fatto & Diritto attraverso il ricordo della vita di Peppino e di un’esposizione itinerante realizzata in occasione dell’uscita del cortometraggio “Munnizza”, opera video ispirata all’omonimo racconto poetico di Andrea Satta – ambientato a Cinisi nel 2008, nel 30° anniversario della morte di Peppino Impastato – che racconta le emozioni vissute dagli autori del video in quei giorni e soprattutto ripercorre alcuni momenti della vita di Peppino e di sua madre Felicia.
La Unatandem e la Cactus film produzioni, prendendo spunto dall’idea di Peppino, propongono un’esposizione “itinerante” delle tavole illustrate che compongono il lavoro filmico e la proiezione dell’opera video. Il progetto vede la preziosa collaborazione della “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”.
“Più di trent’anni sono trascorsi dalla morte di Peppino e ciò che ci parla di lui è la memoria: scovata, vilipesa, sabotata, riconosciuta, sofferta, cercata con amore, guardata con sospetto ma mai abbandonata. La memoria che è l’unico bene, il solo riscatto di chi ha vissuto la sola guida di chi verrà. Per la parola spesa, oggi Peppino e Felicia restano nel cuore della gente.”
Passeggiando tra le fotografie che mostrano frammenti della vita del giovane attivista si prova una moltitudine di sensazioni ed emozioni: rabbia e dolore sono quelle che prevalgono anche leggendo le parole dei “pizzini” che diversi autori hanno dedicato a Impastato.
“T’hanno ucciso; ma gli occhi tuoi, quelli non li hanno chiusi: Noi li vediamo spesso là.” Sono i versi del pizzino scritto da Elisabetta Malantrucco, autrice. Giuseppe Boy, poeta e attore, scrive “E ancora stiamo qui, ad aspettar che nasca dalle ceneri lasciate sui binari, la Rivolta.”
Peppino Impastato era un giovane militante di sinistra ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 a Cinisi, in provincia di Palermo. Nel 1975 organizza il Circolo “Musica e Cultura”, un’associazione che promuove attività culturali e musicali e che diventa il principale punto di riferimento por i giovani di Cinisi. A ventinove anni fonda Radio Aut dalla quale denuncia i misfatti della mafia di Cinisi, soprattutto quelli del boss Gaetano Badalamenti. Viene assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni amministrative che lo vedevano candidato nella lista di Democrazia Proletaria. Il suo corpo è dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani.
La sua morte passa sotto silenzio perché lo stesso giorno viene ritrovato a Roma il corpo di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, che era stato rapito dalle Brigate Rosse due mesi prima.
Solo nel 1997, dopo quasi 20 anni, viene emesso un ordine di cattura a carico del boss Badalamenti: nel 2002 viene condannato all’ergastolo per l’omicidio di Impastato. Condanna a 30 anni di reclusione anche per Vito Palazzolo. Entrambi mouoiono prima del giudizio di appello.
La figura di Peppino Impastato è il simbolo della lotta contro la mafia ed esempio di coraggioso impegno civile, ieri ed oggi.
Per non dimenticare mai.