Liberazione choc in Usa: fine di un dramma lungo dieci anni. Il giorno dopo.

CLEVELAND, 8 MAGGIO ’13- Cleveland, tre donne sequestrate 10 anni fa ritrovano la libertà dopo essere riuscite ad attirare l’attenzione di un vicino che le ha soccorse e messe in contatto con le autorità di polizia. Sconvolgente la chiamata effettuata da una delle donne al numero d’emergenza 911 in cui dichiara: “Sono Amanda Berry, sono stata rapita 10 anni fa. Ora sono libera….”. Immediatamente dopo è scattato l’intervento della polizia che ha scoperto all’interno della casa-bunker altre due ragazze, Gina De Jesus e Michelle Knight, tutte scomparse in una zona poco distante tra il 2002 ed il 2004, e forse due bambine. Le manette sono scattate nei confronti di tre uomini, cinquantenni di origini ispaniche, Ariel Castro, il presunto rapitore ex autista di scuolabus, ed i suoi due fratelli complici nella vicenda decennale. Le donne non appena liberate sono state sottoposte a visite mediche dalle quali è emerso un buono stato di salute generale nonostante il forte stato di choc. Molti sono i punti oscuri e i retroscena che la polizia dovrà cercare di chiarire in questa vicenda fortunatamente a buon fine, che ha sconvolto uno dei quartieri più poveri a sud di Cleveland. Si parla di testimonianze dei vicini rimaste inascoltate dalla polizia, di chi aveva intravisto dietro le finestre la presenza di una donna, chi aveva sentito strani rumori provenire da quella casa. Sicuramente il lato più oscuro e ambiguo di questa vicenda rimane il fatto che le donne sono state segregate per 10 anni in un luogo molto vicino a quello della loro scomparsa. Tante sono le anomalie in questa complessa storia che coinvolge tutta la comunità portoricana i cui componenti oggi avanzano le più svariate ipotesi. Per ora l’unico punto fermo è la fine di un dramma per le tre donne e le loro famiglie positivamente sconvolte dal ritrovarle in vita dopo tutto questo tempo. Il resto rimane in attesa di trovare risposta nelle indagini delle autorità che già stanno interrogando schiere di parenti, conoscenti e residenti del quartiere.

ALESSIA RONDELLI

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