L’antica Fonte del Calamo

MOSTRA E ACCESSO PERMANENTI

ANCONA – di Giampaolo Milzi – Il sito ipogeo idrico delle Cisterne della Fonte del Calamo è considerato il più antico della città, di poco successivo alla condotta con relativa Fonte del Filello (fontana ancora presente sulla sinistra di Volto dei Seniori- Palazzo degli Anziani). Retrostante alla Fontana del Calamo (o delle 13 Cannelle), vi si accede da via Zappata. Calamo dal greco sta per canna. Da ciò si evince che l’originaria realizzazione del sito va attribuita ai Dori Siracusani che fondarono secondo tradizione Ancona nel 387 a.C.. E fu attuata nell’ambiente lacustre con cannetti creato dallo scorrere del torrente Pennocchiaria in quella zona. Nel 2004 questo ambiente sotterraneo, ormai asciutto, fu il primo ad essere risistemato nella fase di avvio del progetto “Ancona Sotterranea”, ci cui ospita la mostra permanente. Le struttura delle cisterne costituisce in sostanza un ampio corridoio con 5 vasche ed ambienti con volta a botte ed arcate in piu parti ribassate, che li mettono in comunicazione tra loro. Fu proprio un acquedotto, anch’esso molto antico, esistente nella valle della Pennocchiara – con diramazioni da un lato al di là del monte Cardeto, fino a un piccola sorgente sotto monte Pulito dall’altro e alla cosiddetta Fontana dei Decapitati di piazza del Plebiscito – ad alimentare la Fonte del Calamo. Da tale Fonte un altro cunicolo idrico risale via Zappata per 30 metri per poi interrompersi, murato. E’ molto antico, se notano le tracce appena entrati nel sito del Calamo ed è da molto tempo ostruito in piu punti. Proveniva dalla condotta ancora esistente tra l’abside della chiesa di San Domenico e via Magenta, a sua volta collegata con il cunicolo proveniente dalla zona sotto il Mercato delle Erbe e da piazza Cavour. Secondo il Leoni nel 1426 il Senato Anconitano ordinò di realizzare alla Fonte del Calamo le grandi cisterne denominate “Tiratori” per avere a disposizione grande quantità d’acqua da usare per la lavorazione della lana. Le vasche, secondo il De Bosis, intorno al 1430 costituivano già una grande riserva idrica, alcune con capienza di circa 1800 metri cubi. L’impianto delle Cisterne della Fonte del Calamo fu ristrutturato in epoca romana e poi medievale. Una importante opera di risistemazione avvenne in concomitanza con la ricostruzione della nuova e omonima Fontana in corso Mazzini (attribuita a Pellegrino Tibaldi) tra il 1559 e 1560. Seguirono nei secoli altre modifiche, ma ancora oggi l’impianto architettonico-ingegneristico ricorda quello cinquecentesco. 
 (Fonte: “Ancona, alla scoperta della città sotterranea”, Comune di Ancona; Alberto Recanatini.  Articolo tratto da Urlo-mensile di resistenza giovanile)
 

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