Giornate AIRC per la ricerca sul cancro

ANNI DI STUDI PER COMBATTERE AD ARMI PARI CONTRO I TUMORI

del dottor Giorgio Rossi

image Oggi si conclude la settimana delle “Giornate della Ricerca dell’AIRC” ( Associazione Italiana della Ricerca sul Cancro) che quest’anno compie 50 anni.

Ogni anno sono migliaia le pubblicazioni scientifiche date alle stampe dai ricercatori finanziati da AIRC che nel tempo hanno contribuito a migliorare la diagnosi e la cura di questa malattia che, nonostante il trend di aumento d’incidenza annuale, parallelamente in quest’ultimo decennio presenta una diminuzione annuale della mortalità pari a -1,4% per le donne e -1,8% per gli uomini.

Vari i settori di ricerca finanziati dall’AIRC che vanno dalla prevenzione e diagnosi precoce, ai nuovi trattamenti sempre più efficaci e rispettosi, alla genetica, alla oncologia molecolare, alla oncologia pediatrica.

Per quanto riguarda la prevenzione è stato chiarito il ruolo complessivo degli stili di vita attraverso ricerche via via più importanti fino ad arrivare a quello che è diventato uno dei capisaldi delle nostre conoscenze sul rapporto tra stili di vita e cancro: allo studio EPIC (European Prospective Investigation Into Cancer and Nutrition). Un enorme sforzo, sostenuto anche da AIRC, che ha consentito di analizzare la dieta, gli stili di vita, la storia clinica e altre caratteristiche di oltre 500.000 persone arruolate da 23 centri di ricerca in 10 Paesi europei. Grazie a questo studio, oggi sappiamo che quattro tumori su 10 in Europa sono provocati da stili di vita scorretti e da fattori ambientali: dal fumo, dall’alcol, da una dieta sbagliata, dal sovrappeso, dalla sedentarietà, da infezioni, da esposizione a radiazioni o a sostanze cancerogene sul posto di lavoro.

I diversi metodi di diagnosi precoce messi a punto dalla ricerca per scoprire il cancro nelle sue fasi iniziali hanno permesso negli ultimi decenni di salvare milioni di vite umane, poiché spesso significa poterlo curare meglio, con maggiori probabilità di successo e un minor rischio di effetti collaterali e conseguenze a lungo termine. Per questo sono nati gli screening oncologici, esami per individuare la malattia in persone che non presentano sintomi né disturbi.

Ne è un tipico esempio il Pap test, la cui diffusione a partire dagli anni 50 del secolo scorso ad oggi,ha permesso di abbattere la mortalità per il tumore del collo dell’utero, che nel dopoguerra rappresentava la terza causa di morte tra le donne italiane. Oggi a questo test tradizionale si sta affiancando la ricerca del papilloma virus (HPV) ritenuto responsabile della maggior parte dei tumori alla cervice dell’utero.

E poi la mammografia che ha indubbiamente contribuito a ridurre la mortalità per tumore al seno negli ultimi decenni: con gli attuali apparecchi radiologici per mammografia si riesce ad individuare un nodulo sospetto quando ancora è al di sotto del centimetro di diametro o addirittura ad individuare delle formazioni che ancora non hanno assunto il carattere di nodulo ma già possono contenere cellule tumorali. Molto diverso di quanto accadeva 20 anni fa quando molto spesso era la stessa donna che faceva la diagnosi palpandosi un nodulo al seno superiore ai 2 centimetri o più.

Un altro screening prezioso è quello per il tumore del colon, effettuato ogni due anni con la ricerca del sangue occulto nelle feci dopi i 50 anni.

Più recente l’introduzione del test del PSA per i tumori della prostata ad iniziare dall’età di 60 anni.

Negli ultimi 50 anni tanta strada si è fatta nei trattamenti contro il cancro, infatti il paradigma della cura dei tumori si è completamente capovolto, in oncologia come in chirurgia, dove non si tende più ad asportare “ il massimo tollerabile”, in termini di tessuto malato e circostante, ma solo il “minimo efficace”, per estirpare la malattia con il minor impatto possibile

Per primo è stato un ricercatore italiano, il Professor Umberto Veronesi, quando ancora dirigeva l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, a dimostrare, grazie anche al finanziamento dell’AIRC, che i piccoli tumori al seno potevano essere trattati con un intervento circoscritto, la quadrantectomia, al posto della mastectomia radicale in uso allora; metodica che si è poi imposta in tutto il mondo ed è tutt’ora praticata.

Alla terapia più rispettosa hanno contribuito anche la chemioterapia e la radioterapia mediante associazioni di farmaci innovativi accompagnati da farmaci contro gli effetti collaterali sempre più efficaci e da tecnologie sempre più sofisticate. E poi il recente arrivo dei farmaci a bersaglio molecolare di cui si sta allargando sempre più la gamma e le loro indicazioni terapeutiche.

Nell’ambito dei tumori pediatrici negli ultimi quarant’anni, grazie alla ricerca, è decisamente cambiato il tasso di mortalità a fronte di una incidenza che continua, viceversa, a mostrare un trend in aumento. I bambini e i ragazzi tra 0 e 19 anni che muoiono di tumore sono sempre meno grazie ai progressi delle terapie : nel 2008 i decessi erano circa un terzo di quelli registrati nei primi anni Settanta.

Un tempo il cancro non si poteva nemmeno nominare. Oggi è una malattia che in molti casi si può guarire, in altri trasformare in una condizione cronica con cui convivere.

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