Da un ex asilo a Fabriano, nasce Laboratorio sociale

LA “LOTTA CIVICA” DEI GIOVANI DEL CSA FABBRI

– di Giampaolo Milzi – Fabriano (An) –

Un’ex scuola materna da anni troppo poco utilizzata e col giardino in degrado, una struttura che sta rifiorendo in oasi per attività pubbliche grazie alla piccola ma virtuosa “rivoluzione” attuata da una ventina di ragazzi e ragazze. Accade dal 5 ottobre a Fabriano (An). E la vicenda è diventata un caso, controverso dal punto di vista politico. Quel sabato un gruppo di giovani dell’ex Centro sociale Luigi Fabbri hanno gioiosamente occupato quella che fu la scuola materna al civico 10 di Spiazzi San Nicolò, zona Borgo del centro storico cittadino. Ed è nato sull’onda dell’impegno civile il Laboratorio sociale Luigi Fabbri. Ma col sindaco Giancarlo Sagramola è stato ed è ancora, in sostanza, braccio di ferro. Perché il Comune è formalmente proprietario dell’edificio: 1000 mq interni per due piani (sei stanze), con seminterrato, e quasi 1500 della zona verde fuori. Comune proprietario solo formalmente perché tre stanze erano già e sono ancora utilizzate da altri: una come deposito municipale, le altre due come magazzino dall’associazione della Porta del Borgo, quella che organizza il Palio di Fabriano. Quanto al giardino, è usato dall’azienda edile Sava.

I giovani del neo Laboratorio chiedono all’Amministrazione comunale di poter fruire regolarmente dell’area dello stabile in disuso. Sagramola ha risposto sempre picchè. Ha detto che l’èdificio è insicuro. Che l’occupazione è un atto illegale e rappresenta un danno per la città. Il 10 ottobre, al termine di un’intervista radiofonica, ha dichiarato il silenzio stampa. Quelli del Fabbri hanno ribadito di essere “assolutamente d’accordo che la Porta del Borgo continui a tenere il suo magazzino dentro l’ex asilo”. Però anche i vertici dell’associazione, di cui fa parte la moglie del sindaco, hanno risposto picche. Silenzio fino ad ora dalla Sava srl. Ma tant’è. In attesa di sviluppi loro favorevoli, gli occupanti si sono rimboccati le maniche. Hanno fatto lavoretti di manutenzione interna ed esterna, allestito un’aula studio dove organizzare corsi di ripetizione per studenti. E hanno ripulito il giardino-discarica. “La Sava srl l’ha usato come deposito a cielo aperto, piazzandoci perfino una betoniera. Abbiamo accatastato quintali di impalcature, mattoni e altro materiale edile di scarto, vogliano sfruttare anche questo spazio – racconta Nico Bazzoli, uno degli attivisti del Laboratorio Fabbri -. Per l’interno stiamo mettendo a punto una biblioteca, una palestra popolare con attrezzi ginnici, un corso di teatro”. E ancora: “Uno sportello per assistenza legale e supporto psicologico per sfrattati e disoccupati (nell’ambito del progetto in rete “Road”, ndr.). Tutti servizi gratuiti per i cittadini e soprattutto per i residenti del quartiere, con cui abbiamo subito aperto un dialogo molto costruttivo in vista di collaborazioni. Alcuni sono venuti a pulire il giardino con noi. Sono contenti di vedere un’area che viene strappata al degrado e riprende vita. Altro che quartiere in subbuglio, come ha detto il sindaco… Del resto, per quanto riguarda le attività socio-ricreative in cantiere, cesseranno alle 22, proprio per non dare fastidio ai vicini”. Già, ma resta l’impasse con l’Amministrazione comunale, e non solo… Nico del Laboratorio: “Sappiano che il sindaco vuole aspettare di definire i rapporti con la Sava”. Quali rapporti? “Ecco il punto. L’azienda usa il giardino come deposito in quanto l’aveva ottenuto dal Comune, con tutto l’edificio, in cambio del nuovo asilo municipale che essa stessa ha costruito nel 2007 in periferia. Insomma, il Comune ha pagato solo parte dell’opera in denaro. Ma la permuta non è stata mai giuridicamente perfezionata. E proprio accampando questo motivo, ovvero il perfezionamento del passaggio di proprietà con la Sava, quando un anno fa avevamo chiesto all’Amministrazione comunale di poter creare qui il nostro Laboratorio ci siamo sentiti rispondere di no”.

Cessata da tempo dunque la sua funzione di scuola materna in Spiazzi San Nicolò, il vecchio asilo del Borgo è stato parzialmente e informalmente concesso dal Comune anche all’associazione Porta del Borgo. “Che, appunto, vi ha insediato un magazzino, e che in ogni caso utilizza lo spazio solo nelle due settimane di luglio in cui organizza il Palio. – spiega Nico – Ha rifiutato le nostre proposte di condivisione perché conta di regolarizzare giuridicamente l’uso ottenendo una concessione dal Comune”.

E col Comune è possibile avviare una trattativa? Forse sì. I giovani del Fabbri si sono incontrati con l’assessore alla Sicurezza Mario Paglialunga, lui pare disponibile a una mediazione. Al contrario del sindaco. Il quale ha proposto il trasferimento del neo Laboratorio sociale in un altro edificio privato. Nico: “Una sede troppo periferica, non rientra nel nostro progetto, che è quello di rivitalizzare anche e soprattutto il quartiere Borgo e il centro. E il quartiere e dalla nostra parte. Non ce ne andremo, resteremo qui giorno e notte”.

(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

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