Musica & Diritto: Max Gazzè ed il dialogo “Sotto casa”

IL BRANO “SOTTO CASA” COME INNO ALLA COMUNICAZIONE

di Valentina Copparoni

max-gazze “Il tempo cambia, così anche il modo in cui canto e interpreto le canzoni e in sostanza anche io. In realtà credo più nel cambiamento che nel tempo” (Max Gazzè)

Siamo alle porte di un altro Festival di Sanremo e prima di essere “inondati” di nuove canzoni voglio riproporre un successo dell’ultima edizione.

 Dalla prima volta che l’ho ascoltata non mi ha più lasciato. La canzone “Sotto casa” del cantautore Max Gazzè è uno di quei brani che lascia il segno, che non è soffocato tra i tanti che ascoltiamo nella settimana sanremese (questo è stato presentato nell’edizione del 2013) che poi però ci lasciano senza alcuna emozione.
E’ stato definito da molti “il brano del momento”, un momento che sta durando da mesi dopo l’ultimo festival di Sanremo dove per la prima volta è stato ascoltato.
E’ un successo molto particolare perché “Sotto casa” è una canzone tutt’altro che commerciale, dal testo di difficile interpretazione.


In molti hanno chiesto a Max il significato del brano e lui cosi ha spiegato in varie interviste:

Ho lavorato molto con mio fratello e la canzone è uscita in un giorno in cui stavamo scrivendo e hanno suonato alla porta. Erano due testimoni di Geova, gli abbiamo aperto e abbiamo ascoltato quello che avevano da dirci. E abbiamo immaginato come sarebbe andata se nessuno avesse mai aperto la porta a questi ragazzi e che a un certo punto avessero cominciato a parlare davanti ad una porta chiusa. Questo rappresenta la chiusura che c’è fra il modo laico e religioso e anche fra le varie religioni. Non credere in nulla è altrettanto difficile ed impegnativo quanto credere”.
E continua spiegando anche perché ha deciso di cambiare la parte del testo che diceva “Porto Dio”: “Non volevo che l’assonanza fosse confusa o male interpreta e per il palco del Festival ho preferito non rischiare. Sono stato ben attento a non offendere nessuno e a non volere offendere nessuno”.
La canzone è certamente un invito al dialogo tra religioni e fedi diverse ma anche, più in generale, un invito alla convivenza nel rispetto delle diversità che animano e fanno parte del nostro mondo.


Nel video della canzone, girato dal regista Lorenzo Vignolo, lo stesso Max interpreta un predicatore quasi surreale che insieme al co-protagonista del video (il figlio Samuel) si aggira per le strade della periferia di Roma a bordo di una Fiat 600 Multipla. Tutto si svolge in un contesto apparentemente abbandonato, quasi decadente.
Il predicatore-Max si ferma davanti ad un portone bussando e “predicando” davanti alla porta chiusa fino a che dall’interno il nonno della famiglia si alza ad aprire. L’apertura del portone è anche una sorta di simbolica apertura delle menti degli abitanti della casa che alla fine vengono talmente rallegrati e convinti del messaggio portato dal “predicatore” che scendono in strada felici a ballare.

Insomma nelle parole, nella musica ricercata ma non troppo “aulica”, nelle immagini, un vero e proprio inno al dialogo senza nascondersi dentro le case, dentro quelle mura che a volte sappiamo e vogliamo costruire alte per proteggerci non si sa bene da chi e cosa. O forse dalla paura degli altri, del confronto, del sentirsi inadeguati, diversi e quindi deboli.
Se l’ispirazione del brano è data dall’incontro con alcuni testimoni di Geova, in realtà il significato appare di più ampio respiro. La paura del confronto verso altre religioni, altre culture ed idee politiche, altri orientamenti sessuali. Più semplicemente altre scelte di vita.
Tutto viene accompagnato da un ritmo musicale brioso, leggero ma mai scanzonato, che entra in testa e nel cuore. E li rimane.
Amo il Max Gazzè musicista che sa ed ama sperimentare, che dopo il primo album del 1996 non ha mai smesso di disegnare il proprio percorso. Un cammino artistico e forse anche personale che spesso condivide con altri musicisti (oltre che con il fratello Francesco con cui scrive i testi) in un crescendo che non arriva mai a toccare eccessivi eclettismi che finirebbero a riservare la sua musica a pochi eletti.
Le sue canzoni dipingono un approccio ed uno sguardo sul mondo apparentemente leggero, in realtà molto reale e profondo.

Apra la sua porta, faccia presto…

Non importa cosa crede lei

Di questo movimento

Ma l’avverto che al suo posto

Non ci penserei due volte,

Dato l’imminente arrivo di Gesù,

Perché poi non torna più!

Mi son reso conto che serpeggia

Tra i credenti il malcontento

Per la pioggia di mancati

Appuntamenti nei millenni,

Ma si metta nei suoi panni…

Quell’incetta Di pianeti Da salvare…

Di pianeti da salvare! Possa la bontà

Del vostro cuore Riscoprire

Che la verità Si cela Spesso

Dentro una persona Sola

E non è tanto Il sesso

A consolare L’uomo Dal suo pianto,

Ma l’amore Buono Ed il perdono

Santo Del Signore.

Lasci Che le spieghi In due parole

Com’è facile Sentire Gli echi

Bassi ed immorali Di comportamenti

Frivoli e meschini Quali Certi Omini

In abito da donna, La vergogna

Che neanche gli animali!

Apri un istante E ti farò vedere io

Che nasce sempre Il sole Dove

Cerco Dio In tutti I poveretti

Che hanno perso Il senso immenso

Della vita!

Non chiedo mica Un regno Intero,

Dico io…

Sono un indegno Messaggero

E cerco Dio In chi vendette

Onore Per denaro E ora nel cuore

Mette Un muro!

Lei non si dimostra Illuminato

Dalla grazia della vostra

Santa Vergine Maria,

Lo chiami pure, se ritiene,

Il capo Della polizia,

Ma a chi conviene

Tutta quella baraonda

Se l’ozono S’è ridotto A un colabrodo

E basta Un solo Farabutto

A fare in modo Che dell’uomo

Non rimanga Neanche l’ombra…

E poi ficcatevelo in testa:

Non si viene Al mondo tanto

Per godere, Ma soltanto

Perché un bene Superiore

Ci ha creati!

Apri un istante E ti farò vedere io

Che nasce sempre Il sole

Dove Cerco Dio, In tutti

I poveretti Che hanno perso

Il senso immenso

Della vita!

Non chiedo mica Un regno

Intero, Dico io…

Sono un indegno Messaggero

E cerco Dio In chi vendette

Onore Per denaro

E ora nel cuore

Mette Un muro!

So che sei lì Dentro…

Non ti muovi, Ma ti sento!

Oggi te la cavi, Sì…

Ma non finisce qui!

In tutti I poveretti Che hanno perso

Il senso immenso Della vita!

Non chiedo mica Un regno

Intero, Dico io…

Sono un indegno Messaggero

E cerco Dio In chi vendette

Onore Per denaro E ora nel cuore

Mette Un muro”

 

 

Print Friendly
FacebookTwitterLinkedInWhatsAppGoogle+TumblrEmailPrintFriendlyCondividi

Leave a Reply