L’EX MARITO LA INFASTIDIVA DA TEMPO E NELLE PRIME ORE DEL 17 SETTEMBRE L’HA UCCISA A COLTELLATE
di Mosè Tinti
CIVITANOVA MARCHE, 22 Settembre 2013 – Il termine “ossessione”, da obsessione, derivato di absidere (assediare), viene poi utilizzato nel latino ecclesiastico per indicare “possessione demoniaca” ed oggi, quando utilizziamo questa parola, forse nemmeno ci pensiamo a quanto la sua derivazione renda ottimamente l’immagine di ciò che con essa vogliamo indicare.
Sicuramente è un qualcosa che infetta la mente, magari all’inizio si confonde con qualcosa di diverso, poi si espande fino a diventare incontrollabile e rendere estranei a se stessi, senza discriminazione di età.
Così può accadere a Civitanova Marche in via Mameli che un uomo di 76 anni, Graziano Palestini, si acquatti nel cuore della notte o alle prime ore del mattino, a seconda di come si preferisce definire le lancette dell’orologio ferme alle 3,15, minuto più minuto meno, e aspetti con un coltello in mano, o nascosto da qualche parte nell’abbigliamento, la sua vittima, sua ex moglie di 66 anni, Maria Pia Bigoni. La donna è in sella ad una bicicletta e pedala per recarsi a lavoro: titolare di una rivendita di pesce, vuole partecipare alla prima asta per acquistare il prodotto migliore e rivenderlo poi la mattina ai clienti. Graziano Palestini esce dal buio quando la donna è ormai vicina e blocca la corsa, costringendola a scendere. Ci sono delle questioni in sospeso e si accende una discussione alla quale l’ex marito decide di porre immediatamente fine con una serie di fendenti al volto e al corpo.
In estrema sintesi questo è quanto è avvenuto il 17 settembre scorso nella tranquilla cittadina marchigiana: le urla della donna hanno attirato l’attenzione dei vicini, che hanno avvertito i Carabinieri, subito intervenuti sul posto dopo pochi minuti. L’assassino era ancora lì, coltello in mano, donna esanime a terra: morirà poc9 dopo il ricovero in ospedale.
La coppia aveva figli grandi e la separazione aveva comportato moltissimi dissapori, per cui Palestini nutriva un forte rancore nei confronti della Sig.ra Bigoni. Tuttavia, le prime dichiarazioni di Catia, figlia degli ex coniugi, che hanno avuto altri due figli insieme, assumono toni di difesa del padre: “Questo non è un caso di femminicidio, è un caso di disperazione, mio padre era disperato”. La figlia ha cercato di spiegare che il padre era vessato e che la madre se ne era andata di casa, lasciando molto probabilmente il marito in gravi disagi economici. Pare, infatti, che lo stesso godesse solo di una modesta pensione e la causa di separazione aveva avuto strascichi notevoli, legati sempre ad aspetti economici.
Disperato o no, i comportamenti minacciosi, invasivi ed aggressivi del Palestini erano emersi anche in passato ed erano già noti perchè al 76enne era stato già destinato un provvedimento di divieto di avvicinarsi alla ex moglie. Ora l’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Ad onore del vero, le accuse e le denunce tra i coniugi erano state reciproche.
In ogni caso, purtroppo, si può parlare di un’altra tragedia che si sarebbe potuta evitare mediante la predisposizione di un apparato sanzionatorio più duro ed efficace nei confronti di soggetti condannati per comportamenti di stalking e simili. Un inasprimento sanzionatorio che farebbe da misura di prevenzione affinchè questi orrori siano meno frequenti.