Vaccini:interviene l’antitrust per diffondere i ‘generici’

DOPO IL CALO DELLE VACCINAZIONI A SEGUITO DELLE BUFALE SEMPRE PIÙ DIFFUSE

del dottor Giorgio Rossi

Ancora una volta torniamo a parlare su questa rubrica di vaccini.

Più volte abbiamo ribadito, riportando il parere di tutto il mondo scientifico, che i vaccini hanno cambiato la storia della medicina e si sono affermati come strumento fondamentale per la riduzione della mortalità e morbilità delle malattie infettive, modificandone profondamente l’epidemiologia.

 

Infatti l’impiego dello strumento vaccinale ha portato a risultati spesso clamorosi come la scomparsa del vaiolo e della poliomielite eradicati in Europa, rispettivamente, nel maggio 1980 e giugno 2002, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

Ma da qualche tempo nel nostro Paese si sta assistendo ad un sensibile calo delle vaccinazioni tale che, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, la copertura vaccinale è scesa al limite della soglia di sicurezza e tende ad un ulteriore calo.

 

Ciò comporta il rischio di avere gravi conseguenze sia sul piano individuale che collettivo, poiché, scendere sotto le soglie minime, significa perdere via via la protezione della popolazione nel suo complesso così che possono riapparire malattie per anni cancellate.

 

Responsabili di questa situazione, sono le leggende più o meno metropolitane che circolano inarrestabili in internet e nei social network, veicolate da personaggi “famosi” che alimentano la fantasia di troppa gente che coltiva la coltura del sospetto anziché quella della scienza, fino a credere alla gigantesca bufala del nesso ( inesistente) tra vaccini e autismo

 

In questo scenario, per nulla incoraggiante, è arrivata l’indagine conoscitiva dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato ( Antitrust), illustrata la settimana appena trascorsa a Roma nella propria sede, in cui denuncia la presenza di un oligopolio fortemente concentrato su base mondiale costituito dalla compagine di quattro aziende farmaceutiche ( GlaxoSmithKline, Pfizer, Sanofi Pasteur, MSD) che oggi detengono oltre 80% delle vendite mondiali di vaccini in un settore che ha un fatturato complessivo di oltre 20 miliardi di euro.

 

Messa così, fa pensare a pochi “padroni” del mercato che difendono il proprio ricco territorio. Forse è così, ma finché la difesa è attuata con mezzi legittimi, il problema è relativo. Anche perché, il direttore dell’Autorità, ha precisato che l’indagine non ha rilevato elementi che potessero ricondurre ad accordi di “cartello” tra le aziende per sostenere i prezzi. Inoltre, sempre il direttore dell’Autorità, ha dichiarato che l’indagine non intende prendere posizioni sull’utilità e/o presunta pericolosità dei vaccini.      

 

L’indagine fa riferimento anche ha normative brevettuali particolarmente complesse che ostacolerebbero lo sviluppo di versioni generiche dei vaccini, in misura anche superiore agli altri mercati farmaceutici, con fenomeni di product differentiation che rendono più difficile la sostituibilità tra prodotti destinati a prevenire una medesima malattia.

 

A tal proposito, gli esperti segnalano che non sono solo le normative brevettuali a rendere difficoltosa la produzione di “vaccini generici” ( che poi sarebbero biosimilari, ben diversi dai generici chimici), poiché produrre un vaccino efficace,rispettando gli elevatissimi standard di sicurezza previste dalla legislazione, richiede tanto know how, procedure di alta complessità e costi particolarmente elevati.

 

L’Antitrust segnala pertanto la necessità che le autorità mediche competenti adottino posizioni chiare sia in ordine all’inclusione di una determinata vaccinazione nei piani nazionali di prevenzione e ai conseguenti livelli essenziali di assistenza , sia in merito ai profili di equivalenza medica tra prodotti vaccinali.

 

Propone, infine, di includere i vaccini in classi di rimborso i cui prezzi siano contrattati preventivamente con l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) quando, dopo essere stati registrati in classi a prezzo libero, vengano compresi nei Piani nazionali di vaccinazione, tenuto conto che ciò garantisce acquisti continuati di grandi volumi in vista di opportune valutazioni sconti-qualità.

 

Nonostante le valutazioni “commerciali” dell’indagine dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato abbiano come obiettivo primario l’interesse del consumatore, queste piombano come un macigno sulla “problematica” vaccini in un momento già così delicato. Pertanto, alle Autorità mediche, il duplice impegno di adeguarsi alle indicazioni dell’Antitrust, ma ancor più di rafforzare la comunicazione trasparente e continua sulla sicurezza dei vaccini, di fondamentale importanza per continuare a infondere fiducia e a considerare la vaccinazione anzitutto un concetto culturale.  

 

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