“Uscita a Ovest dal porto, cappa di gas su Ancona”

ITALIA NOSTRA E I MOTIVI DEL NO ALL’OPERA

foto porto Uscita OvestANCONA – “Una cappa di gas che incombe sulla città”. E’ questo il futuro che aspetta Ancona se verrà realizzata l’uscita ad Ovest dal porto di Ancona. Lo sostiene la sezione anconetana di Italia Nostra. Il Piano economico del 2007? “Non è credibile proprio sotto l’aspetto della sostenibilità economica”, scrive in una nota il direttivo dell’associazione. Dal canto suo, l’assessore al Porto, afferma che per rendere sostenibile piano e progetto occorre centrare un obiettivo: aumentare da 500.000 a 12 milioni l’anno i passaggi di mezzi, compresi i TIR, in porto. “Ma ciò provocherebbe – scrive Italia Nostra – un eccezionale incremento dell’inquinamento della città e porrebbe fine ad ogni progetto di recupero del waterfront e di sviluppo del turismo sostenibile”. L’Associazione Italia Nostra è intervenuta, anche a nome di Legambiente, nel Consiglio Comunale di Ancona aperto, dedicato alla realizzazione di questa opera, nel corso del quale è stata ribadita, da parte di molti, l’assenza di informazioni precise ed aggiornate sulla vicenda, mentre nessuna delle 39 prescrizioni e 6 raccomandazioni poste dal CIPE nel 2010 risultano affrontate e risolte.

Ad aggravare la situazione – sempre secondo Italia Nostra – è intervenuto nel 2013 l’ampliamento dei limiti della “grande frana” di Posatora, che adesso riguarda anche l’area interessata dal progetto.

Italia Nostra ribadisce ancora una volta “la necessità, in alternativa all’Uscita ad Ovest, che fin da oggi si punti, per il traffico già esistente, al trasporto con organizzazione intermodale su ferro ed alla rivisitazione immediata (seppur tardiva) della mobilità/circolazione a Torrette”. Italia Nostra, riprendendo anche la posizione assunta da tutte le associazioni ambientaliste marchigiane nell’appello “Le Marche che noi vogliano”, sottolinea che il progetto “della grande struttura viaria di collegamento del porto di Ancona con l’autostrada non ha nulla di sostenibile, a causa dell’alto costo in termini di consumo di territorio, dello spreco di risorse economico-finanziarie (che alla fine saranno a carico dei cittadini fruitori) del rischio idrogeologico per il passaggio in zona in frana, per il gravissimo aumento di rischio per la salute degli operatori del porto e dei cittadini tutti”.
In definitiva Italia Nostra continua ad esprimere il totale dissenso e la più completa contrarietà alla realizzazione di questa opera nell’area portuale più inquinata della nostra regione.

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