Tributo new wave agli Stardom

MAKE UP”, 15 BAND IN UN CD

ANCONA – di Giampaolo Milzi – Happy birthday Stardom! Ma in questo caso gli auguri di buon compleanno, agli Stardom, vengono cantati e suonati in italiano da ben 15 gruppi di quella scena underground dark-new wave che la band milanese di Riccardo Angiolani & C ha contribuito così tanto a coltivare in modo iper resistente. Così lontani ma così vicini, quegli anni ’80 della Milano da bere e dei paninari, pre Tangentopoli e vittima del riflusso movimentista post ’77. Perché, purtroppo, anche corruzione e riflusso della buona politica resistono nel Bel Paese. Epperò l’onda lunga di un certo modo di intendere, comporre e condividere musica rock dai toni oscuri, introspettivi, eleganti, intellettuali e un po’ decadenti, ma non per questo incapace (anzi) di rilanciare i valori della poesia, dell’amore e della bellezza, non si è mai fermata. Come dimostra questo album intitolato “Make – Up”, fortissimamente voluto dagli stessi Stardom per festeggiare in modo originale quella wave che ci auguriamo infinita. Un cd-progetto, insomma, partorito nel dicembre scorso dalla casa discografica Danze Moderne/Fonoarte, grazie al tributo-contributo di Karma in Auge & Anna Maria Stasi (C.F.F.), MasCara, TheStompcrash, Der Himmel uber Berlin, DelendaNoia, Filippo Galeani (Marlat) & Fra Ange Noir (Marlat), Ottodix, KlownFish, laBase, Labyrinthus Noctis, Starcontrol, Avant-Garde, Twoo Moons, Vidi Aquam, Stardom e degli anconetani Delta Mind. Un brano riproposto da ognuna di queste indie band. Tutti pezzi – tranne il 16°, un inedito eseguito e composto dal gruppo omaggiato – tratti dai due cd del percorso Stardom, inziato nel 2010 con “Soviet della moda” (2010) e proseguito con “Danze illiberali” (2013). Un percorso decennale, scaturito nel capoluogo lombardo dall’incontro dell’anconetano Angiolani (voce) con Cristina “LaCrisi” Corti (chitarra), Antonio “Fafnir” Florita (chitarra) e Oliver Pavicevic (basso e batteria e tastiere). Un iter segnato da contatti più che amichevoli, da culto, con le formazioni che “hanno speso impegno e talento davvero speciali nel rifare il make-up alle nostre canzoni”, come recitano le note del “package” di questo disco. Una curiosità: alcune, quelle che di solito propongono testi in inglese, per confezionare il loro regalo agli Stardom hanno dovuto mettersi in gioco con l’italiano, e anche in questi casi la sfida risulta vincente.

Un lavoro sostanzialmente fedele alla matrice rock, dove l’agile e leggero uso delle chitarre elettriche e il tono caldo e suadente del cantato, mai barocchi, lasciano poco spazio ad effetti e diavolerie cybernetiche. Una compilation che ripropone il filone meno nero, goticheggiante, nichilista, ansiogeno ed elettronico del formidabile genere dark-wave, permeata di energetico lirismo, che esalta l’eredità di storiche formazioni della primordiale scena fiorentina come Litfiba e Diaframma. Senza per questo esimersi da riferimenti obbligati a big come Joy Division, Bauhaus, Virgin Prunes, Cristian Death, Sister of Mercy, Killing Joke, tanto per citare alcuni celebri quanto storici esempi delle band (in prevalenza inglesi) di cui – va ricordato – a metà anni ’80 Riccardo Angiolani faceva roteare i vinili sulla consolle notturna di Radio Marche ad Ancona, città dove aveva fondato i “Voluptas Dolendi”.

Make – Up”, in definitiva, suona come un invito onirico a danzare, a continuare testardamente a cercare e trovare le luci indicative del “bel e buon vivere”. Quelle che, nonostante tutto, esistono e resistono tra le ossessive e alienanti ombre dei mali dell’anima umana e del mondo.

Infoweb: https://www.facebook.com/StardomBand/?fref=ts

(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

 

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