PERUGIA, 8 MARZO ’12 – Dopo le due cruente rapine in villa, l’ultima delle quali il 2 marzo a Ramazzano culminata con l’omicidio dell’impiegato bancario Luca Rosi, crivellato con cinque colpi di pistola calibro 7,65 perché aveva cercato di impedire che i rapinatori violentassero la sua fidanzata, a Perugia e in tutta l’Umbria cresce la paura. Ma anche la rabbia. Gli inquirenti stanno battendo a tappeto l’intera zona alla ricerca dei rapinatori-killer, attenzione particolare in tutta Perugia per i gruppi provenienti dall’Est-Europa sottoposti a controlli e identificazioni. Arrestato nei giorni scorsi un albanese in possesso di una pistola calibro 7,65 carica, nascosta sotto al tappetino della sua auto. Oggi intanto, Ramazzano piange Luca Rosi, l’impiegato dell’Unicredit freddato con cinque colpi di pistola per aver difeso la fidanzata dalle attenzioni di uno dei rapinatori che voleva stuprarla.
Il funerale di Luca Rosi. Saranno celebrati questo pomeriggio alle ore 15 nel Cva di Ramazzano (una grande struttura di aggregazione) i funerali di Luca Rosi. Nella stessa sede, scelta proprio per la sua capienza, è stata allestita la camera ardente aperta da mezzogiorno. In tantissimi gli renderanno omaggio, con una preghiera e un ultimo saluto. Il Comune di Perugia ha proclamato il lutto cittadino. Alla cerimonia funebre vicine ai parenti, ci saranno anche le autorità regionali e tutta la piccola comunità di Ramazzano, che l’altra sera ha percorso le vie della frazione in una lunga, silente fiaccolata.
La caccia ai killer.
Cresce la paura, ma anche la rabbia per questi banditi che non solo depredano le abitazioni dell’intimità domestica e di oro e denaro, ma che stuprano picchiano, uccidono senza pietà. Ieri sera la trasmissione di Rai3 “Chi l’Ha visto?” ha mandato in onda la foto di un albanese “dagli occhi di ghiaccio” evaso dal carcere di Regina Coeli il 14 gennaio scorso. Dalle numerose segnalazioni pervenute in trasmissione, potrebbe essere uno dei banditi che hanno messo a segno la violenta rapina a casa Rosi. Quell’uomo della foto-segnaletica sarebbe stato avvistato da più persone a Perugia e Ramazzano, alcuni giorni prima della rapina. Potrebbe essere anche la stessa persona che ha compiuto l’altra rapina compiuta il 3 febbraio scorso a Pietramelina (http://www.fattodiritto.it/rapina-in-villa-a-perugia-stuprata-una-donna), una piccola frazione di Perugia, in cui i due rapinatori – pare dell’Est Europa, a volto coperto e armati di pistole – hanno derubato e poi, non paghi, hanno violentato la donna (che si trovava in casa insieme alla nipotina di 14 anni). Hanno atteso il rientro dei genitori della ragazzina, poi li hanno costretti ad aprire la cassaforte portando via oro, denaro e una pistola regolarmente denunciata. La stessa arma con cui potrebbe essere stato ucciso Luca Rosi. Sarà il confronto balistico a stabilire se modello e proiettili coincidono con l’arma rubata. Intanto il questore di Perugia Nicolò D’Angelo ha disposto controlli a tappeto su tutto il territorio da domenica sera. Dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza di Abruzzo e Lazio sono stati inviati i rinforzi: si tratta dei reparti prevenzione crimine che stanno setacciando il capoluogo umbro e ispezionando i locali notturni e luoghi di aggregazione, con un’attenzione particolare ai gruppi dell’Est-Europa della zona di Ponte San Giovanni. Circa 60 le persone identificate, tra cui alcuni stranieri pregiudicati.
Arrestato con la pistola carica in auto. Nel corso dei controlli straordinari disposti dal Questore, lunedì sera all’interno di un locale notturno alla periferia di Perugia è stato fermato un cittadino albanese di venticinque anni. Dalla successiva perquisizione della vettura, gli agenti della polizia provinciale hanno rinvenuto una pistola calibro 7,65 carica, nascosta sotto al tappetino. Lo stesso calibro usato per l’omicidio Rosi. Anche se il controllo balistico avrebbe smentito che si tratta della stessa arma con la quale i rapinatori-killer hanno sparato a Luca Rosi (escludendo quindi un legame con quella rapina), è stato invece accertato che l’arma risultava essere stata rubata fuori Perugia nel 2008. Il giovane albanese è stato arrestato con l’accusa di possesso ingiustificato di arma. Ulteriori controlli balistici dovranno accertare se con quell’arma sono comunque stati compiuti altri reati. Nello stesso locale notturno, gli agenti hanno identificato 120 persone, 15 delle quali di nazionalità albanese e magrebina.
TALITA FREZZI
D: In che consiste l’accusa di possesso ingiustificato di arma?
R: La detenzione abusiva di arma fuoco o di armi senza averne fatto denuncia all’Autorità, quando questa è richiesta, è punita con l’arresto da 3 a 12 mesi o con un’ammenda fino a 371 euro. Chiunque poi ha notizia che in un luogo da lui abitato di trovano armi e munizioni ed omette di farne denuncia all’Autorità, è punito con l’arresto fino a 2 mesi p con l’ammenda fino a 258 euro.
Il “porto abusivo di armi” invece è previsto dall’art. 699 del codice penale che punisce chi, senza licenza dell’Autorità, quando la licenza è richiesta, porta un’arma fuori dalla propria abitazione o delle appartenenze di essa oppure chi porta fuori dalla propria abitazione o delle appartenenze un’arma per cui non è ammessa la licenza. Sono altresì previste aggravanti qualora il fatto venga commesso ove vi sia concorso o adunanza di persone, o di notte o in un luogo abitato.
D: La concessione del c.d. porto d’armi è legata a particolari requisiti del richiedente?
R: Sì certamente, ci sono dei requisiti ed il controllo di conformità ai requisiti da parte del cittadino e il rilascio della relativa licenza sono di competenza della Questura o Prefettura. La legge prevede 3 tipi di licenza di porto d’arma ovvero per uso sportivo, per uso venatorio e per difesa personale. Tutti i cittadini possono ottenere una licenza di porto d’arma purché non soggetti a sentenza restrittiva dei diritti civili da parte di un tribunale ed in possesso dei requisiti psicofisici richiesti; la licenza di porto d’armi può in ogni caso essere rifiutata dal questore o dal prefetto oltre che per le persone condannate per delitti non colposi contro le persone commessi con violenza, per reati contro la persona o il patrimonio, contro lo Stato e l’ordine pubblico o condannate per diserzione in tempo di guerra o porto abusivo di armi, anche per coloro che siano stati condannati per delitti diversi o non siano di buona condotta o non diano affidamento di non abusare delle armi. Il rilascio del porto d’armi richiede anche certificati medici, un attestato di idoneità al maneggio delle armi se non si è prestato servizio nelle Forze Armate nei dieci anni precedenti l’istanza di rilascio, di non avere gravi precedenti penali e di non essere affetti da problemi psichici.
D: Per quali reati sono ricercati i rapinatori di villa Rosi?
R: Rapina aggravata dall’uso di armi, dal fatto che erano in numero di tre persone e a volto coperto, forse sequestro di persona (se le altre persone sono state lasciate legate dopo la fuga) ed inoltre omicidio aggravato, per aver commesso il fatto per assicurarsi l’impunità del precedente reato.
AVV.VALENTINA COPPARONI