Mattarella: 8 pallottole, una foto e un destino da Presidente della Repubblica

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(foto di Letizia Battaglia)

L’OMICIDIO DI PIERSANTI MATTARELLA E IL FRATELLO SERGIO CHE LO SOCCORRE

È il giorno dell’Epifania del 1980. Piersanti Mattarella, presidente della regione Sicilia, allievo di Aldo Moro,protagonista del rinnovamento nell’isola, è vittima di un agguato mafioso.
8 pallottole lo raggiungono all’interno della sua berlina.
Una foto, a volte, cambia la storia e ridisegna la storia di una persona. L’uomo con i capelli già ingrigiti, dietro, con il corpo morente tra le braccia è Sergio Mattarella, il nuovo Presidente della Repubblica italiana.
In una foto, a volte, è impressa una storia che parla di futuro oltre che di passato e presente.
In una foto, poche volte, è scritto il destino di una persona.Il presidente della Regione Sicilia che aveva sfidato le radici della mafia, Piersanti Mattarella, muore sotto i colpi infami della mafia tra le braccia di suo fratello Sergio che gli sorregge il capo mentre la moglie Irma gli spingeva fuori le gambe. Respirava ancora Piersanti, e chissà quali saranno state le ultime parole dette in quel momento a suo fratello Sergio.
Ma da quel momento la vita di un tranquillo professore universitario cambia, l’eredità politica del fratello e del padre deve essere ora portata tutta sulle sue spalle.
Attraversa la politica degli anni ’80 e ’90, gli anni del passaggio dalla prima alla seconda Repubblica, la crisi delle istituzioni e dei politici che ne erano la linfa. Manette e antipolitica, disaffezione, perdita di fiducia e di dignità istituzionale.
Ma Sergio Mattarella è sempre rimasto pulito, indenne da scandali e inchieste.
Con il suo credo onestamente democristiano e popolare, valori costituzionali e cristiani forti che lo sorreggono, lotta alla mafia e dignità umana e politica.

Stava andando  a messa, come in ogni giorno di festa, quel 6 gennaio 1980, la famiglia Mattarella.

Senza scorta, perché nelle feste Piersanti voleva che anche quegli angeli della sua vita fossero liberi e con le proprie famiglie.

Via Libertà, Palermo. Dove viveva e dove fu ucciso Piersanti Mattarella. Un nome che sa di speranza, beffa e sogni infranti.
Piersanti voleva la Sicilia libera dalla Mafia. 8 pallottole si misero di mezzo nella strada verso la libertà.
Sergio Mattarella raccoglieva il suo corpo ancora vivo, ancora per pochi minuti. E raccoglieva la sua eredità politica.
“Accadono cose che sono come domande: passa un minuto, oppure anni e poi la vita risponde” (A.Baricco- Castelli di rabbia).

La nomina, 35 anni dopo, di Sergio a Presidente della Repubblica italiana. E un giovane Magistrato che, di turno quella maledetta Epifania, si occupò dell’omicidio del Presidente della regione Sicilia: Pietro Grasso. Oggi presidente del Senato, e facente funzioni Presidente della Repubblica dopo le dimissioni di Napolitano, per un passaggio di testimone che sa di destino.
Oggi l’Italia saluta il nuovo Presidente della Repubblica. Oggi la Repubblica sembra più forte contro le mafie e l’illegalità.

La fotografia è il riconoscimento simultaneo, in una frazione di secondo, del significato di un evento” (Henry Cartier-Bresson).

Perché a volte un’immagine è più forte di tante parole.
Perché a volte il finale di una storia è già scritto in uno scatto, e passano anni prima di comprenderlo.

 

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