Libro su “Conero. I sentieri del lavoro”

A SPASSO CON FRANCECSO BURATTINI

x-fed-copertina-libro-conero-sentieriANCONA – di m.p.b.-

Nell’estate che si preannucia rovente – fra parcheggi e caro spiaggia – farà bene leggere e meditare sull’ultimo libro di Francesco Burattini “Conero. I sentieri del lavoro”. Sì, perché del monte di Ancona si sa tutto e si sa niente. E invece, oltre alla baia di Portonovo, c’è di più. E Burattini ce lo spiega bene.

Ci sono sentieri, percorsi, anelli da percorrere a piedi in lungo e in largo. Burattini ne elenca e illustra più di settanta, oltre alle arrampicate, alcune arditissime, raccomandate solo per gli esperti. E’ tutto ben catalogato e descritto perché la pubblicazione – per Fba di Ancona – è soprattutto una preziosa guida. Francesco Burattini è istruttore nazionale di alpinismo e ha al suo attivo più di mille ascensioni. Si è cimentato nel Passo del Lupo a soli 11 anni in compagnia del nonno Ferdinando, cavatore. Il Conero in pratica è casa sua. La sua “Guida al Parco del Conero” edita nel 1985 è fra gli scaffali di ogni appassionato di trekking. Ora, dunque, questo nuovo lavoro che cade giusto appunto nel trentennale del Parco. Un’occasione in più per riflettere.

Non si dovrebbe infatti dimenticare quanto il Conero sia ricco di tesori non solo naturalistici ma storici, artistici e culturali. Da luogo di lavoro per i cavatori, oggi è l’essenza della bellezza del mare Adriatico, con il suo promontorio, unica emergenza orografica, che interrompe la linea di sabbia da Trieste a Vieste. Per i greci era il solo punto di riferimento visivo durante la traversata dalle sponde croate. Frequentato nei millenni, il Conero custodisce memorie di inestimabile valore. A partire proprio dagli stradelli che, ricorda Burattini, l’uomo ha inciso dal Paleolitico inferiore al Neolitico, dai romitaggi del Mille al Medioevo, sulla base del profilo geomorfologico, anche quello più aspro. Così hanno fatto i cavatori creandone di nuovi che oggi, sottolinea Burattini, risultano i più arditi e spettacolari e che rappresentano preziose testimonianze di archeologia industriale che andrebbero meglio tutelate. Nella rete dei tracciati, ci sono anche i cunicoli, uno degli enigmi più affascinanti che caratterizzano la ricerca protostorica nell’area del Conero.

Ai capitoli introduttivi su geologia, flora, fauna, storia, arte e toponomastica seguono informazioni sui centri abitati, sulla cucina e il vino, sugli avvenimenti di rilievo conosciuti e documentati. Vedi l’opera di rimboschimento (1913-1939), la grande mina (1933), il naufragio del Potho (1962), l’avventura della piccola Pepita persa e ritrovata nel bosco dopo due giorni e due notti (1981). E poi i segreti ai tempi della guerra fredda e, persino, l’epopea dei dinosauri. Segni dell’impatto dell’asteroide sulla Terra che, 65 milioni di anni, fa portò all’estinzione di quasi tutte le specie viventi sono ben visibili in uno strato argilloso. E’ il famoso limite KT, rilevato lungo il sentiero n° 305 dello “Stradone di San Lorenzo”. Il Conero, insomma, è un vero libro aperto su un fronte vastissimo che va dalle origini ai giorni nostri.

La pubblicazione è dedicata al compianto Maurizio Fiorini “l’uomo che più di ogni altro amava il Conero”. A ricordare, come scrive Burattini, la necessità in questa area naturalistica di eccezionale valore la necessità di “un nuovo equilibrio nella fruizione del sito”. Raccomandazione quanto mai necessaria mentre ad Ancina in Consiglio comunale impazza la polemica – è di questi giorni un intervento del consigliere Francesco Rubini – sulla regolamentazione degli accessi alla baia. Staremo a vedere. Intanto questo libro può aiutare a capire quale straordinario tesoro abbiamo giusto fuori dall’uscio di casa. Una fortuna che merita ogni sforzo per essere tutelata.

Il libro è in vendita ad Ancona presso la libreria Fogola,

a Camerano presso la tabaccheria-edicola Ridolfi.

Per acquistarlo ci si può rivolgere anche all’autore,

tel. 320/0960678

(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

 

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