Il 21 luglio 1969 la “conquista” della Luna

UN PICCOLO PASSO PER UN UOMO, MA UN GRANDE PASSO PER L’UMANITA’. QUELLO SULLA LUNA

di Valentina Copparoni

neilarmstrongIl 5 agosto 1930 nasceva Neil Armstrong, il primo uomo che il 21 luglio 1969 mise piede sulla luna a capo della mitica missione Apollo 11. Nell’agosto 2012 la scomparsa  all’età di 82 anni a seguito di complicazioni dopo un intervento chirurgico di quadruplo bypass coronarico.

Armstrong nasce in Ohio da una famiglia di origine tedesca e dopo aver combattuto come pilota jet durante la guerra in Corea, si laurea in ingegneria  aereonautica nel 1955 e poi consegue anche un master di specializzazione in California. Dopo essere diventato pilota civile e collaudatore, nel 1962 viene selezionato dalla Nasa e guida diverse missioni non tutte ricordate per il grande successo come quello  dell’Apollo 11.
Comanda la missione “Gemini 8” che per la prima volta riesce nell’aggancio di due oggetti orbitanti, ma purtroppo per motivi tecnici la missione vine interrotta; nel 1968 è comandante dell’equipaggio di riserva  della missione Apollo 8 e sempre in quell’anno riesce a sopravvivere ad un grave incidente durante una esercitazione con un simulatore  volante.

Ma la missione della vita di Armstrong deve ancora arrivare.

E’ il luglio 1969. A Neil Armstrong viene affidato il comando di una nuova missione che entrerà per sempre a far parte della storia oltre che degli occhi e del cuore di chi ha potuto assistere a quello straordinario evento ma anche di chi, ancora non nato nel 1969, negli anni e decenni successivi ha imparato a conoscere questa missione e ciò che ha significato per l’intera umanità. Un’impresa frutto di scienza e coraggio, di determinazione e voglia di conoscere ed andare oltre, a vedere  ma anche toccare qualcosa che da sempre, dal pianeta terra, possiamo osservare, fotografare, ammirare ma non toccare o calpestare se non con l’immaginazione: la luna.

A lei nei secoli i poeti hanno dedicato poesie e parole struggenti, a lei spesso tutti noi abbiamo dedicato pensieri ed emozioni, a lei Neil Armstrong e tutti i partecipanti alla missione Apollo 11 hanno dedicato l’impegno, gli studi, la scienza ma anche il cuore.

Durante l’avvicinamento alla Luna, ci sono alcuni momenti difficili e Armstrong prende il comando manuale del modulo lunare Eagle facendolo atterrare e poco dopo le sue prime parole:

Houston, Tranquillity Base here. The Eagle has landed

(“Houston. Qui Base della Tranquillità. L’Aquila è atterrata”)

Sette ore più tardi Neil Armstrong lascia il modulo lunare e per la prima volta nella storia un essere umano cammina sulla superficie lunare. Milioni di telespettatori con il fiato sospeso sono incollati davanti alle tv in bianco e nero, forse uno dei primi e più grandi eventi mediatici della storia della televisione.

Un’impresa straordinaria.

Alle ore 2.56 lo scarpone sinistro di Armstrong tocca il terreno lunare e in quell’istante le celebri parole:

That’s one small step for [a] man, one giant leap for mankind.”

(“Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l’umanità”)

Insieme a Edwin Aldrin esplora la Luna per due ore e mezzo. Al ritorno i partecipanti alla missione sono degli eroi.

Si corona il sogno dell’allora  presidente americano John Fitzgerald Kennedy mentre in piena guerra fredda l’Unione Sovietica aveva già lanciato  in orbita nel 1957 il satellite Sputnik.Il simbolo di questa vittoria era proprio Neil Armstrong e la missione Apollo 11. Dopo di loro altri dieci astronauti americani lasciarono le loro impronte sulla luna tra il 1969 e 1972.

Credo che per quanto Armstrong abbia descritto migliaia di volte quel momento nessuno se non i suoi occhi ed il suo cuore possa aver saputo veramente quale siano state le sue emozioni. Non si è trattato soltanto di una missione riuscita, ma della possibilità di conoscere e toccare un luogo nuovo cosi vicino a noi ed all’immaginario collettivo ma anche cosi tremendamente lontano, almeno per chi come Armstrong ha costruito una vita lavorativa e di studi per raggiungerla.
Al ritorno dalla missione il presidente degli Stati Uniti Nixon gli assegna un’importante onorificenza, la Medaglia presidenziale della libertà. Un valore simbolico anche per il messaggio che quel viaggio verso la luna ha significato non solo dal punto di vista scientifico, la possibilità di raggiungere altro rispetto a noi, un modo per assaporare la libertà viaggiando attraverso l’universo.
Dopo aver lasciato la Nasa nel 1971, Armstrong insegna ingegneria all’università di Cincinnati  e  entra a far parte della Commissione nazionale per lo Spazio dal 1985 al 1986. Nel 2011 gli viene assegnata la Congressional Gold Metal che è la massima onoreficenza civile americana.

Ci sono sicuramente tanti momenti nella storia che avrei voluto vivere almeno da telespettatrice e questo è uno di quelli.
Oggi dove tutto sembra possibile, scientificamente facile e raggiungibile, dove tutto viene dato per scontato,  forse un evento ed un uomo del genere non sarebbero stati apprezzati cosi tanto. Neil Armstrong e l’Apollo 11 hanno fatto la storia, quella storia che è diventata il nostro presente e per questo non possiamo che ringraziarli.

 

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