Intervista esclusiva ad Andrew Noakes di Amnesty International sulla situazione dei diritti umani in Mali

BRUXELLES, 22 Gennaio 2013 – Intervista esclusiva rilasciata da Andrew Noakes di Amnesty International, assistente alle politiche estere UE in Africa, Asia e le Americhe a Fatto&Diritto sulla situazione dei diritti umani in Mali.

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Intervista di Clarissa Maracci 

1)  Attraverso quali attività Amnesty International sta monitorando la situazione dei diritti umani nel Mali?

Amnesty sta monitorando la situazione dei diritti umani nel campo attraverso diversi strumenti: report dei media, team di ricercatori con contatti nel paese.

 

2)  Parliamo delle violazioni di diritti umani nei territori del nord. Secondo i report internazionali, questi crimini sono posti in essere dal gruppo islamista Ansar Dine. E i Tuareg? Sono anch’essi implicati nella violazione di diritti umani?

 Secondo le nostre ricerche, gli abusi sono commessi dai gruppi armati islamisti, come Ansar Dine: amputazioni, esecuzioni arbitrarie, lapidazioni pubbliche. Tuttavia, anche i membri tuareg armati del Mouvement National pour la libération de l’Azawad (MNLA) si sono macchiati di stupro e violenze sessuali, incluse quelle contro i minori. Infine, anche l’esercito Maliano è responsabile per la violazione di diritti umani per le esecuzioni arbitrarie, la tortura, gli arresti arbitrari e le detenzioni.

 

3) Quali sono le connessioni tra il movimento Tuareg (MNLA) – tribù nomade pastorale atea – e le milizie islamiche (Ansar Dine, AQIM, MUJAO)?

Lo scorso anno, questi diversi movimenti hanno stipulato una “alleanza di convenienza”, combattendo insieme per un obiettivo comune: prendere il controllo dei territori del nord. Tuttavia, sono gruppi ben distinti in quanto l’Ansar Dine e le altre milizie islamiche vogliono stabilire un vero e proprio Stato Islamico in tutto il territorio del Mali, mentre il MNLA combatte per ottenere l’indipendenza dei territori del nord del paese. Ora i combattenti facenti parte del MNLA si sono separati dai gruppi islamici e hanno dichiarato la loro volontà di supportare l’esercito Francese e Maliano contro quest’ultimi.

 

4)  Parliamo del reclutamento e dell’addestramento di centinaia di bambini da parte delle truppe islamiche. Perché questi bambini decidono di unirsi ai ribelli? Sono forzati a farlo?

Secondo le nostre informazioni, crediamo che alcuni bambini-soldato siano stati feriti e molto probabilmente uccisi durante gli ultimi combattimenti. E’ difficile però stabilire quale sia il numero esatto di bambini reclutati dall’esercito – si parla comunque di centinaia. Ciò che sappiamo per certo è che i bambini-soldato sono stati addestrati anche dalle milizie filogovernative. Sia i gruppi islamici che le milizie filogovernative stanno reclutando bambini nelle loro truppe, con la forza o meno – questo non si sa. Comunque, come è noto, reclutare bambini che hanno meno di 15 anni nell’esercito rappresenta una violazione del diritto umanitario internazionale.

 

5) I movimenti islamisti e i Tuareg sono ovviamente dotati di armi, tuttavia, sappiamo che queste milizie sono composte sostanzialmente da gente molto povera proveniente dal deserto e dalle campagne. Dove hanno trovato le armi?

Secondo quanto riportato dai media, molte delle armi vengono dalla guerra in Lybia, portate dagli stessi Tuareg che hanno combattuto a supporto di Gheddafi.

 

6) La missione UE consiste nel military training dell’esercito Maliano. Che cos’è “l’allenamento militare” in pratica?

Non è chiaro in che cosa consista. Noi ci auguriamo che consista nell’istruire i soldati in merito ai diritti umani, così da evitare le esecuzioni arbitrarie, la tortura e i gravissimi abusi che sono stati già riscontrati. Siamo altrettanto preoccupati del fatto che l’esercito Maliano possa attaccare i civili, perché ha già commesso gravi violazioni di diritti umani come l’utilizzo della tortura contro i civili. Un’altra preoccupazione di Amnesty in termini di protezione dei diritti umani è l’intervento militare Africano: circa 3.000 soldati dovrebbero arrivare da altri paesi Africani per supportare l’esercito Maliano e temiamo che tra questi vi siano soldati che hanno precedenti nella violazione di diritti umani. Amnesty International raccomanda che la missione europea di training preveda un programma di training sui diritti umani per i soldati Maliani così da prevenire futuri abusi. Inoltre chiediamo all’UE, che fornisce supporto finanziario e logistico all’intervento delle forze Africane, di assicurarsi che le truppe Africane non commettano violazioni di diritti umani.

 

7) Sappiamo che alcuni civili sono rimasti uccisi per sbaglio nel fiume Niger, durante i bombardamenti delle forze aeree francesi. C’è il rischio che questo accada di nuovo, secondo AI?

Sì, c’è sempre il rischio che questo possa accadere di nuovo. C’è sempre un rischio per i civili. Ecco perché la priorità è proteggere i civili. Una specifica raccomandazione che ci sentiamo di fare all’esercito Francese è di dare un effettivo segnale di allerta ai civili prima di bombardati. Ci preoccupa infatti che vi possano essere bombardamenti indiscriminati, poiché l’esercito Maliano ha già un precedente su questo. Non ha differenziato tra i civili e i soldati in alcuni attacchi precedenti. Questo rappresenta una violazione del diritto umanitario internazionale. Chiediamo entrambe le parti di astenersi dal commettere questo tipo di attacchi.

 

8)  In relazione ai bambini-soldato che hanno preso parte alla ribellione, vi è alcuna protezione per questi o sono considerati come un nemico da sconfiggere da parte dell’esercito Maliano e dalle forze militari Europee?

Prima di rispondere vorrei chiarire un punto: l’Unione Europea non è intervenuta. E’ solo la Francia ad essere intervenuta militarmente. L’UE è coinvolta solo nel training e non sta inviando alcun soldato al combattimento. Le truppe islamiche hanno la responsabilità di aver reclutato bambini-soldato. Tutte le parti hanno il dovere di non reclutare bambini-soldato e non attaccare i civili.

 

9)  Secondo il report del Segretario Generale ONU sulla situazione in Mali, datato 29 Novembre 2012, sappiamo che 412.000 persone stanno abbandonando i territori del nord. E’ un numero vicino alla realtà in questo momento?

Per ciò che sappiamo, gli sfollati e i rifugiati sono in tutto 350.0000. Di questi, 200.000 sono dislocati nei territori del Mali. Il resto delle persone è invece fuggito in Algeria, Mauritania, Niger, Burkina Faso e Togo.

 

10)  La missione UE, alla quale l’Italia ha preso parte, fornirà “l’addestramento, il supporto e l’equipaggiamento di base” all’esercito Maliano. Può ritenersi inclusa anche la fornitura di armi?

Secondo quanto sappiamo l’UE non sta fornendo alcuna arma.

 

11) Qual è la posizione di Amnesty International in relazione alla missione Europea nel Mali? E in relazione all’intervento militare francese?

La nostra posizione è che l’Unione Europea debba fornire un training sui diritti umani all’esercito Maliano. Non prendiamo posizioni di parte, la nostra preoccupazione è la protezione dei civili. Per ciò che riguarda l’intervento francese, stessa cosa, dovrebbero dare la massima importanza alla protezione dei civili. 

 

Thank you very much to Andrew Noakes and to Amnesty International European Institutions Office,

Clarissa Maracci 

 

 

 

 

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