I Waganga, i dottori della magia nera

LA STREGONERIA TRA LE TRIBU’ DEL KENYA

di Clarissa Maracci 

wagangsNAIROBI, 20 Luglio 2013 – “Waganga” in Kiswahili, “Whitch doctors” in inglese, è il nome locale per definire il dottore che cura i pazienti con la stregoneria. Nonostante il Cristianesimo e la medicina occidentale abbiano colonizzato il Kenya, la magia nera è ancora molto praticata tra le 42 tribù che vivono in questo paese. In particolare, la “Juju” è diffusissima tra i Kamba e altre tribù che vivono nella zona costiera del paese, ma ogni tribù ha i suoi stregoni.

I motivi per i quali si va da un waganga possono essere diversi: amore, soldi, lavoro, fertilità. Il costo è di circa 6000 scellini ( 60 euro), tuttavia in alcuni casi è necessario “barattare” alcuni aspetti positivi della propria vita con altri – ad esempio, si possono ottenere soldi in cambio della salute di un familiare.

Secondo quanto raccontano i Luyha, tribù che viene dall’entroterra, città di Kakamega, i waganga tengono generalmente un animale selvatico in casa, un serpente gigante o perfino un leopardo, che conferisce loro poteri speciali. A seconda del tipo di magia che debbono praticare, sistemeranno un capello, degli slip, un po’ di terra sotto il vaso che contiene il serpente. Ad esempio, se vogliono rovinare il raccolto del campo, dovranno mettere un pugno di terra sotto al vaso; se vogliono impedire la fertilità di una donna, adagiare la biancheria di questa donna sotto al vaso e la donna non potrà rimanere incinta in nessun modo.

Joswha, un insegnante di una scuola elementare locale, racconta un episodio significativo. Nel 1998, durante la partita di calcio Kenya v. Uganda, il portiere ugandese era stato stregato da un waganga e non riusciva a parare il pallone, si muoveva in maniera strana e goffa, perfino evidente ai telespettatori. Una volta intervistato, dopo la partita, confessò che al posto di vedere il pallone vedeva la testa di un toro avvicinarsi verso la porta.

I luo , nell’area di Kisumu, credono e praticano moltissimo la magia nera. Sono convinti che mangiare in pubblico possa portare il malocchio: se tra i presenti c’è un waganga, potrebbe lanciarti una maledizione affinché il cibo che stai mangiando ti faccia stare male. Per rimuovere il malocchio ci si deve rivolgere ad un altro waganga che generalmente opererà alcune incisioni nello stomaco.

Per riconoscere gli stregoni, c’è un modo molto efficace, secondo i luo: bisogna prendere un particolare tipo di legno e accendere un fuoco. Se ci sono streghe nei dintorni, si gonfieranno come mandazi ( ciambelle fritte). Per quanto questo possa sembrare divertente o assurdo, non si può neanche provare ad ironizzare su queste credenze, fortemente radicate nella cultura tribale.

Un altro episodio significativo che i locali raccontano, riguarda il periodo di violenza postelettorale avvenuto nel 2008. In quel periodo la gente girava per strade saccheggiando i negozi. Uno di questi ladri occasionali rubò una televisione da un negozio. Il ladro era però ignaro della maledizione che gli era stata lanciata: la tv rimase attaccata alle sue mani, non c’era modo di liberarsene. Il caso arrivò perfino nel news nazionale. A causa di questo episodio, molte persone che avevano compiuto furti in quei giorni riportarono la refurtiva nei negozi, terrorizzati dal juju che aveva colpito l’uomo.

In Kenya si possono distinguere due principali correnti di stregoneria: la kamuti , praticata dai Kamba, di etnia Bantu e simile a quella praticata in Sudafrica. L’altra è quella di origine araba, che arriva dalla costa africana e prevede l’esistenza di un Genio che è in grado di avverare i desideri delle persone, proprio come il genio di Aladino. Con pochi euro è possibile assicurarsi il proprio “Genio” per avere un sostegno mistico-spirituale a vita. Questo tipo di magia riguarda Malindi, Zanzibar e in generale la Costa est, fino alla Tanzania.

Tutti in Kenya sanno che la magia nera praticata dai Kamba non è uno scherzo e prendono molto seriamente questo argomento. Un’altra leggenda metropolitana riguarda una donna infedele trovata “attaccata” al proprio amante dal marito. Benché la medicina escluda la possibilità di un fenomeno simile nel genere umano, c’è un video su youtube che testimonia l’accaduto. Ovviamente potrebbe essere una montatura, ma questa storia è ben nota tra gli abitanti di Nairobi.

Del resto, molte ragazze a Nairobi ammettono di utilizzare la stregoneria per assicurarsi l’amore dell’uomo desiderato. Il kamuti  prevede anche l’utilizzo di erbe e cristalli nelle parti intime della donna tali da diventare irresistibili per l’uomo, che rimane appunto “stregato”. Il partner non riuscirà fisicamente ad avere rapporti con altre donne.

 

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One Response

  1. b.n. trasporti srl settala
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    Veramente un fantasticopost. Mi addentro con interesse il sito internet http://www.fattodiritto.it. Continuate con questa grinta!

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