Figli omosex, un aiuto dai genitori

AGEDO E PIENA ACCETTAZIONE

xFed innagine figliaiutomosewxOSIMO – PESARO – di Lucia Principi – “Mamma, papà: sono gay”. E adesso? Come reagire? Come comportarsi? Un figlio che fa outing mette in subbuglio la famiglia, distrugge certezze, crea scompiglio. Lo sa bene Mariacristina Mochi, mamma di Valerio: quando suo figlio le ha rivelato di essere omosessuale, Mariacristina è stata male una settimana, tra sensi di colpa, dubbi e ansie. “Mi sono beccata una tegolata dritta in testa”, ha detto in un incontro pubblico che si è tenuto il 15 aprile scorso nella sala conferenze dell’hotel “La Fonte” di Osimo. Per l’occasione è stato proiettato il film documentario “Due volte genitori”, del regista Claudio Cipelletti, che racconta il momento delicato, critico, per alcuni drammatico, in cui un figlio o una figlia dichiarano di essere gay o lesbica. C’è chi piange, chi si arrabbia, chi pensa sia un capriccio, una situazione legata a un periodo di passaggio, che prima o poi tutto tornerà alla “normalità”. Anche Mariacristina, come gli altri, ha vissuto una prima fase di incertezza, poi però ha preso un decisione, ha scelto di superare “la tegolata”: “Ho deciso di iscrivermi ad Agedo. E ho trovato gli strumenti per vivere la situazione senza più dubbi e timori”. Agedo è un’associazione di genitori, parenti e amici di omosessuali, o meglio di persone Lgtb (lesbiche, gay, bisessuali e trans gender). Una onlus nata nel 1992 per offrire aiuto e sostegno a coloro che non riescono ad accettare serenamente l’omosessualità dei propri figli. Attraverso servizi di consulenza telefonica e incontri singoli o collettivi, i volontari di Agedo accolgono i genitori, con le loro ansie e paure, e li guidano in un percorso di crescita, di consapevolezza e accettazione che passa attraverso la conoscenza, in primis, di ciò che l’omosessualità non è: non una malattia, non una forma di perversione, non un vizio. Quando una persona rivela di essere gay o lesbica smette di essere tutto il resto: l’omosessualità attrae su di sé le attenzioni, generando confusioni, ferite, vergogne figlie di una mentalità di chiusura e rifiuto di cui la società contemporanea è ancora pregna. Molti i ragazzi e i giovani che in casa vivono come fantasmi, incapaci di confessare la propria natura, terrorizzati all’idea di non essere accettati: certe libertà disturbano gli equilibri, quindi vengono taciute. Lo ha testimoniato anche un osimano intervenuto all’incontro del 15 aprile: “Ho deciso di fare outing dopo tanti anni, solo il 1 aprile scorso – ha detto – I miei pensavano fosse uno scherzo, non mi prendevano sul serio!” Oggi ha 40 anni, ha avuto difficoltà a rivelare la sua sessualità, in particolare alla madre: “Temevo che non fosse pronta, che avesse una mentalità ancora troppo chiusa”. La prova del nove? Un giorno, guardando un programma in Tv sulla storia di un omosessuale, sua madre ha così commentato: Povera famiglia, che guaio, che brutta situazione”. “In quel momento mi sarei sotterrato. – ha concluso l’osimano all’incontro pubblico – Anche se non è stato facile per loro, oggi i miei familiari mi ringraziano per aver scelto di essere sincero”. L’intento che Agedo si propone è proprio quello di abbattere il muro dell’omertà e dell’ignoranza, invitando a parlare sempre più di omosessualità: il dialogo è l’unico mezzo per sottrarre dall’invisibilità figli e genitori e per acquisire un nuovo modo di relazionarsi. “Ora sono spesso in giro – ha affermato con orgoglio Mariacristina Mochi – ad esempio nelle scuole, o per altri incontri pubblici: vado lì per raccontare la mia storia e quella di mio figlio, per dire alla gente che non ha senso vergognarsi e che bisogna lottare per i propri diritti”. Forte di questa consapevolezza, Mariacristina ha fondato, il 6 novembre 2015, l’Agedo Marche, di cui è presidente. L’associazione ha sede a Pesaro, città natale della Mochi, in via del Miralfiore. Oltre alla consulenza telefonica, riceve per offrire ascolto e aiuto più diretto e mirato il primo e il quarto sabato del mese, dalle 16,30 alle 18,30 (15,30-18,30 orario invernale). La testimonianza di Mariacristina, come quella di tanti altri genitori, vuole fare da argine alle discriminazioni, alle ingiustizie e alle intolleranze, affinché ciascun individuo, indipendentemente dall’orientamento sessuale, acquisisca gli stessi diritti personali e possa sentirsi libero di esprimere se stesso all’interno di una società che accetta tutte le diversità.

Per info e contatti: A.ge.d.o. Pesaro, tel. 377/2378920

agedomarche@gmail.com – su Facebook “Agedo Marche” –

www.agedonazionale.org

(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

 

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