Expo 2015: nutrire il Pianeta senza diseguaglianze

VERSO LA CARTA DI MILANO, NON E’ TUTTO ENTUSIASMO

di Avv. Valeria Marini

imagesSenza entusiasmo non si è mai compiuto niente di grande” (Ralph Waldo Emerson)Expo Milano 2015 è un’Esposizione Universale, il più grande evento mai realizzato sui temi di alimentazione e nutrizione. La sede ospitante non poteva non essere la patria della dieta mediterranea, recentemente iscritta alla lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Il filo rosso che lega i vari eventi organizzati nel sito milanese (1,1 milioni di metri quadri di area espositiva) è il tema “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. Oltre 140 Paesi e Organizzazioni internazionali e circa 20 milioni di visitatori attesi, con l’obiettivo di stimolare il confronto e la riflessione sulla più grande antinomia che domina il pianeta: circa 870 milioni di persone denutrite contro 2,8 milioni di decessi per malattie direttamente o indirettamente legate a obesità o sovrappeso, senza contare i circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato ogni anno. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato, in proposito, che “l’aumento delle diseguaglianze tra Paesi ricchi e popolazioni povere, in costante lotta per sopravvivere alla denutrizione, rende indispensabile l’adozione di un nuovo modello di sviluppo che modifichi questa inaccettabile tendenza, nel rispetto dei fondamentali valori riconosciuti e sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo“.

Sabato 7 febbraio il capoluogo lombardo ha già aperto il sipario, all’Hangar Bicocca di Milano, con l’evento “l’Expo delle idee” organizzato dal Ministero delle politiche agricole. Vi hanno preso parte oltre 500 esperti suddivisi in 42 tavoli di lavoro incentrati su quattro temi (sviluppo sostenibile tra economia, ambiente e società; culture, identità e stili alimentari; agronomia; nutrizione), con il preciso intento di lasciare in eredità al pianeta la Carta di Milano. Trattasi di un protocollo – una sorta di Protocollo di Kyoto, mutatis mutandis – dedicato al cibo, da consegnare al Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon quale atto di indirizzo internazionale nonché contributo alle riflessioni in sede di discussione sui Millennium Goals che si svolgeranno a novembre 2015.

I contenuti della Carta” ha dichiarato il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina emergono adesso per la prima volta, ma ci stanno lavorando da quasi due anni decine di ricercatori e universitari. Abbiamo inoltre l’ambizionedi trasformare 20 milioni di visitatori di Expo in 20 milioni di ambasciatori del diritto al cibo nel mondo”. Per la prima volta un’Esposizione Universale propone una carta di responsabilità e impegni concreti rivolta al grande pubblico: il documento sarà infatti sottoposto anche alla firma dei visitatori dei padiglioni, con il dichiarato intento di sensibilizzare i cittadini globali su grandi questioni quali la salvaguardia dell’ecosistema, la lotta allo spreco alimentare, il diritto al cibo, la sicurezza alimentare, la sostenibilità e la biodiversità.

Nella prima sessione plenaria dei lavori è intervenuto Papa Francesco con un videomessaggio, ricordando ai partecipanti e agli esperti che “la prima preoccupazione deve essere la persona,  quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza”. Il progetto è stato accolto con favore anche dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha chiuso la giornata dei lavori con un discorso. Questa è la prima occasione pubblica” ha affermato il premier “in cui facciamo uno sforzo comune per andare verso la Carta di Milano. In questo sforzo non c’è solo la grande questione del cibo e della possibilità di “nutrire il Pianeta”, ma c’è anche la possibilità che il nostro Paese torni a essere un portatore sano di speranze e di entusiasmo”.

Se da un lato si pongono le basi per la Carta di Milano, vera eredità della manifestazione sul grande tema della sfida alimentare globale, dall’altro lato trapelano alcune informazioni, in merito agli Official Partners di Expo, che lasciano quanto meno perplessi. E’ stato recentemente reso pubblico che tra gli sponsor dell’Esposizione ci saranno Coca-Cola e McDonald’s, icone del cibo di massa e omologato, sempre uguale a se stesso. Sul sito ufficiale della manifestazione si legge: “Coca-Cola è l’Official Soft Drink Partner di Expo Milano 2015. Il brand è stato scelto in virtù del suo impegno sul fronte dell’innovazione e della crescita sostenibile, capace di generare ricchezza per le comunità, tutelando le risorse utilizzate e incoraggiando consumi e stili di vita equilibrati.” Dal sondaggio reso noto alla puntata di Ballarò dello scorso 10 marzo emerge che il 72% degli Italiani non gradisce McDonald’s e Coca Cola come sponsor dell’evento che deve nutrire il pianeta, votando per “Sbagliato: siamo la patria del buon cibo” (34,5%), “La vittoria delle multinazionali” (20,5%) e “Sbagliato: meglio sponsor italiani” (17%).

Diversa la posizione di Oscar Farinetti, patron di Eataly, che durante un dibattito a Taste (salone del gusto organizzato da Pitti Immagine a Firenze) ha dichiarato fra l’altro che “essere contrari alla presenza all’Expo di McDonald’s e Coca Cola è una stupidaggine enorme: il tema di Expo è nutrire il pianeta, ed è universale. Semmai dobbiamo parlare del perché nel mondo c’è ancora un 20% di malnutriti”. 

Quale che sia l’opinione in merito al fatto degli sponsor, Coca cola e McDonald’s non sembrano proprio i brand più idonei a poter incarnare i tanto auspicati principi di varietà, etnicità e territorialità del cibo. In tal senso sono illuminanti le parole di Rocco Tiso, presidente nazionale Confeuro:“A questo punto diventa legittima la domanda: perché ad Expo si riscontra la presenza di multinazionali dalle produzioni quantomeno opinabili e non quella degli agricoltori? E comunque, se anche fosse il dialogo il vero obiettivo di questa operazione, come si fa a non considerare inappropriato fare di Coca Cola il soft drink partner e di McDonald’s uno sponsor ufficiale?Dal nostro punto di vista le motivazioni di queste convergenze sono piuttosto semplici e in linea con l’atteggiamento avuto fino ad ora da questo governo. La finalità infatti è chiaramente quella di favorire gli interessi delle grandi aziende e di schiacciare le piccole e le medie imprese. Sono queste le stupidaggini che uccidono chi lavora la terra e arricchiscono chi la vede solo da lontano“.

Impazienza e grandi aspettative non mancano di certo. La speranza è però che tutti gli importanti e nobili obiettivi perseguiti saranno poi effettivamente concretizzati. Più che mai per un’Esposizione di portata universale quale di certo è Expo 2015 vale il motto “fatti, non (solo) parole”. Sarebbe allora opportuno e auspicabile dare realmente spazio alle coltivazioni locali, al rispetto dei tempi della terra, al biologico, a tutti quei prodotti che cambiano gusto e consistenza a seconda della stagione e del tempo atmosferico, ai produttori che basano la propria economia sulle tradizioni locali e familiari. Solo in questo senso Expo 2015 potrebbe rivelarsi una buona opportunità per dare forza ad una crescita sostenibile; solo in questo senso il motto “Nutrire il pianeta” potrebbe incentivare le potenzialità territoriali di autosostentamento, in armonica collaborazione di scambio di merci. Si potrebbero (e dovrebbero) incanalare le risorse per trovare nuovi metodi di agricoltura non invasiva, per la sensibilizzazione ad un consumo consapevole, per enfatizzare il valore culturale del mondo enogastronomico. Sono insomma queste, a grandi linee, le aspettative in vista del 1 maggio, data del grande esordio di Expo; nell’attesa possiamo solo osservare, buttare un occhio dietro le quinte, e non perdere – almeno prima del debutto – l’entusiasmo.

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