ROMA, 31 GENNNAIO ’12- Quest’estate, durante un’assemblea dell’ex Margherita per decidere in merito all’avanzo di bilancio ( circa 20 milioni di euro), risultato dopo che il partito si era sciolto per confluire nel PD, l’ultimo segretario Francesco Rutelli ( ora leader di Api) si era alterato quando un giornalista gli aveva domandato se la questione sarebbe potuta finire avanti ad un Tribunale. Sembra proprio che la vicenda possa terminare in un’aula di Giustizia, anche se probabilmente nessuno si sarebbe aspettato che l’imputato sarebbe stato il tesoriere ( ora dimessosi dall’incarico ), Luigi Lusi, attuale senatore Pd ed indagato dalla Procura di Roma per appropriazione indebita aggravata poiché avrebbe sottratto alle casse della Margherita- Dl, circa 13 milioni di euro derivanti dai rimborsi elettorali ricevuti dal 2006 attraverso la fondazione costituitasi dopo lo scioglimento del partito.
Il Procuratore aggiunto , Alberto Caperna, ha iscritto Lusi nel registro degli indagati e lo stesso ex tesoriere avrebbe ammesso le sue colpe al magistrato affermando di aver sottratto lui tutto il denaro, ma di essere pronto a patteggiare restituendo le somme sottratte. A quanto risulta i legali di Lusi, che di professione è avvocato penalista ‘ specializzato in contratti d’affari’, sarebbero già in trattative con quelli della Margherita per la restituzione Di Quanto sottratto.
L’indagine era stata intrapresa dai magistrati romani dopo che la Banca d’Italia aveva segnalato alcuni bonifici anomali per importi assai elevati su un conto corrente intestato alla Margherita-Dl: dal 2008 al 2011 erano stati registrati bonifici per circa 13 milioni di Euro a nome della TTT Srl, una società di consulenze. Quei soldi derivavano principalmente dai rimborsi elettorali riconosciuti al partito.
L’anomalia derivava anche dal fatto che il partito risultava disciolto dal 2007, così gli inquirenti hanno approfondito scoprendo che l’intestatario della società era Luigi Lusi, l’ultimo tesoriere. Con parte di quel denaro, nello specifico un milione e 900 mila euro, la società, cioè Lusi, aveva acquistato un appartamento in via Monserrato, a Roma. Anche la villa dove il senatore vive, a Genzano, sarebbe stata acquistata con i fondi sottratti alle casse della Margherita, mentre il rimanente pare che sia stato destinato ad alcune società con sede in Canada.
Lusi resta per ora l’unico indagato e dopo le sue ammissioni sembra destinato e rimanere tale, anche se gli inquirenti s’interrogano sul perché nessuno si sia accorto che ‘in cassa’ mancavano tutti quei soldi. Sul punto è stato sentito anche Francesco Rutelli che ha confermato che, pur avendo avuto accesso a quei fondi, non ne sapeva nulla poiché l’amministrazione fu lasciata totalmente in mano al tesoriere, Lusi appunto, di cui tutti avrebbero avuto grande stima nel partito. Rutelli si è costituito parte civile sia singolarmente che come ex Presidente della Margherita.
Ai cronisti, il leader di Api, anche a nome dei suoi ex colleghi di partito, ha detto di essere ‘incazzati e addolorati’ per quanto avvenuto e che ‘la Margherita intende recuperare tutto il maltolto’. Il partito (ora fondazione), in una nota, ha fatto sapere che agirà in tutte le sedi penali e civili per la restituzione dei fondi sottratti.
La Presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, ha chiesto le dimissioni al senatore Lusi, mentre Bersani ha affermato che il Pd prenderà provvedimenti secondo le sue regole e si è detto sgradevolmente sorpreso.
ANDREA DATTILO
D: Qual è la pena per appropriazione indebita? Quando essa risulta essere aggravata?
R: Il reato di appropriazione indebita si ha quando un soggetto, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, si appropria del denaro o della cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso. Il reato è punibile, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a euro 1.032. Qualora però il fatto venga commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario la pena è aumentata e si procede d’ufficio. La procedibilità d’ufficio è prevista anche il fatto è commesso in presenza della circostanza aggravante (comune) dell’abuso di autorità o di relazioni domestiche ovvero dell’ abuso di relazioni di ufficio, di prestazione d’opera, di coabitazione, o di ospitalità.
D: Lusi, dopo aver ammesso le sue colpe vuole patteggiare restituendo i soldi: può parlare di ravvedimento operoso? Quale sarebbe lo sconto di pena?
R: No, giuridicamente non si può parlare di un ravvedimento operoso per il quale invece occorre che la condotta di chi agisce, per volontaria iniziativa dello stesso, si sia arrestata prima del completamento dell’azione esecutiva ed abbia impedito l’evento finale; è necessario, quindi, un comportamento positivo tale da evitare che il tentativo posto in essere abbia determinato il risultato voluto. Qualora, invece, l’agente abbia portato a termine la condotta delittuosa, il reato è completo in tutti i suoi elementi costitutivi e deve considerarsi perfezionato.
In questo caso si tratterebbe di un’ammissione di colpevolezza che potrebbe in ogni caso, anzi quasi certamente, giocare a favore dell’ex tesoriere quantomeno ai fini della concessione da parte del giudice delle circostanze attenuanti generiche, dell’accoglimento dell’eventuale richiesta di patteggiamento e nella commisurazione della pena tra il minimo e il massimo previsto per legge.
D: Il giudice potrebbe ordinare il sequestro dei beni del tesoriere?
R: Potrebbe disporre in via cautelare il sequestro c.d. conservativo che serve ad assicurare il pagamento delle pene pecuniarie e del risarcimento dei danni derivanti dal reato (ha per oggetto beni mobili, immobili, crediti etc). Tale sequestro può essere evitato oppure revocato attraverso l’offerta di un’idonea cauzione. Con la pronuncia di una sentenza di condanna (divenuta irrevocabile e quindi non impugnabile), il sequestro conservativo si converte in pignoramento.
AVV.VALENTINA COPPARONI