Cinema & Diritto: River Phoenix, la fenice risorge sempre

di Valentina Copparoni

In molti forse ricordano River Phoenix nel film simbolo di un’intera generazione (e non solo) “Stand by me-Ricordo di un’estate” in cui interpreta Charlie, adolescente difficile soffocato dalla fama di cattivo ragazzo.
Nasce negli Stati Uniti nel 1970 con il nome River Jude Bottom. Il primo nome (River, fiume) viene ispirato dal libro Siddharta di Herman Hesse mentre il secondo (Jude) dalla canzone dei Beatles Hey Jude.
Soltanto tre anni dopo la sua nascita, i suoi genitori decidono di entrare a far parte della setta “I Bambini di Dio” iniziando a viaggiare soprattutto per tutto il sud America per poi ritornare negli Stati Uniti soltanto alla fine degli anni Settanta. L’esperienza della famiglia Bottom nel movimento religioso  ben presto però risulterà negativa e dopo la rottura con il capo spirituale è la famiglia stessa a decidere di abbandonare la setta e cambiare il cognome in Phoenix (fenice), dal nome dell’animale della mitologia greca che rinasce sempre dalle proprie ceneri. Una decisione altamente simbolica che segna anche una sorta di nuovo inizio per River e la sua famiglia.

I primi passi di River nel mondo nel cinema sono segnati e voluti dal destino. Infatti tutti i fratelli Phoenix, a causa delle ristrettezze economiche della famiglia, iniziano ad esibirsi in strada ed in alcune competizioni in Hollywood quando vengono notati da un talent scout (Iris Burton) che diede inizio alla carriera di River e a quella dei suoi 4 fratelli.
Da quel momento la sua carriera  inizia a decollare e dopo una delle migliori interpretazioni adolescenziali nel film Stand by me- Ricordo di un’estate tratto da una sceneggiatura di Stephen King, seguiranno altre ottime interpretazioni (lo ricordiamo in Indiana Jones e l’ultima crociata, in  Nikita-Spie senza volto per cui River riceve anche la nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista). Segue un periodo lavorativo che si alterna tra alti e bassi, in cui si dedica alle  battaglie animaliste e cerca di dedicarsi anche al cinema più impegnato ed indipendente fino all’interpretazione più famosa in età adulta nel film del 1991 “Belli e dannati” in cui recita insieme all’attore ed amico Keanu Reeves. Il ruolo interpretato in questo film (un drogato e narcolettico) gli vale importanti riconoscimenti anche al festival del cinema di Venezia ma da quel momento in poi, come se già nel titolo di quel film e nel ruolo interpretato fosse scritto il suo destino, per River Phoenix inizia un periodo buio, soffocato dalla droga e dalla solitudine. Un viaggio senza ritorno che lo porta alla morte  un paio di anni dopo.
River è attore ma anche musicista. Sin da piccolo ha una forte passione per la musica che coltiva nel tempo collaborando anche con artisti del calibro di John Frusciante fino a formare anche un gruppo, Aleka Attics, con cui scrive e suona anche la colonna sonora proprio del film “Belli e Dannati”.

Purtroppo anche River Phoenix è davvero bello e dannato. La sua vita e carriera vengono spezzati prematuramente nella notte tra il 30 e 31 ottobre 1993 a soli 23 anni. Quella notte, la sua ultima notte, River si reca al club Viper Room di proprietà di Johnny Depp presente quella sera nel locale insieme a tutti i componenti del gruppo Aleka Attics, alla fidanzata , al fratello Joaquin, al bassista e all’ex chitarrista dei Red Hot Chili Peppers ( Flea e John Frusciante) , al vocalist dei Slipknot (Corey Taylor). Mentre i suoi amici suonano sul palco, River esce dal locale e poco dopo viene trovato agonizzante sul marciapiede. Tutti accorrono ma quando arrivano i soccorsi per lui non c’è più nulla da fare. La causa ufficiale della morte è un’overdose di eroina e cocaina, chiamata speedball o powerball, che molto probabilmente è stata assunta da River tramite inalazione dato che sul cadavere non sono trovati segni di aghi.

La musica sin da subito rende omaggio all’artista con brani e album interamente dedicati a lui. L’album “Monster “dei R.E.M., la canzone “Transcending” dei Red Hot Chili Peppers ed in Italia il brano “River (My Own  Private Idaho)” di Omar Pedrini.
Il cinema, più che commemorarlo, ricorda i suoi ruoli mancati tra i quali ancora una volta si legge un inquietante segno del destino. River, infatti, prima di morire viene contattato anche per il ruolo da protagonista del film “Il corvo”, ruolo che poi viene assegnato a Brandon Lee che morirà proprio per un incidente sul set cinematografico.
E forse proprio nel 2012 River Phoenix tornerà di nuovo al cinema, risorgerà dalle ceneri come una vera fenice. Infatti il regista del film “Dark Blood”, rimasto incompleto proprio a causa della prematura scomparsa di River, avrebbe annunciato di voler completare  il film con il fratello di River, Joaquin Phoenix, in veste di voice over del personaggio che fu dello stesso River.

Non posso non ricordare River Phoenix con il brano Stand by Me, cantato da Ben E. King e scritto da quest’ultimo  insieme a  Jerry Leiber e Mike Stoller, che pur essendo stata pubblicato per la prima volta nel 1961 raggiunge l’apice del successo discografico proprio in occasione dell’uscita del film “Stand by me-Ricordo di un’estate”.
Il brano è presto diventato, come il film, un’icona ed è stato interpretato da molti altri artisti tra i quali scelgo, forse senza mettere d’accordo tutti, l’eleganza innata di John Lennon.

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