Arancia meccanica orange a Roma

STAVOLTA GLI HOOLIGANS HANNO UCCISO LA CULTURA
Di avv. Fabiana Latte
Chi non è mai stato nella Roma mozzafiato. Chi non ha mai lanciato monetine nelle diverse fontane delle piazze romane. “Vacanze Romane” una delle mie canzoni preferite. Fa vivere l’atmosfera magica della Roma capitale.
La stessa città che pochi giorni fa è stata deturpata e segnata indelebilmente. Quanti conti dovremo ancora pagare in nome di uno sport che si assume “non violento”?
Quante misure di sicurezza dovranno ancora essere adottate per evitare che vengano calpestati diritti e cultura?
Il buon senso, già solo, porterebbe notevoli benefici. L’essenziale.
Imbattendovi in Piazza di Spagna, si vedrà per sempre il passaggio di persone irrispettose della cultura e della storia. Della nostra Arte (e la maiuscola non è posta a caso). Penso che sia sacrosanto difenderla.
Non basta l’accorato annuncio “LA FONTANA E’ STATA RIPULITA”. Non è questione di sporcizia. E’ questione che un gruppo di hooligans del Feyenoord ha letteralmente ridotto in pezzi il bordo della Fontana del Bernini.
Il Prefetto di Roma, apparentemente noncurante dell’accaduto, ha difeso e affermato l’efficienza delle forze dispiegate. D’Angelo afferma che l’intervento a Campo de’ Fiori è stato tempestivo e che ulteriori forze di polizia sono state impiegate nei confronti dei seicento romanisti pronti a scontrarsi con gli olandesi. Ha ulteriormente affermato che Piazza di Spagna è stata presieduta sin dal mattino e che “quando abbiamo visto che gli hooligans stavano iniziando a sporcare, non siamo intervenuti per evitare di accendere una miccia spaventosa”. Concludendo, poi, “preferiamo qualche lattina a terra in più che rischiare degli interventi così pericolosi”.
Forse il Prefetto di Roma non ha avuto una chiara contezza dell’entità dei danni. E forse è una persona notevolmente ottimista. Pur continuando ad affermare che quella che si è evitata è stata “una strage degli innocenti”. Ulteriore minimizzazione dell’accaduto.
Anche le scuse ufficiali da parte del Governo olandese sono superflue. L’ambasciatore olandese, difatti, ha affermato che “non si sentono responsabili dell’esborso economico per riparare la fontana del Bernini”. Aggiungendo però una timida affermazione e connotando l’accaduto come un episodio di “grande vergogna” per il comportamento dei tifosi olandesi.
In netta linea di continuità, a seguito di dette affermazioni, anche il presidente della società calcistica parla di “grande vergogna” tendo però a precisare che le responsabilità del club si limitano solo a quanto è accaduto nello Stadio Olimpico.
Ecco forse è questa la più grande vergogna.
Perché provare soltanto vergogna e non trovare un modo per porre rimedio all’accaduto, è troppo comodo. Ci sono delle responsabilità ed è giusto che venga fatta luce e sanzionato chi si è reso autore di un simile gesto. Ma è ancor più giusto che anche le autorità olandesi, invece di promettere provvedimenti severi, si mostrino consapevoli della gravità dei danni e si attivino.
La cultura è patrimonio di tutti. Non dimentichiamolo. La storia è parte del nostro bagaglio personale, la nostra impronta che in questi giorni è stata cancellata.
Anche il National Geographic ha dedicato un’immagine toccante all’accaduto proclamando il decesso dell’arte.
Qui si tratta di un decesso complessivo di arte, cultura e buon senso. Un’opera d’arte realizzata tra il 1626 e il 1629 per volere di papa Urbano VIII Barberini. Restaurata esattamente a settembre 2014 mediante un contributo dei privati che nel 2015 viene brutalmente sfregiata e nessuno si cura di ristorare i danni. In nome del calcio.
Le numerose aziende italiane, istituzioni e banche, di contro, si sono offerte di finanziare i costi per il restauro.
Riconoscere di aver inferto un’ignobile ferita agli italiani e attivarsi immediatamente per porvi rimedio, basterebbe.
Dai sopralluoghi effettuati si può giungere all’ulteriore e aberrante conclusione che i danni alla fontana sono maggiori di quelli accertati inizialmente e che le diverse scheggiature e colpi sulla superficie di travertino hanno creato danni indelebili e permanenti. Ecco cosa rimane dello scontro agonistico tenutosi all’Olimpico di Roma. Rimane un bilancio certo: una serie indefinita di commenti toccanti, nessuna azione concreta e ricerca degli effettivi responsabili.
A noi cosa resta? 110 scalfiture indelebili nell’animo che mi auspico non vengano dimenticate alla prossima partita di Europa League.

(null)

One thought on “Arancia meccanica orange a Roma

  1. Io sarei per l’introduzione di un bel DASPO Europeo con coordinamento delle Forze di Polizia per le partite tra Paesi d’Europa che vietano sin dall’origine a certi “elementi” di attraversare elegantemente il proprio Paese e poi spaccare l’altro Paese, e se poi lì vengono arrestati la condanna comminata vale in tutta Europa, magari con l’aggravante.
    I tifosi Romani sono stati perquisiti letteralmente stile ingresso nel “Lager” fino in fondo su dei campi in mezzo alla strada ad uno ad uno appena atterrati in Olanda.
    forse si doveva fare lo stesso con gli Olandesi a Roma, ma tant’è.
    Avv. Eugenio Tummarello

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Back To Top