Ancona e Marche ex isole felici

DENUNCIA DEL PROCURATORE MACRI’

 

2) Vincenzo Macrì, procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Ancona
2) Vincenzo Macrì, procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Ancona

Ancona al centro di una regione “isola felice”? Entrambe ancora immuni dalle mafie? No. L’onda lunga della criminalità organizzata è già arrivata. A parlare di questa onda lunga e a denunciare con forza i fenomeni ad essa legati, è stato Vincenzo Macrì, procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello del Capoluogo marchigiano. L’aveva già fatto nel 2015, ed è tornato con più forza sullo scottante argomento anche la scorsa estate, con dichiarazioni pubbliche riportate dai quotidiani locali. Qui di seguito alcune di queste dichiarazioni: “Nelle Marche vi sono infiltrazioni della mafia, tentativi sia sulle grandi opere pubbliche ma anche nelle piccole, vi sono segnali di illeciti (…).“I processi importanti sono scarsi e male gestiti (…). Ancona ha un substrato sociale marcio… c’è un intreccio di lobby, di poteri forti, consociativismi, tutele reciproche, grazie alle entrature nelle istituzioni, alle amicizie…. il collante è la massoneria”. “C’è un giro di cocaina spaventoso nella Ancona bene… vi sono tanti negozi che in Ancona aprono e chiudono in poco tempo e soprattutto non pagano i debiti… c’è un livello di evasione elevatissimo (…). La classe politica impone risposte rassicuranti per far vedere che tutto andava bene, qui non ci si deve preoccupare, se non di fare affari”.

(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

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