Abbigliamento consapevole con H&M

BIO-RICERCA, RICICLO E SCONTI

x Fed fotopezzo HeM p4ANCONA – di Gaia Mattei – Fashion, fibre d’eucalipto e sensibilizzazione del consumatore. Ecco la ricetta del marchio H&M e quindi del negozio, il 149° nel mondo, aperto il 4 novembre in corso Garibaldi ad Ancona nel palazzo dell’ex cinema Metropolitan. Un “full concept store” di 2000su tre piani, destinato alla vendita d’abbigliamento per donna, uomo, teenager e bambini. E’ una buona notizia per gli amanti del brand svedese diffuso in 64 paesi, che coniuga assieme moda, basso costo e sostenibilità. Lo stile “green” si può evincere già da alcune etichette verdi con la scritta “conscious”, che caratterizza un’intera linea di commercializzazione. Cos’è un capo “conscious”? E’ realizzato per una quota fino al 20% da fibre tessili riciclate: acquistandolo ci si dimostra “consapevoli” della necessità di passare da un’economia usa e getta ad un’economia circolare, basata sulla riduzione di sprechi e smaltimento in discarica, e legata al riciclo. La sostenibilità ambientale e sociale in tutte le fasi della produzione e della vendita, dalla materia prima all’utilizzo del capo, sono i valori su cui si fonda la politica di H&M. L’azienda, oltre ad investire su una produzione basata su fibre biologiche (il 31% di tutto il cotone) ha un settore che promuove la ricerca di materie prime d’avanguardia come il Lyocell, fibra ottenuta da alberi di eucalipto, che richiedono meno pesticidi rispetto ad altri. Ma la novità assoluta per cui H&M vanta il primato nel settore moda è l’uso di materiali di riciclo, come il Denmite, proveniente dai jeans scartati ed impiegato per gli accessori.

Il primo step del “garment collecting”, un progetto avviato da H&M nel 2013, consiste nel consegnare i propri capi usati, dai vestiti ai panni per la casa, che sono raccolti in box all’interno del negozio; per ogni consegna si riceve in omaggio un buono da 5 euro, per un massimo di due buoni al giorno, da utilizzare all’acquisto successivo su una spesa minima di 40 euro. Poi i capi vengono smistati: ciò che non finisce sul mercato di seconda mano o non è convertito in stracci è destinato al riciclo per produrre fibre tessili. Il ricavato di questa raccolta, circa 0,25 centesimi al kg, è devoluto ad una onlus, per l’Italia “Save the Children”. Nel mondo sono state già raccolte 25000 tonnellate, ora potranno contribuire anche gli anconetani.

(articolo tratto da Urlo-mensile di resistenza giovanile)

 

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